Capitolo 42: Ce la faremo

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I miei piedi continuarono a muoversi, non mi fermai neanche per riprendere fiato. Continuai a correre, imperterrita. I rami mi colpivano sul volto, mentre sentivo la mia pelle bagnarsi, non sapevo se era sudore o sangue, ma non mi importava. Continuai a correre. Corsi sentendo i polmoni stringersi, le gambe bruciare ed il cuore sul punto di uscire dal petto.

Continuai a correre anche quando un ramo mi sferzò duramente il volto, facendomi sfuocare la vista ed irradiare il dolore sul mio viso. L'immagine di Griffin, quasi esanime, contro quell'albero mi ricomparve davanti ed il mio respiro cominciò a diventare affannato, mentre l'aria sembrava farsi sempre più densa. Continuai a correre.

Il dolore partì dalle punte dei miei piedi, propagandosi per tutto il mio corpo, che tremò. I miei occhi bruciarono, mentre l'aria usciva dai miei polmoni, stavo cadendo. Il mio corpo cadde al suolo con tonfo ed un crack. Il dolore si irradiò nel mio corpo come mai prima. "Ahia!!!" Gemetti, sdraiata al suolo.

Il mio respiro diventò pesante, mentre guardavo il danno che avevo fatto. Mi guardai attorno, in ogni direzione e con una mano mi toccai la coscia. "Ahia!!" L'area era così dolente che mi faceva male anche solo toccarla, il sangue cominciò a fuoriuscire.

Feci un paio di respiri profondi, poi serrai le labbra. "Puoi farcela, Elena! Puoi farcela!" Mormorai a me stessa. Appoggiai una mano al ramo, ma quel movimento mi causò così tanto dolore che dovetti fermarmi. Il mio corpo si accasciò, mentre le mie spalle tremarono tra le lacrime, "Perché mi stai facendo questo? Sono sempre stata una brava persona. Una persona buona." Dissi guardando il cielo.

Silenzio.

"Era come pensavo."

Abbassai lo sguardo verso la mia coscia, inalai un respiro profondo e, lentamente, esalai.

Appoggiai entrambe le mani sopra il ramo ed inalando, mi sollevai.

Dei brividi di dolore mi sovrastarono.

"Ahi. Oh Dio! Oh Dio!" Cercai di fare del mio meglio per mantenere un tono pacato. Con le ultime forze che avevo in corpo ed un'ultima spinta, il ramo finalmente uscì.

Le mie mani tremarono, mentre guardavo il sangue uscire dalla ferita ancora aperta. Sentii le labbra diventare fredde, mentre il calore zampillava fuori dal mio corpo.

Strappai un altro pezzo della mia maglietta e lo legai attorno alla coscia, per fermare il sanguinamento. La bile minacciava di uscirmi dalla gola.

Rimasi seduta a lungo prima di sollevarmi, i miei muscoli si contrassero per il dolore.

Non ci riuscii.

Riprovai.

"Su, alzati. Per favore," pregai il mio corpo.

Ma non mi ascoltò.

Con le forze rimaste, cominciai a strisciare.

"Andiamo, puoi farcela!" Mi dissi, a denti stretti.

Udii dei passi pesanti alla mia sinistra e mi voltai verso la spessa fila di alberi. Dopo quella che mi sembrò un'eternità, mi distesi e rimasi in ascolto.

Sentii altri passi. Il cuore mi risalì in gola, mentre continuavo a strisciare.

Le mie braccia tremarono, dovendo sopportare il peso del mio corpo. Cercai disperatamente di muovermi più velocemente, ma non fu abbastanza. Sentii i passi arrestarsi.

Impaurita, continuai a strisciare, ancora più duramente.

"L'ho trovata! É qui!" Annunciò la voce di un uomo.

L'uomo corse verso di me, mentre io continuavo a lottare con le braccia.

"Elena! Sono io, Logan!" Disse l'uomo.

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