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Jimin e Hobi avevano controllato i loro risparmi, non erano molti ma bastavano, per il volo in ecomony, il concerto e un soggiorno a New York di due giorni, potevano concedersi un hotel a due stelle, ma a loro andava benissimo così, l'importante era essere lì, anche se distanti dal palco potevano urlare a squarciagola che c'erano, non lì ovviamente ma successivamente.
L'ultimo spettacolo nel suolo americano per Key era nel bellissimo e rinomato teatro Apollo Theatre, aveva tenuto così tanti spettacoli che era sfinito, fortunatamente anche mentalmente, così la sua mente aveva una pausa, perché sapeva che succedeva quando era troppo lucido, i suoi pensieri riportavano sempre a lui.
I due violinisti in erba avevano organizzato una serata schifezze per poi stare svegli tutta la nottata per riuscire ad acquistare i biglietti.
Il letto di Jimin straripava già di patatine e vari snack, al centro i due ragazzi con davanti a sé il portatile del padrone di casa.
Nonostante avessero cibarie per un'intero esercizio metà di esse erano già state ingurgitare dai due per l'ansia dell'attesa.
Avevano prenotato l'hotel e il volo, ora mancava la parte più importante, i biglietti.
Con bocca piena di patatine iniziarono il conto alla rovescia per l'attivazione dell'acquisto.

"10....9......8....7....6...5....4".
Bofonchiavano entrambi sputacchiando ogni tanto.

"3...2...1".
Spuntò un link per accedere, le mani di Jimin iniziarono a tremare, i biglietti iniziavano a calare a vista d'occhio, pian piano la mappa con le postazioni da verde diventava rossa.
Ormai temevano il peggio.

"ODDIO, SIIIIIII".
Esultò Jimin, saltellò nel letto rimanendo seduto con le gambe incrociate, Hobi poco dopo capì che erano riusciti nell'ardua impresa.

I posti migliori erano andati a ruba nell'immediato, ma infine avevano anche il prezzo più alto, non avrebbero comunque potuto permetterselo.
Nonostante tutto loro non potevano che essere felici, avevano acquistato gli ultimi posti dell'ultima fila, forse avrebbero avuto difficoltà a vedere nitidamente ma nemmeno quello scalfiva il loro entusiasmo, gli avevano ottenuti, questa era l'unica cosa che contava.

Tra due settimane sarebbero partiti per New York, avrebbero preso il primo volo della loro vita per vedere l'artista che tanto stimavano, si gettarono nel letto sorridendo verso il soffitto.

"Viaggio e musica, sono felice Hobi".
Sospirò Jimin.

"Lo sono pure io, ora basta solo preparare la valigia. Sarà un'impresa per te".
Disse ridacchiando Hobi pensando al suo amico che ogni volta che dovevano uscire si metteva a riflettere per un quarto d'ora buono su cosa doveva indossare.

" Vorrei poter rimpicciolire l'armadio".
Disse ridacchiando.

"Ti aiuterò a fare la valigia o nemmeno due settimane ti basteranno per decidere cosa mettere dentro".
Diede un colpetto sulla spalla di Jimin ridendo.

"Finalmente lo vedremo di nuovo, a distanza. A volte nemmeno mi capacito del fatto che ha dedicato il suo tempo a noi, che abbiamo condiviso lo stesso spazio a poca distanza, che abbiamo parlato con lui. È pazzesco, vorrei ripetere l'esperienza".
Disse Jimin con un largo sorriso, in esso però trapelava anche una nota amara, purtroppo nessuno aveva la certezza che potessero ripetere la cosa, dovevano accontentarsi del concerto per il momento.

"Lo vorrei pure io, però dai, potremmo vedere un po' di New York e sentire la sua musica espandersi in uno dei luoghi più conosciuti".
Sorrise Hobi.

"Hai ragione".
Jimin alzò il busto e si sedette sul letto, prese due lattine di birra che erano nel mini frigo accanto al letto, ne porse una a Hobi.
L'amico si alzò e la prese.

"A New York, al nostro primo viaggio".
Disse Jimin, i due fecero scontrare le due lattine facendo poi due bei sorsi lunghi.

Ora a pancia piena e biglietti acquistati potevano concedersi il meritato riposo sognando già di essere in America.

Key "Il violinista" JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora