Capitolo 48: II Anno della scuole superiori - II Parte

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II Anno della scuole superiori - II parte

Sapeva che non fosse una buona idea continuare a guardarla.

Ma era come se lei avesse un dispositivo magnetico che lo attirasse continuamente. I suoi occhi la trovavano sempre, anche se non ci provava e non lo voleva.

Era stato bravo nel corso di quegli anni, aveva sempre mantenuto le distanze. Ma stava diventando sempre più difficile e biasimava i suoi ormoni adolescenziali.

Era appoggiato contro l'armadietto vicino a quello di Blake, in attesa che l'amico recuperasse le sue cose.

Aveva piena visione su Elena, in piedi affianco al professor Mattigon, appena fuori dalla sua aula.

Stava ridendo alle parole dell'uomo. La mascella di Griffin era contratta. Si allontanò dall'armadietto.

"Griffin! Stai bene? Ti ho chiamato cento volte. Andiamo, prima che l'allenatore ci spacchi il culo," disse Blake.

Griffin guardò l'amico, dibattendo le sue diverse opzioni.

"Ragazzo, conosco bene quello sguardo. L'allenatore ci ucciderà entrambi, se non ti presenti. Non ha preso bene i tuoi continui ritardi delle ultime settimane. Non gli importa se sei la stella della squadra, sei sulla sua lista nera al momento," continuò Blake.

Griffin guardò nella direzione della ragazza, che ormai se n'era andata.

"Su, andiamo!" Blake lo spinse nella direzione opposta.

"Ok, cammino, cammino," disse Griffin, ancora irritato.

"Amico, cosa cazzo ti prende? Su con l'umore!" Lo confortò Blake.

Blake non aveva idea che stava per perdere i denti.

Odiava lavarsi nella palestra della scuola. Ma la sua irritazione non voleva saperne di dissiparsi, così si diresse nel campo della scuola sperando di riuscire a smettere di pensare.

La sua tenuta di allenamento era attaccata al suo corpo a causa del sudore, nulla che una doccia fredda non potesse sistemare, anzi avrebbe probabilmente potuto aiutare anche la sua testa, oltre che il suo corpo.

Con un asciugamano legato in vita, uscì dalla doccia, raggiungendo lo spogliatoio.

Si diresse verso il suo borsone per prendere i vestiti puliti, ma non lo trovò.

Guardò i suoi compagni di squadra che si stavano già vestendo.

Rilasciò un respiro profondo. Qualcuno lo stava prendendo in giro.

"Oggi è una brutta giornata. Chi è stato?" Guardò i suoi compagni che evitarono accuratamente il suo sguardo.

"É stato Blake. Ha ridacchiato ed è uscito dallo spogliatoio con il tuo borsone in mano," gli rispose uno dei suoi amici.

Immaginava che fosse finalmente arrivato il giorno in cui Blake avrebbe perso un paio di denti.

"Gli farò una nuova dentatura!" Urlò Griffin, prima di uscire in corridoio.

Guardò il corridoio vuoto, le lezioni erano terminate ore fa. Non c'era nessuno all'orizzonte, fatta eccezione per alcuni professori.

"Blake!" Urlò Griffin, in corridoio.

"Giuro su Dio che se ti trovo, ti-" Voltò l'angolo, scontrandosi contro qualcuno che rimbalzò all'indietro per l'impatto. Con i riflessi pronti, sporse entrambe le braccia afferrando la persona che stava per cadere.

Una montagna di capelli scuri gli finirono sulle braccia, mentre una pelle morbida si appoggiava contro il suo petto.

"Mi dispiace. Stai bene?" Le chiese Griffin.

Lei sollevò il capo e lui spalancò gli occhi.

"La mia testa. Cammini sempre con un sasso in mano?" Si toccò la testa prima di aprire gli occhi.

Quando lo fece, i suoi occhi marroni si persero nei suoi. Gli occhi di Griffin la studiarono da vicino, si soffermarono sulla spruzzata di lentiggini sul naso, sul volto regolare e sulle labbra imbronciate.

I suoi capelli, avrebbe potuto passare le mani in quella distesa di seta per tutto il giorno.

Le sue mani erano ancora ancorate alla sua vita, lei si sentiva così sicura premuta contro di lui, ma doveva fermarsi.

"Oh mio Dio! Perché sei nudo?!" Urlò lei, allontanandosi dalle sue braccia.

"Cosa?! Non sono nudo, ho un asciugamano in vita," Griffin si guardò.

Lei analizzò ogni centimetro del suo corpo, a lui piaceva quando lo guardava così. Gli piaceva un po' più del dovuto, così cerco di mantenere la calma.

"Perché sei nudo in mezzo al corridoio?!" Domandò nuovamente.

Lui chiuse gli occhi e contò fino a tre per cercare di calmarsi.

"Ancora, ti ripeto che non sono nudo. Se non sai la differenza, sono più che felice di mostrartela," le rispose con un sorriso, dopo aver ripreso il controllo di sé.

"Sei incredibile," disse lei, scuotendo la testa.

"Cosa? Non credi che ne sia capace?" Chiese di nuovo.

Lei arrossì, facendo un passo indietro.

Gli piaceva la sua reazione, stava arrossendo. Stava bene su di lei quel colore.

Lui stava bene su di lei.

Cazzo. Calmati, ragazzo.

Lei abbassò lo sguardo verso il libro dimenticato, che con l'impatto era caduto sul pavimento.

Lui fu più veloce. Prese il libro dal pavimento prima che lei potesse piegarsi.

"Dammelo," gli ordinò.

Cominciò a sfogliarne le pagine.

"Dammelo!" Ordinò a voce ancora più alta.

"Sei sordo? Ti ho detto di ridarmelo!" Questa volta si sporse verso di lui, che alzò il braccio sopra la testa. Non ce n'era bisogno, era nettamente più bassa rispetto a lui, ma voleva sentirla più vicina.

Diamine, si sarebbe preso ciò che avrebbe voluto.

Lui era troppo alto per lei, che non aveva idea di come riprendersi ciò che era suo.

A questo punto, neanche lui era più sicuro di volerglielo dare.

Gli sorrise, il libro giaceva ancora sopra la sua testa.

Sperava che lei si arrampicasse sul suo corpo.

Sogna, ragazzo, sogna.

Poi si sentì in colpa, "Stavo scherzando, tieni il libro," glielo porse.

Lei socchiuse le palpebre, prima di prenderlo rapidamente dalle sue dita.

Prese il libro, asciugandoselo contro il tessuto dei jeans, mentre il suo sguardo rimaneva puntato su di lui.

"Guarda dove vai la prossima volta, Elena," disse di spalle, continuando a camminare. Un sorriso gli incurvò le labbra.

Blake potrà tenersi i suoi denti, dopo tutto.

Lei si voltò, cominciando a camminare nella direzione opposta, sperando di non scontrarsi più con quel ragazzo.

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