Capitolo 60: Nel bene e nel male

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Lo stress lo stava mangiando vivo.

Il suo computer era acceso in salotto dalla mattina presto, mentre una tazza di caffè giaceva sul tavolino.

Ne bevve un sorso, i suoi capelli erano scombinati ed i suoi occhi stanchi, sembrava non dormisse da giorni.

La sua postura esprimeva quanto fosse esausto, le spalle erano tese e ricurve mentre lavorava al computer.

Dall'ultima visita a suo nonno, Griffin si era immerso nel lavoro ancora più di prima, anche se non pensavo fosse possibile. Mi aveva detto di andare a letto prima di lui la notte precedente, così mi ero addormentata e risvegliata senza di lui al mio fianco. Non sapevo se non aveva dormito o se si era solo svegliato prima di me.

Aveva bisogno di riposare.

Aprii il frigo e presi il porridge che gli avevo preparato la sera precedente.

Ci avevo messo del latte d'avena, dello yogurt greco, dei semini di Chia ed una mela tagliata a fette. Avevo concluso il tutto con una cucchiaiata di miele.

Aprii la ciotola e presi un piatto, "Devi mangiare qualcosa, oltre che bere caffè," gli appoggiai il contenitore davanti.

Mi guardò con un sorriso stanco, delle borse violacee contornavano i suoi occhi. "Penso che le mie mani siano troppo impegnate per poter mangiare. Se mi imboccassi, sarei in grado di mangiare."

"Griffin, hai dormito la scorsa notte?" Gli chiesi. I suoi occhi erano esausti, nonostante cercasse di scherzare.

Distolse lo sguardo. "Sì," disse, tornando a guardare il computer.

Perché avevo la sensazione che mi stesse mentendo?

Appoggiai entrambe le mani sul suo volto, obbligandolo a guardarmi. "Amore, permettimi di aiutarti," gli sussurrai, cercando il suo sguardo.

Griffin voltò completamente il suo corpo, prima di appoggiare il capo contro la mia spalla.

"Qualsiasi cosa tu stia affrontando... facciamolo insieme. Non portarti tutto il peso sulle spalle. Possiamo farlo insieme. Nel bene o nel male, dobbiamo esserci l'uno per l'altra. Non fare tutto da solo, per favore," lo pregai.

Allacciò le braccia attorno alla mia vita ed io posai la mia mano, delicatamente, tra i suoi capelli.

"Penso che dovresti riposare. Quando ti sveglierai, parleremo, d'accordo?" Cercai di farlo ragionare.

Rimase in silenzio.

"Per favore, lo faresti per me?"

Mi guardò, sembrava ancora più stanco visto da vicino. Era difficile vederlo così.

"Ti farò da cuscino," cercai di negoziare.

Un sorriso gli incurvò le labbra, "Ok," acconsentii.

"E quando ti risvegli, dovrai mangiare il porridge, ok?"

Sembrò pensarci su.

"Solo se mi imbocchi," ghignò.

Gli baciai la fronte, "Naturalmente."

Appoggiai il contenitore in frigo, prima di condurlo sul divano. Presi un cuscino ed una coperta. Mi appoggiai il cuscino sul grembo e Griffin si distese, appoggiandoci sopra il capo.

"Come stai di stomaco?" Mi guardò, la sua mano si sollevò e mi accarezzò gentilmente i capelli.

"Mi sento ancora un po' scombussolata" gli risposi, sorridendogli.

"Dovremmo chiamare il Dottore, potrebbe essere qualcosa di serio."

Scossi la testa.

"Per favore? Mi aiuterebbe a sentirmi meglio." Mi pregò.

GriffinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora