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"Possiamo aver tutto ma allo stesso tempo non avere niente se ciò che desideriamo appartiene ad un mondo distante dal nostro".

Il firma copie era stato allestito nella zona dove si trovava la tenda dell'artista a Central Park, a pochi passi di distanza era stata allestita un'altra tenda ma di dimensioni più grandi.
All'interno di essa era stato posizionato un tavolino, una poltroncina in pelle dove sarebbe stato seduto l'artista, un mobiletto adiacente ripieno di CD di Key, dalla parte opposta si trovavano due sedie nere per far sedere i fan.
Chi desiderava poteva acquistare il cd che sarebbe stato autografato in quel momento, potevano consegnare un oggetto a piacere dove sarebbe stato riportato l'autografo,oppure come ultima opzione potevano semplicemente farsi apporre la firma  sul retro di una photocard da scegliere tra quelle esposte sulla vetrinetta situata al di sopra del tavolino.
Ovviamente per chi abitava in quella zona o per chi sapeva già anticipatamente di questo momento aveva potuto scegliere un oggetto da farsi autografare, invece alcuni colti impreparati avrebbero dovuto accontentarsi dell'ultima opzione, anche se tutto sommato andava benissimo anche quella.
Da quando avevano conosciuto personalmente l'artista per entrambi era stato tutto un susseguirsi di emozioni, per il biondino era stato ancora più forte l'impatto, soprattutto quando iniziò a trovare strane coincidenze tra due persone che sembravano essersi accordate nell'entrare nella sua vita nello stesso istante.
Quando ci si trova all'interno di questo vortice di emozioni contrastanti molte piccolezze passano inosservate, solo quando si attenua un attimo si notano, ma anche allora non gli si concede il giusto peso, la cosa può essere dovuta all'importanza della persona a cui vengono attribuite l'alternarsi di sentimenti.
I due ragazzi erano riusciti ad arrivare puntuali, ma nonostante tutto per certe cose bisognava arrivare in anticipo, il percorso davanti a loro era delineato da una serpentina fatta di corda, la fila era lunghissima, gli era stato comunicato che avevano a disposizione tre minuti, fortunatamente anche se in quel momento erano gli ultimi la coda si stava smaltendo abbastanza velocemente.
Dopo mezz'ora Hobi e Jimin si sedettero sulle due sedie, lo avevano visto in classe eppure faceva sempre lo stesso effetto, il cuore a mille e un'agitazione che faceva sudare le mani.
L'artista riconoscendogli li salutò cordialmente, e subito dopo la scelta delle photocard e del saluto scattò in Jimin qualcosa di inspiegabile.
Quando sentì la sua voce si diede del pazzo mentalmente, non era la prima volta che la udiva ma sembrava essere la prima volta che la collegava ad altro, come poteva pensare che fosse uguale a quella di Jungkook, come c'erano i sosia c'erano pure le persone che avevano toni di voce similari, questo lo sapeva, ma non sopportava che fossero proprio loro due ad averlo simile, uno che lo aveva illuso e l'artista che invece lo aveva sempre consolato a distanza senza conoscere della sua esistenza fino a poco tempo prima.
Aveva un tono felice quando salutò Hobi, un po' amaro quando incastrò il suo sguardo con quello di Jimin, ma fu questione di un secondo, non venne percepito dal nominato.
Jimin si soffermò su gli occhi dell'artista, perché solo quelli erano visibili, ovviamente indossava la sua maschera fidata, avrebbe voluto prendersi a testate perché pure i suoi occhi erano uguali a quelli del ragazzo, continuava a notare queste similitudini fastidiose, il corvino doveva essere un capitolo chiuso eppure sembrava solo socchiuso, una porta con un leggero spiraglio di luce in attesa di venire spalancata nuovamente.
I tre minuti volarono e dopo avergli consegnato il tutto Key non riuscì a non soffermarsi di nuovo su gli occhi fugaci di Jimin, come non riuscì a non distogliere lo sguardo finché non scomparve dalla sua visuale.
L'artista avrebbe voluto fermarlo, avere più tempo, si era deciso a chiudere in un cassetto quel desiderio, eppure dopo quel breve incontro la sua idea era esattamente opposta, il tour al momento era finito, aveva il tempo di spingere di nuovo lui il destino.

"Jimin tutto ok?"
Chiese Hobi una volta arrivati in Hotel, stavano finendo di chiudere le valigie e non aveva potuto non notare il silenzio e lo smarrimento del suo amico.

"Si, in teoria".
Disse Jimin poco convinto senza nemmeno guardarlo.

"Key ti ha destabilizzato".
Disse Hobi ridacchiando.

"Già".
Rispose lui sospirando, era la verità ma in quello stato non c'era finito solo per colpa dell' artista.

Key "Il violinista" JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora