17. I don't regret a thing

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We're not the only ones, I don't regret a thing
Every word I've said,
you know I'll always mean
It is the world to me that you are in my life

ADELE

Evangeline

Presente
20 settembre 2022


<< Calmati, è solo un allenamento non una partita nazionale. >> Borbottò James, ridendo della mia eccitazione per un semplice allenamento.

Per lui non era niente di nuovo, tranne per il fatto che ci sarei stata anche io, per me era molto più importante. Era un'altro passo avanti.
L'avrei visto in quello che era diventato il suo ambiente, dove lui stava bene dopo la morte di suo fratello.

Quando arrivammo all'entrata della palestra James mi strinse la mano e salutò alcuni dei suoi compagni.

<< Lei deve essere Evangeline, la famosa ragazza del nostro capitano. >> Disse uno di loro avvicinandosi.

<< Siamo contenti di averti tra di noi oggi, chiedevamo al tuo uomo di farti venire da mesi. >> Accennai un sorriso, notando che James era a disagio.

Guardando sugli spalti notai che non ero l'unica ad essere venuta a vederli, e tra tutta quella gente notai solo una ragazza che conoscevo.

James intuì che mi sarei unita a lei, mentre lui andava a cambiarsi per iniziare e annuì.

<< Vai, io devo andare nello spogliatoio. Ci vediamo dopo. >> Mi lasciò un bacio sulla fronte che mi prese alla sprovvista e poi si allontanò con il suo compagno.

Io mi diressi da Evelyn, che si accorse di me solo quando mi sedetti accanto a lei, essendo concentrata sul telefono.

<< Ciao. >> Mi salutò sorridendo.

<< Ciao, non sapevo seguissi il basket. >> Dissi.

<< Oh, non lo seguo. Sono stata costretta a venire da una ragazza ma è sparita poco fa con un giocatore. Se avessi saputo che ci saresti stata anche tu sarei venuta più volentieri. >> Accennò un sorriso.

Aveva i capelli arruffati come se fosse stata buttata giù dal letto e indossava dei jeans neri con un maglioncino bianco.
Se non l'avessi conosciuta probabilmente avrei pensato che fosse una liceale, dato che sembrava molto più piccola della sua età.

<< Il tuo ragazzo fa parte della squadra? >> Domandò voltandosi verso di me, per niente interessata ai ragazzi che giravano senza maglia come lo erano le altre ragazze poco distanti da noi.

<< James è il capitano. >> Risposi vedendolo uscire dallo spogliatoio con addosso la divisa addosso e una palla tra le mani.

Dopo aver parlato con l'allenatore James tornò dai suoi compagni e disse loro cosa avrebbero dovuto fare, dato che il coach era impegnato con il preside.

E così l'allenamento iniziò e io mi resi conto che James era davvero bravo. Sembrava un'altra persona sul campo, si divertiva e non aveva mai il solito broncio.

Vederlo destreggiarsi come se fosse un professionista e sorridere come se fosse un bambino mi fece sentire bene. Su quel campo sembrava lo stesso ragazzo che avevo conosciuto anni prima.
Ora capivo davvero il perché quello sport fosse indispensabile per lui, non solo lo faceva sentire più vicino a Nathan, ma lo faceva stare bene.

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