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Erano state due settimane di fuoco per Key, i suoi impegni di artista lo avevano assorbito completamente, gli unici momenti di stacco erano le poche ore di sonno che si concedeva per non crollare.
Ovviamente non aveva potuto scrivere a Jimin, sinceramente non sapeva nemmeno se avrebbe più potuto contattarlo, il loro appuntamento infine era stato solo per sistemare il conto della lavanderia ufficialmente, anche se per lui era solo una scusa ma questo non poteva saperlo il biondino.
Jimin era andato nuovamente nella pasticceria, ma non con lo stesso entusiasmo di sempre, andava carico di speranza che poi finiva sfumata quando non vedeva il corvino.
Tutto l'accaduto Jimin l'aveva raccontato al suo amico Hobi, era da tempo che non lo vedeva così entusiasmato per qualcosa, o meglio per qualcuno.
La cosa che però lo rattristava era il suo sguardo deluso quando i suoi occhi cercavano il ragazzo scontrandosi però con volti sconosciuti.
Finalmente Key poteva concedersi una pausa, il suo primo pensiero finì su Jimin, voleva sentirlo ma non sapeva se era giusto mentire ancora, odiava le menzogne, ma non avrebbe commesso nessun sbaglio se fosse andato nella pasticceria, dopotutto era un luogo pubblico.
Infine lo schema della fascia oraria per l'affluenza di persone lo aveva fatto veramente, era così fiero di esso che appena terminato si era fatto i complimenti da solo, quasi avesse salvato l'umanità con cui i dati riportati.
Key aveva la dote per la musica, colei che aveva coltivato nel corso degli anni, ma possedeva anche altro, una piccola dose di fortuna o forse era semplice determinazione, spesso bastava quella per rendere l'impossibile possibile.
La fascia oraria che gli interessava maggiormente al momento era quella meno affollata, aveva molta più possibilità di spostamento.
Key aveva conosciuto Jimin perché era stato colpito dalla sua musica, poi da tutto l'insieme, no, non lo conosceva, ma l'aveva incuriosito.
Era quasi assurdo come potessero evolversi le cose in così poco tempo, quel biondino involontariamente le aveva ridato uno spicchio di normalità, non si era nemmeno reso conto di quanto gli mancasse prima di allora.
La stava apprezzando anche in quel momento, mentre era in piedi e tutti i posti a sedere del pullman erano occupati, anche mentre oscillava ad ogni fermata appeso al palo attaccato al tetto del mezzo.
Arrivò alla fermata della pasticceria con il sorriso stampato in volto, anche se probabilmente non avrebbe visto Jimin, quel luogo l'avrebbe fatto sentire più vicino a lui, era una piccola consolazione.
Si sedette sul suo tavolino e ordinò lo stesso estratto, ormai tutto ciò era entrato in una sorta di routine circoscritta tra quelle mura.
Istintivamente tirò fuori il cellulare dai jeans e scattò una foto al bicchiere dell'estratto che oramai adorava, stava per riporlo quando gli balzò un'idea, infine era un piccolo gesto innocente, premette il pulsante di condivisione e inviò la foto a Jimin.

"Ti sto pensando, ma è più buono in compagnia".
Tale dicitura seguiva la foto che aveva appena inviato.
Bloccò il telefono e lo rimise nei jeans, non si aspettava una risposta.

Quando Jimin ricevette il messaggio era appena uscito dalla doccia, Hobi lo stava aspettando in cucina, avevano organizzato un uscita per fare un po' di shopping.
Quest'ultimo corse in bagno quando sentì l'urlo di Jimin, pensava si fosse fatto male, di sicuro non si aspettava di trovarlo a fare un balletto strano con il bacino con solo l'asciugamano attorno legato in vita.

"Sei tutto scemo?"
Disse Hobi cercando di rimanere serio anche se era difficile vedendo quel balletto e il sorriso del suo amico che lo accompagnava.

"Mi ha scritto, guardaaaaa".
Disse Jimin non smettendo di ridere, girando poi lo schermo del telefono verso Hobi.

"Ora è tutto chiaro".
Disse ridacchiando aggiungendo poi.
"Andrai in pasticceria?"
Gli fece l'occhiolino.

"Solo se vieni anche tu ".
Disse Jimin iniziando poi vestirsi, ormai il legame che c'era tra loro due era solo d'amicizia, non si sarebbero visti sotto un'altra luce, si conoscevano da anni e non era mai scattato altro.

"Perché dovrei venire pure io? Vengo a fare il terzo incomodo?"
Disse l'opposto ridacchiando.

"Se vieni anche tu diciamo che risulterà più casuale la cosa, infine non ho aperto il messaggio.Ho visto solo l'anteprima e così potrebbe essere più credibile la coincidenza ".
Disse ghignando Jimin.

"Mi ha sempre sorpreso la tua velocità nel cambiare personalità. Due secondi prima un angioletto e due secondi dopo il braccio destro di Satana ".
Disse scuotendo leggermente la testa.
"Hai dieci minuti per finire di prepararti se vuoi trovarlo ancora lì".
Aggiunse pizzicandogli una guancia uscendo poi dal bagno.

Jimin imprecò verso l'amico per quel gesto ma poi gli urlò un grazie quando era già uscito, gli era grato, contento di averlo come amico e come spalla.

-Vedi di non scappare da lì Jungkook-.
Pensò mentre si sistemava i capelli guardandosi allo specchio.







Key "Il violinista" JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora