Si sedette al mio fianco del suo aereo privato con un bicchiere di whiskey in mano e lo sguardo rivolto verso il finestrino.
Non aveva detto neanche una parola, sorseggiava il suo whiskey in silenzio.
Mi guardò, "Ne vuoi anche tu?" Mi chiese.
Questa volta fui io ad ignorarlo, mi voltai dall'altra parte, guardando oltre il finestrino.
Strinsi gli occhi e lo guardai dal riflesso, vedendo che teneva la bocca chiusa. Si portò il bicchiere di whiskey alle labbra con un sorriso.
"Particolare," disse.
Mi voltai completamente verso di lui, "Cosa?" Gli chiesi.
"Sei particolare. Sei gentile con tutti, tranne che con me, perché?" Mi chiese.
"É come se mi stessi chiedendo perché il cielo è blu, è solo-" Iniziai.
"In realtà, la scienza spiega perché il cielo è blu. Perché gli altri, tranne me?" Mi richiese, c'era qualcosa di diverso nel suo tono e nell'espressione del suo volto che mi fece fermare e considerare davvero la sua domanda.
E nonostante i miei pensieri, non riuscii a trovare una risposta. Era a causa della maledizione?
"Perché tu sei l'unico che fa uscire questo lato di me," ammisi. Dopo aver ascoltato le mie parole, mi accigliai.
Ripensandoci, mi accigliai maggiormente. Sollevai lo sguardo, i suoi occhi erano già puntati su di me.
Non riuscendo a sopportare oltre, reclinai lo schienale del mio sedile e mi sdraiai, portandomi la coperta fino al mento.
Chiusi gli occhi.
Ci misi un po' ad addormentarmi, ma ce la feci. Griffin rimase seduto al mio fianco, continuando a sorseggiare il suo whiskey in silenzio.
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Venni svegliata da una hostess, che mi guardò sorridendo. "Buongiorno, stiamo per atterrare. Qui ci sono dei vestiti puliti e delle cose per lavarti. Il bagno è da quel lato," mi indicò la direzione.
Presi ciò che mi stava porgendo, ringraziandola. Mi guardai intorno e come se mi stesse leggendo nel pensiero riprese a parlare, "Il Signor Griffin ha ricevuto una chiamata importante, si trova nella cabina del pilota. Tornerà a breve," mi disse con un sorriso.
Le sorrisi lievemente, prima di dirigermi verso il bagno. Una volta dentro, chiusi la porta a chiave, appoggiandoci contro la schiena e facendomi lentamente scivolare contro il pavimento.
Cosa diamine è successo ieri notte? Chiesi a me stessa.
Perché diamine gli ho risposto in quel modo?!
Rimasi sul pavimento a pensare alle mie parole, quando sentii dei movimenti oltre la porta. Mi alzai velocemente ed aprii l'acqua della doccia.
Quando tornai, Griffin era seduto al suo posto, con il computer acceso davanti a lui.
Sollevò lo sguardo quando sentì la mia presenza ed i suoi occhi si puntarono sul mio vestito. Era un abito giallo che mi arrivava leggermente sopra alle ginocchia. Dalla morbidezza del tessuto, doveva essere piuttosto costoso.
"Mangia qualcosa, atterreremo tra 30 minuti," mi disse.
Davanti al mio posto erano stati appoggiati un caffè, dei bagel, dei cornetti, delle uova con il bacon ed un piatto di frutta.
Presi il caffè, cominciando a sorseggiarlo. Griffin bevve il suo, mentre i suoi occhi rimanevano su di me.
"Elena. Mangia qualcosa," mi disse.
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Griffin
ChickLitElena trascorreva la sua vita pacificamente, fino a che non fu obbligata ad unirsi alla famiglia Godson per pagare i debiti creati dalle generazioni prima di lei. A complicare ulteriormente le cose è Elena, che purtroppo cattura le attenzioni indesi...