Jungkook e Jimin dal loro secondo incontro avevano fatto passare qualche giorno, o meglio il primo lo aveva fatto, questa sua decisione portò il secondo a pensare che questa fantomatica cena non sarebbe più avvenuta.
Aveva già perso le speranze quando gli arrivò il messaggio, riportava luogo e ora, nessuna richiesta se fosse libero o meno, sembrava un invito telematico.
Poteva apparire come una cosa fredda e staccata, ma era così strana come modalità che non gli dispiaceva del tutto.
L'invito era strano, un po' arrogante, ma accettò, nonostante dava l'idea che non potesse rifiutarsi o meglio era impensabile la cosa , rispose a quel messaggio sorridendo con va bene a venerdì sera.
Jimin ero curioso di natura, non aveva mai sentito il nome di quel ristorante, aveva voglia di informarsi, di vedere dov'era situato, di sbirciare nella galleria delle foto, persino di immergersi nella lettura delle recensioni postate sulle varie pagine social.
Ma andò contro la sua stessa natura, l'invito strano meritava uno strano trattamento, quindi non avrebbe ricavato nessuna informazione o foto prima di quel venerdì sera, si sarebbe limitato ad impostare la posizione sul suo navigatore scoprendo tutto solo una volta arrivato lì.Per Key era strano trovarsi ancora a Seoul, si spostava molto spesso per via dei suoi vari concerti, si era concesso però una meritata pausa prolungata, peccato che se voleva mantenere la sua carriera e tutto quello che ne consecutiva doveva adeguarsi al ritmo frenetico della richiesta del mercato.
Proprio per questo non poteva più rimandare la sua partenza per il prossimo tour, ma non pensava che sarebbe dovuto partire proprio il giorno dopo la sua serata con il biondino.
Era il suo sogno,ma anche i sogni hanno il loro prezzo, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto rinunciare alla compagnia del biondino, ma nonostante ciò il prezzo gli sembrava fin troppo alto, voleva avere più tempo a disposizione.Venerdì sera.
Il locale che era stato scelto era situato dentro a un piccolo vicolo cieco, era un locale a conduzione familiare, piccolo ma accogliente.
La struttura esterna ed interna era interamente in legno, lungo il perimetro del locale erano disposti dei lampioni neri opachi, creavano un'atmosfera retrò.
All'interno il clima generale era caldo e accogliente, dal soffitto pendevano a lunghezze diverse varie lanterne variopinte, dipinte a mano, ognuna con un raffigurazioni diversa, fiorita, a pallini, a righe, erano spettacolari, illuminavano l'ambiente con una luce né troppo accesa né troppo spenta, una luce soffusa, lo rendeva intimo.
Anche i tavoli erano in legno, levigato e lucido, le sedute di essi erano dei divanetti di pelle rossa, molto belli.
Jimin avrebbe dovuto aspettare Jungkook per entrare ma l'esterno di quel locale era così invitante che aveva fatto vincere la sua curiosità.
Appena entrò l'impressione fu ancora più bella di quella che provò al suo arrivo, aveva buon gusto Jungkook.
Diede una veloce occhiata tutto attorno a sé, si interruppe quando un cameriere si avvicinò sorridendo cordialmente, gli chiese se aveva prenotato, lui un po' titubante pensò che sicuramente fosse stato prenotato un tavolo, azzardò dicendo il nome di Jungkook.
Il cameriere tirò fuori un piccolo blocchetto che teneva sul taschino del grembiule, trovò subito la prenotazione sulla sua lista, sorrise all'opposto invitandolo a seguirlo al tavolo.
Una volta arrivati al tavolo il sorriso di Jimin si allargò ancora di più per quanto fosse stato possibile.
Era un tavolo da due posti, al centro di esso c'era una piccola cupola di vetro, all'interno una rosa rossa stabilizzata, era stupenda.
Quando alzò leggermente il capo arrossì, la causa fu la lanterna che scendeva verso il tavolo, era quasi sorprendente, raffigurava Il filo rosso intrecciato, quello famoso, quello che rappresentava il destino.
Era un vera perla quel locale, Jimin era ancora più contento di essere arrivato con un quarto d'ora in anticipo, non riusciva arrivare né puntuale al minuto né in ritardo, odiava entrambe le cose.
Dopo aver ammirato l'ambiente fece capolino la sua agitazione, quello era ufficialmente il loro primo e vero appuntamento, nessun conto della lavanderia era la causa del loro incontro, infine aveva capito che anche se era successo una seconda volta quella era stata palesemente una scusa per invitarlo a cena, non poteva immaginare che anche la prima aveva quella cosa in comune.
Jimin si stava torturando le mani, ma anche se il tempo sembrava trascorrere lentamente arrivarono anche le otto, ma non arrivò nessun messaggio, entrarono altri clienti ma nessuno assomigliava a Jungkook, nessuno era Jungkook.
Il povero biondino era all' oscuro di molte cose, una di queste era la doppia vita che aveva intrapreso da poco l'opposto, la prima stava ostacolando la seconda.
Il corvino aveva dovuto ritornare nei panni di Key prima del previsto, ovviamente a malincuore, non aveva avuto nemmeno il tempo di avvisare il biondino, ormai sapeva di aver già perso per sempre Jimin.
Era in volo, diretto per New York, aveva dovuto andare con urgenza, c'era in ballo il suo tour e non poteva permettersi di buttare tutto al vento.
In quel momento nel suo jet privato la sua maschera non serviva solo a proteggere la sua identità dal suo staff, serviva di più a celare le lacrime che scorrevano silenziose lungo il suo viso.
Anche Jimin stava trattenendo le lacrime, riuscì ad indossare un falso sorriso quando il cameriere arrivò verso il suo tavolo, ovviamente voleva sapere che fine avesse fatto l'altra persona, peccato che nemmeno lui lo sapesse.
Gli disse che aveva avuto un piccolo imprevisto e che purtroppo non poteva raggiungerlo, la fame gli era passata chiudendogli lo stomaco, si alzò dal tavolo comunicando al cameriere che se ne sarebbe andato per raggiungerlo, quante bugie stava dicendo in una manciata di minuti.
Appena fu fuori poté liberare le sue lacrime in solitudine, del suo bel sorriso di iniziò serata non c'era più traccia.Jimin lo conosceva da poco, ma la delusione che provò quella sera fu molta, chissà perché, si era messo di nuovo in gioco, aveva esposto il suo cuore,ma ora si pentiva di averlo fatto.
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Key "Il violinista" Jikook
RomanceATTENZIONE: QUESTA STORIA È FRUTTO ESCLUSIVAMENTE DI IMMAGINAZIONE, NE FATTI, NE PERSONAGGI SONO REALI Un famoso violinista si nasconde dietro una maschera, nessuno conosce la sua identità e tanto meno il suo volto, chiunque però conosce la sua musi...