And i miss the days when i was
young and naiveOLIVIA RODRIGO
Evangeline
4 anni prima
31 maggio 2019Capii che sarebbe stata una giornata di merda quando, uscendo di casa, trovai la lettera di avviso di sfratto attaccata alla mia porta.
Immaginavo che sarebbe successo, considerando che il mio stipendio al pub non bastava neanche per coprire la metà del prezzo stabilito, speravo solo che i miei risparmi sarebbero bastati per un'altro anno. Una volta al college non avrei più avuto questo problema, ero stata obbligata ad andare a Harvard da mio padre, perciò avrebbe pagato lui.Sospirando uscii di casa, preparandomi mentalmente per affrontare una giornata come questa. Pioveva a dirotto, la strada era intasata dal traffico e come se non bastasse ero in ritardo.
Non che a qualcuno interessasse se arrivavo a scuola in ritardo, i professori non mi dicevano nulla, ma se papà lo avesse scoperto sarei stata nei casini.
Impiegai quasi un'ora per arrivare a scuola e altri trenta minuti per trovare un parcheggio libero. Varcai l'ingresso nell'esatto momento in cui suonò la campanella dell'ora di pranzo.
Quando entrai nell'aula di matematica la trovai vuota, fatta eccezione per James e il professore che erano impegnati in una conversazione non molto piacevole.
Il professore stava alzando la voce e guardando bene James, non sembrava affatto stare bene.<< No, Anderson. Questa volta non accetto scuse, non hai portato nessun compito fatto, con la scusa di aver dimenticato tutto a casa. Mi stai costringendo a chiamare i tuoi genitori. >> James non rispose, si limitò a guardare fuori dalla finestra.
Notai che stava stringendo i pugni e ogni muscolo del suo corpo era contratto. Capii, dal suo sguardo vuoto, che stava avendo un attacco di panico e il professore stava solamente peggiorando le cose.<< Professore, scusi il disturbo, ma non credo che dovrebbe arrabbiarsi con James. È colpa mia, venerdì ha lasciato il materiale a casa mia e dato che sono stata fuori città non ha potuto riprenderselo. >> Dissi entrando.
Il professore mi guardò con l'espressione di uno che sapeva che stavo mentendo, ma io andai avanti con la mia messinscena.
Ormai, mentire era la cosa che mi riusciva meglio.<< Se posso chiedere, signorina Morris, per quale motivo James era a casa sua? >> Domandò sicuro di aver fatto una domanda che mi avrebbe fatto ammettere di aver mentito. Peccato che io avessi già previsto la sua domanda.
<< Non lo vuole sapere davvero. >> Dissi lanciando uno sguardo con la coda dell'occhio a James.
Aveva iniziato a rilassarsi un po'.<< Oh, invece sono proprio curioso. >> Mi sorrise falsamente, come se mi avesse nel sacco.
<< Gli stavo spiegando gli angoli, specialmente quelli da novanta gradi. James aveva bisogno di ripetizioni. >> Ci mise qualche secondo per capire a cosa alludevo, quando lo fece spalancò gli occhi e indicò la porta.
<< Uscite, subito. Anderson, per questa volta non chiamerò i tuoi genitori ma spero per te che la prossima volta mi porti tutti i compiti fatti. >> Presi per mano James e lo trascinai fuori.
Si era tranquillizzato e stava sorridendo, anche se un po' a fatica.Una volta arrivati alla fine del corridoio mi voltai, per vedere se c'erano ancora segni del panico che lo stava assalendo poco fa.
<< Stai bene? >> Chiesi appoggiandomi alla parete.
Per fortuna il corridoio era deserto, perciò poteva riprendersi senza dover badare agli altri.
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Betrayal
ChickLitVOLUME 4 Un tradimento dopo l'altro. James ed Evangeline si conoscono da quando erano piccoli ma si sono sempre ignorati. James la ammirava da lontano: bella, popolare e dalla vita apparentemente perfetta. Evangeline, invece, era troppo impegnata a...