12.

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Era passata una settimana dall'incidente casuale avvenuto in pasticceria, Key era quasi impazzito nel tentativo di non scrivere prima a quel dolce biondino.
Ogni volta che aveva pensieri aggrovigliati tra loro usava il metodo della musica per sgrovigliarli,ma in quel caso nemmeno la sua cura migliore era riuscita a distrarlo, a fargli passare in secondo piano il suo pensiero fisso.
Dall'altra parte Jimin sussultava ogni volta che il suo telefono suonava per una notifica, non si era nemmeno reso conto di aspettare con ansia il messaggio di quel corvino misterioso,del quale conosceva l'aspetto ma non il nome.
Infine era andato ad inizio settimana in lavanderia, solamente per non farsi cogliere impreparato quando gli avrebbe scritto il ragazzo.
Perfino il fatto che fosse la sua camicia nuova non era così importante oramai,  in quel momento aveva lo scontrino in mano della pulizia di essa come una sorta di richiamo per un messaggio tanto atteso.
Si sentiva un po' stupido, infine il loro incontro era stato solo di una manciata di minuti e per via di un piccolo incidente.
Jimin però era da tanto che non usciva, che dedicava il tempo libero ad altro, le sue giornate erano molto impegnative, per qualche ora lavorava in un bar del centro, due o tre ore in Accademia per lezione ed esercitazioni e poi a casa ad esercitarsi ulteriormente.
Nel suo giorno di riposo solitamente si recava nella pasticceria con il suo amico Hobi, successivamente si rintanava a casa per risparmiare oppure perché non sapeva come riempire quelle ore libere.
Non si ricordava nemmeno quando era stato il suo ultimo appuntamento, l'unica certezza è che non si era mai spinto oltre con le sue conoscenze, si era limitato a qualche bacio e palpatina, nessuno gli aveva fatto desiderate di andare fino in fondo.
Non sapeva come giustificare tutto questo interesse per quel ragazzo corvino, non era da lui questo comportamento, forse desiderava riprendere la sua socialità.
Era disteso sul suo letto a pancia in su quando il suo telefono diede un segno di vita, era appena arrivato un messaggio.
Allungò il braccio svogliatamente verso il comodino per afferrarlo, si aspettava un messaggio di qualche insulsa pubblicità, lo sbloccò e rimase incredulo ad osservare il messaggio.
Il suo sorriso si allargò a dismisura, era arrivato il messaggio tanto atteso, se fosse stato un cane si sarebbe messo a scodinzolare felice.

"Ciao biondino, sono Jungkook, il ragazzo che ti ha decorato la tua graziosa camicia con il suo estratto di vitamine non ingerite".
Questo era il testo del messaggio che fece sorridere così tanto Jimin.

- Jungkook, ahhhhh bel nome, come tutto il resto-.
Pensò Jimin.

"Ciao Jungkook, io sono Jimin il ragazzo che ora ha la camicia pulita e profumata senza decorazione".
Scrisse senza smettere di sorridere.

"È un peccato, poteva sembrare qualcosa di artistico, potevo addirittura firmatela".
Scrisse ridacchiando Jungkook disteso pure lui sul suo letto.

"Mi farai un autografo domani mattina in pasticceria alle dieci se sei libero".
Jimin divampò quando si accorse del messaggio che aveva appena inviato preso dalla foga del momento, molto audace da parte sua.

"Mi assicurerò di avere una penna funzionante allora".
Scrisse sorridendo Jungkook.

"A domani".
Fu l'unica cosa che riuscì a dire Jimin essendo ancora in imbarazzo per il messaggio precedente.

"A domani biondino".
Fu l'ultimo messaggio che scrisse Jungkook.

Se Jimin avesse saputo chi era quel ragazzo corvino avrebbe voluto doppiamente il suo autografo, o forse avrebbe odiato il fatto di essere stato raggirato dal suo idolo.

Key "Il violinista" JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora