Giocherellai nervosamente con il mio vestito, mentre Lisa ritoccava i miei capelli ed il mio trucco.
I miei capelli erano stati legati e successivamente annodati con due eleganti trecce, che si univano dietro la testa, giacendo sulla mia nuca. Il trucco era minimo, Lisa aveva continuato a ripetermi che, "Meno è meglio," ed io non potei che trovarmi più d'accordo di così.
Feci un paio di passi indietro, mentre Lisa mi esaminava il volto, "Wow, sei assolutamente stupenda, Elena."
"E Charlotte ha fatto un lavoro fantastico con questo vestito, sembra essere stato creato per te. Non delude mai!" Mi sorrise Lisa.
Il vestito che indossavo era assolutamente meraviglioso. Era di color oro, con dei brillantini che si notavano soltanto sotto la giusta luce. Aveva un ampio scollo a V, che metteva in risalto le mie spalle e le mie clavicole, poi scendeva stretto attorno alla vita.
L'abito ricadeva elegantemente lungo il mio corpo, accarezzandomi come se fosse una seconda pelle. Anche il retro aveva un ampio scollo a V che arrivava alla vita, la mia schiena era completamente scoperta. Il vestito garantiva un facile accesso al mio fondoschiena, evidenziandone la curva, prima di ricadere morbido lungo le mie gambe.
Lisa mi guardò, ammirando l'abito, "Era solita vestire la mamma di Griffin," ammise.
"Abeila adorava Charlotte. Scherzava spesso dicendo quando sarebbe stato perfetto poter mettere Charlotte all'interno della sua borsetta e portarsela ovunque così da poter essere sempre la donna con più stile presente nella stanza," Lisa si lasciò andare ad una triste risata.
Le appoggiai delicatamente la mano sul braccio.
"Per un momento, ho pensato che Gerald non sarebbe riuscito a superare la sua morte, quell'uomo era distrutto. E quei due ragazzi..." I suoi occhi brillarono per le lacrime.
"Griffin, quel bambino... era così piccolo," il suo mento tremò, mentre la sua voce si faceva sempre più sottile.
"Aveva gli incubi, ogni notte. Piangeva, seduto in un angolo della sua stanza quando era solo un bambino."
Mi guardò con gli occhi che ora, brillavano dalle lacrime. "Sono così felice che voi due vi stiate riavvicinando. Il primo giorno in cui tu e Griffin vi siete conosciuti al parco, ero presente. Dopo avervi visto giocare insieme, ho cominciato ad avere speranza per lui. Ma vedendovi ora, ho speranza in entrambi. Non lasciare che la maledizione vi faccia separare."
Lisa fece un respiro profondo, prima di riprendere a parlare, "Ho finito, dolcezza. Vado a far sapere a Griffin che sei pronta." Mi abbracciò un'ultima volta, prima di uscire dalla porta e richiudersela alle spalle.
La guardai e respirai profondamente, prima di uscire dalla mia stanza.
L'eco dei tacchi che indossavo, rimbombò lungo il corridoio vuoto. Mi passai le mani lungo l'abito, cercando di controllare le mie emozioni.
Svoltai l'angolo; il corridoio si apriva sulla magnifica sala da pranzo con un bellissimo caminetto nel centro. Griffin era in piedi, a guardare oltre la finestra, ma si voltò non appena sentì il ticchettio dei miei tacchi.
Nel momento in cui i suoi occhi si posarono su di me, un'emozione totalizzante gli travolse i lineamenti. Deglutì lentamente, mentre i suoi occhi mi mangiavano voracemente, più scendevano lungo il mio corpo, più la sua mascella si contraeva. Un'espressione dura gli adornò il volto, quando finalmente risalì, arrivando a guardarmi negli occhi.
"Se non ti piace l'abito, posso cambiarmi," l'incertezza mi colpì dritta in volto nel vedere la sua espressione.
"No. Non è che non mi piace," mi rispose.
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Griffin
ChickLitElena trascorreva la sua vita pacificamente, fino a che non fu obbligata ad unirsi alla famiglia Godson per pagare i debiti creati dalle generazioni prima di lei. A complicare ulteriormente le cose è Elena, che purtroppo cattura le attenzioni indesi...