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Quando arrivava il momento di vedere Key il tempo sembrava scorrere più veloce della luce, assecondava l'impazienza di chi bramava la sua compagnia, infatti la settimana era volata ed era giunta l'ultima lezione.

Jimin era un misto di ansia e sollievo, non voleva che fosse l'ultima volta per poter stare in sua compagnia, ma allo stesso tempo era sollevato di tornare alla normalità, di smettere di avere il cuore in subbuglio a causa di Key.
L'aria della stanza era triste, i volti dei ragazzi erano quasi spenti, non volevano che fosse la loro ultima occasione.

"Ragazzi, anche per me non è piacevole, mi sono affezionato a tutti voi, ma nella vita mai dire mai. In un futuro potremmo riproporre queste lezioni. Ma al momento non posso prometterlo, odierei non mantenere la promessa".
Disse Key osservando tutti, stavolta non si soffermò su Jimin, sapeva già che lui lo avrebbe rivisto a breve, aveva già pianificato la sua casualità.

In onore dell'ultima lezione i ragazzi suonarono una delle melodie di Key, lui sorrise per tutto il tempo sotto la sua maschera, al termine applaudi, erano stati bravi, in poco tempo avevano assorbito nozioni che avevano già mutato il loro stile rendendolo personale, riuscendo a fondersi insieme, era orgoglioso di loro.

"Sono fiero di voi ragazzi, mi avete trasmesso la vostra passione per la musica. Non so quando ma avremmo occasione di rivederci ragazzi, per me è stato un piacere passare del tempo con voi".
Fece un'altro applauso.
I ragazzi applaudirono subito dopo di lui, erano felici di aver avuto l'opportunità di passare del tempo sia con l'artista che anche con la persona che c'era al di là, senza il bisogno di vederlo in volto avevano colto la bella persona che era. Lo salutarono inchinandosi mentre lui li salutò e poi uscì dalla stanza.

La mattina successiva Key avrebbe fatto qualcosa al di fuori dalla sua solita routine, solitamente faceva colazione a casa, le sue guardie stavano al di fuori del suo attico, alloggiavano al piano inferiore.
Per accedere alla sua abitazione c'era un unico modo, una tessera che sbloccava l'ascensore, la stessa però veniva disabilitata da Key quando voleva che nessuno accedesse, proprio come in quel momento.
Aveva avvisato che non voleva essere disturbato per nessun motivo, indossò una tuta, un capello nero, la zip della felpa la tirò su fino a coprire quasi tutto il volto.
Sorrideva mentre prendeva l'ascensore che aveva sbloccato con la sua tessera, scese fino ai sotterranei.
Uscì da lì, non avrebbe preso nessun mezzo privato, troppo appariscente, sarebbe stato un normale cittadino quel giorno.
Si guardò attorno, non c'era anima viva, abbassò la felpa, si incamminò verso il centro, prese l'autubus, sorrise come un bambino, erano secoli che non ne prendeva uno, era abituato a spostarsi con la scorta e in auto di lusso.
Gli mancava quella semplicità, come ogni cosa anche la sua vita aveva il rovescio della medaglia, faceva ciò che amava, ma quel mondo poteva darti tanto ma anche toglierti altrettanto.
Scese alla fermata, nessuno lo guardava, infine in quel momento sembrava un semplice ragazzo, niente di più, niente di meno.
Si sentiva strano, si sentiva nudo senza la sua maschera, ma in quel momento sembrava stesse ricominciando a respirare una parte di lui che prima era assopita.
Il suo sorriso si allargò quando arrivò davanti alla pasticceria, spinse la porta e venne investito dal profumo invitante di cornetti appena sfornati.
Si sedette su un tavolino vicino alla vetrata, arrivò la cameriera e prese la sua ordinazione, un frullato e un cornetto alla marmellata.
Era proprio un bel ambiente, luminoso, spazioso, divanetti in pelle nera e poltroncine dello stesso colore.
Mentre aspettava la sua colazione guardò all'esterno, e lo vide avvicinarsi sorridente con affianco il suo amico.
Si perse a guardarlo sospirando, sentendo il suo cuore fremere, solitamente gli accadeva solo quando suonava, o quando creava una nuova melodia.
Quel biondino aveva lo stesso effetto che aveva la musica su di lui, qualcosa difficile da spiegare a parole.

-Ora so come incontrarti casualmente, come conoscerti senza doverti dire chi sono veramente. Potrebbe non essere corretto, ma la voglia di conoscerti mi porta ad usare ogni mezzo, anche la menzogna-.
Pensò Key vedendo Jimin entrare dentro la pasticceria con Hobi.


Key "Il violinista" JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora