"Sei sicura di volerlo fare?" Mi chiese Kate.
"Sì, non ho molte altra scelta, Kate," le risposi.
"Tonerà tra tre anni, se non di meno. Non posso rimanere seduta qui e lasciargli fare di me ciò che vogliono," ammisi.
"Ma stiamo parlando dei Godson. Sono... potenti e hanno molta influenza," disse Kate.
"Preferisci che non ci provi affatto?" Le chiesi.
"No! Non è quello che sto cercando di dirti, ho solo una brutta sensazione a riguardo, Elena," mi disse Kate sollevando entrambe le sopracciglia, preoccupata.
"Non possiamo saperlo. Devo almeno provarci," ammisi, passandomi una mano sul volto.
"Farò del mio meglio per cercare di rompere questa dannata maledizione in questi due anni, ma se non ce la farò, devo andarmene Kate. Devo... Non posso rimanere qui," nella mia voce si poteva capire quanto fossi disperata.
"Ok, ok. Ehi, ce la faremo. Andrà tutto bene," Kate cercò di farmi sollevare il capo, mi appoggiò una mano sulla spalla cercando di fare del suo meglio per confortarmi. "Possiamo farcela, ti aiuterò. Penso che dovremmo includere anche tuo fratello, potrebbe esserci utile," mi disse.
La guardai, "Non penso che dovremmo farlo," affermai.
"Perché no?" Mi chiese Kate.
"Penso che Logan tenga d'occhio mio fratello," ammisi.
"Bene, merda," disse Kate.
"Perché Logan dovrebbe controllare tuo fratello?" Mi chiese poco dopo.
"Non lo so, mio fratello non vuole parlarmene. Credimi, ci ho provato. Spero soltanto che non si metta nei casini a causa mia," le risposi.
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Tre anni dopo
Guardai attraverso il finestrino le case scorrermi davanti, i posti in cui ero cresciuta. Quel luogo e quelle persone che mi avevano vista crescere. Trascorrevamo molto tempo a giocare in giardino da bambini ed una risata triste mi scappò dalla gola.
Avevo fallito.
Non avevo trovato nulla a riguardo della maledizione. Non avevo trovato nulla alla residenza Godson, alla fine mi ero ritrovata con nulla in mano, se non con un peso nel petto che non voleva saperne di lasciarmi andare.
Mia zia, il più grande mistero. Si era rifiutata di parlare con me. Tutte le volte che... Avevo bisogno del suo aiuto avevo cercato di contattarla, ma lei si era rifiutata di parlarmi. Tra tutte le persone, pensavo davvero che lei fosse l'unica che potesse comprendere la situazione in cui mi trovavo.
Avevo pregato i miei genitori di farmi avere il suo contatto, ma con mio enorme shock, mi avevano comunicato che zia Anneta non voleva parlarmi.
Sarebbe potuta essere la parte più importante nella risoluzione di quel puzzle, ma non voleva parlarmi. Ero indecisa se piangere o ridere, non capivo più cosa fosse meglio.
Non capivo perché si rifiutasse, era mia zia, la mia famiglia. Pensavo volesse aiutarmi, come il Signor Godson avrebbe aiutato suo figlio.
Faceva un male atroce ed i miei occhi si chiusero a quel rifiuto.
Quello era il motivo per cui odiavo chiedere aiuto agli altri. Sentirsi rifiutati era una sensazione davvero orribile.
Una morbida mano si posò sulla mia, riportandomi alla realtà, "Hai tutto ciò che ti serve?" Mi chiese dolcemente, Kate.
Guardai la mia migliore amica che aveva ancora gli occhi rossi e gonfi.
Era stata al mio fianco dal giorno in cui le avevo raccontato tutto e, nonostante non volessi coinvolgerla, lei si era rifiutata di lasciarmi sola.
Mi aveva aiutato più di quanto aveva fatto la mia stessa famiglia.
Il cuore mi pesava nel mio petto, quando la guardavo.
"Sì. Starai bene, vero?" Le chiesi dolcemente.
Kate mi guardò, prima di riportare la sua attenzione sulla strada. I suoi occhi cominciarono ad inumidirsi, mentre si lasciava scappare una risata priva di umorismo ed io sapevo che la colpa era solo e soltanto mia, "Sì, certo," mi rispose.
Le strinsi la mano. "Ehi, ci vedremo di nuovo quando le cose si sistemeranno," la rassicurai.
"Lo so," mi disse, con un sorriso sulle labbra.
Si morse il labbro inferiore.
"L'affittuario ti ha inviato tutte le carte, vero? Sa che stai arrivando?" Mi chiese Kate.
"Sì, ho fatto una chiamata Skype ed ho visionato personalmente il posto. Grazie per aver coinvolto tua zia ed aver sistemato le cose. Non ce l'avrei mai fatta senza di te, Kate," le dissi sinceramente.
"Ehi, te l'avevo detto che ti avrei aiutata." Mi strinse la mano.
"E il lavoro?" Mi chiese Kate.
"Sistemato anche quello. Ho fatto una colloquio tramite Skype e mi hanno confermato che la posizione sarà mia quando arriverò," le risposi.
Kate annuì, "Bene, bene," sapevo che la sua mente stava elaborando molte informazioni.
"Ehi, rilassati. Starò bene. Ce la faremo," le sorrisi e lei si voltò verso di me, sorridendomi di rimando. "Sì, ce la faremo." Ripeté.
Trovammo un parcheggio libero e Kate mi aiutò a prendere la mia valigia dalla macchina.
Kate guardò il mio bagaglio, finché non riuscimmo a scaricarlo dal bagagliaio, poi mi guardò con gli occhi pieni di lacrime, che stava cercando di trattenere. "Stai diventando troppo magra. Non dimenticarti di mangiare, so che tendi a lavorare troppo," mi disse.
"Lo farò, te lo prometto. Lo stesso vale per te," le dissi facendo un passo verso di lei.
"Grazie per avermi aiutata," ammisi, ogni fibra del mio corpo mi urlava di rimanere, mentre guardavo la mia migliore amica per quella che sarebbe potuta essere l'ultima volta.
"Ti voglio bene, Kate," la strinsi in un abbraccio.
"Ti voglio bene anche io," mi rispose la mia migliore amica, stringendomi a lei.
"Te ne voglio davvero, Kate. Non so cosa avrei fatto senza di te," dissi, mentre le lacrime cominciavano a rigarmi le guance.
La mia migliore amica mi strinse ancora più stretta, singhiozzando. Guardai oltre le sue spalle, ma la mia vista si offuscò, non riuscivo più a vedere niente, riuscivo solo a sentire le braccia tremanti della mia amica avvolte attorno al mio corpo.
"Ci sarò sempre per te, non dimenticarlo mai," mi disse.
Mi ritrassi, asciugandole le lacrime, "Lo so, ci sarò sempre anche io per te," le dissi.
Dopo aver guardato la mia migliore amica per l'ultima volta, entrai in aeroporto.
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Griffin
ChickLitElena trascorreva la sua vita pacificamente, fino a che non fu obbligata ad unirsi alla famiglia Godson per pagare i debiti creati dalle generazioni prima di lei. A complicare ulteriormente le cose è Elena, che purtroppo cattura le attenzioni indesi...