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Sabato, il grande giorno.
Tutti gli allievi insieme al maestro si trovavano sopra il palcoscenico, stavano provando, mancava un'ora allo spettacolo, nonostante l'ansia di tutti i presenti stavano eseguendo i brani con molta maestria, coordinati, nessuna nota persa chissà dove o qualche stridulo di troppo.
Quell'evento era carico di aspettative, tutti volevano dare il meglio, per il pubblico ma anche per Key che avrebbe assistito al loro saggio nascosto, protetto da occhi indiscreti, non voleva rubare la scena, desiderava solo godersi lo spettacolo come il resto degli spettatori.
Mezz'ora dopo gli allievi si posizionarono, sistemarono lo spartito sul cavalletto posto davanti a loro, attesero trepidanti che tutto il pubblico si accomodasse sulle apposite poltroncine, solo allora misero il violino appoggiato alla spalla, diedero il via allo spettacolo, lasciando che le dolci melodie avvolgessero chiunque raggiungesse.
Anche Key era lì, si trovava in un palchetto della sala, era utilizzato dai tecnici delle luci, quindi un nascondiglio perfetto e insospettabile, era seduto su una poltroncina, ammaliato dai notevoli miglioramenti di tutti ed emozionato per il dopo, perché era lì che poteva avvicinarsi a Jimin.
Quando la melodia svanì giungendo il termine venne sostituita da applausi fragorosi, erano tutti meritati, gli allievi sorrisero e si inchinarono davanti al pubblico.

"Voglio ringraziare tutti i presenti per aver apprezzato la passione che i miei ragazzi sono riusciti a trasmettere. Proprio per questo tra un quarto d'ora vi attendiamo nella sala a fianco, ci sarà una festa con sorpresa. La sicurezza vi avviserà quando potete raggiungerla, per chi non potesse aggregarsi può tranquillamente uscire dalla uscita posta dietro di voi. Spero di vedervi tutti".
Sorrise il maestro facendo un inchino seguito dai suoi allievi e da altri applausi entusiasti per la bella notizia appena ricevuta.

Key aveva già raggiunto la sala, stava accordando il suo violino quando gli allievi e il maestro fecero il loro ingresso. Rimasero a bocca aperta per l'allestimento, semplicemente e naturalmente elegante, rispecchiava esattamente l'animo dell'artista.
All'ingresso posti per accogliere gli invitati due enormi vasi riempiti d'acqua, all'interno dei bellissimi fior di loto sfumati di rosa.
Sul soffitto era posizionata una botola, ma nessuno l'avrebbe notata, camuffata così bene e dello stesso colore della parete che copriva, solo chi l'aveva fatta installare sapeva della sua esistenza.
Ma c'era così tanta bellezza che gli occhi si perdevano, tutto il perimetro era illuminato da varie lanterne poste su piedistalli di diverse altezze, appoggiati alle pareti enormi tavolate, al di sopra vari tipi di stuzzichini e altrettanti tipi di bevande, nessuna contenente alcool eccessivo.
A metà sala era stata posizionata una catenella di divisione, la seconda parte era quella dedicata ai violinisti e all'artista, infondo ad essa si trovava un piccolo palcoscenico, era lì che si trovava Key in quel momento.
Prima di poterlo raggiungere le guardie offrirono agli studenti e al maestro una maschera bianca opaca, aveva le rifiniture color oro, tutti l'avrebbero indossata.
Il messaggio era quello di mimetizzarsi, di considerarsi tutti allo stesso livello, di permettere a chiunque di lasciarsi andare ma comunque di sentirsi protetti, perché una volta indossata gli allievi potevano veramente essere tutti uguali, visto che già indossavano la stessa identica divisa, solo la voce e le forme potevano tradirli.
Gli allievi apprezzarono di buon grado e la indossarono nell'immediato, ma non sarebbe stata una loro esclusiva, anche agli spettatori sarebbe stata fornita, ma i primi però avevano il piacere di potersi godere quella festa a poca distanza dall'artista, e quella era un'opportunità indescrivibile.
Una volta che violinisti furono vicino al palcoscenico vennero aperte le porte per dare l'ingresso al resto degli ospiti, la sala si era riempita velocemente, forse per la prima volta così tante persone si sentirono collegate anche tra completi sconosciuti, si sentivano tutti uguali, così da poter fare emergere la loro anima senza essere giudicati dal suo involucro.
E mentre tutti sorridevano sotto la loro barriera opaca Key iniziò a suonare, l'avevano riconosciuto ma non applaudirono, si inchinarono davanti a lui ed iniziarono a ballare seguendo la sua melodia, la loro spontaneità era l'applauso muto più bello che avesse mai ricevuto l'artista.
Mentre suonava l'occhio finiva fugacemente sul ragazzo, quello che avrebbero conosciuto tra mille, perché nella sua mente era ben delineata ogni sua forma, non sarebbe bastata una maschera per renderlo invisibile ai suoi occhi.



Key "Il violinista" JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora