25. Un crisantemo

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PRIMA PARTE

Choose your last words, this is the last time
'Cause you and I, we were born to die

LANA DEL REY
Born to die

James

26 settembre 2022

Capii che c'era qualcosa che non andava non solo dallo sguardo deluso di Evangeline, ma anche da quello dei miei fratelli.
I miei genitori mi osservavano dall'altra parte della sala, anche loro delusi, perché non mi ero presentato al compleanno della mia ragazza.

Loro non lo sapevano, ma le ultime ore erano state un'inferno.
Harry aveva capito che c'era qualcuno che li spiava dall'interno, non sapeva che fosse sua figlia, ma sapeva di essere stato tradito e ci aveva teso una trappola.

Eravamo riusciti a cavarcela, ma solo con l'aiuto di Alexander che aveva scoperto tramite una certa Eva qual'era l'intento del padre di Evelyn.

Avevo fatto il possibile per arrivare in tempo per aiutarla, ma non ce l'avevo fatta.

Venne verso di me, con un'andatura disinvolta, per evitare di attirare l'attenzione. Mi prese il polso e mi trascinò nella parte della casa riservata ai domestici, dove loro lavoravano e agli ospiti non era permesso entrare.

Si chiuse la porta alle spalle, c'eravamo solo noi in quel lungo corridoio. Erano tutti impegnati a servire nella sala accanto, nessuno sarebbe entrato nei prossimi trenta minuti.

Dal suo sguardo intuii che questa conversazione non sarebbe finita bene.

<< Mi dispiace. >> Non avevo scusanti che potessero reggere. O meglio, le avevo ma lei non poteva saperlo.
Non ancora.

<< James... >> Socchiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo.

<< Eri con lei, vero? >> Chiese infine, con voce apatica. Non c'era traccia dell'Evangeline che conoscevo da anni, era di nuovo quella ragazza senza sentimenti che avevo ammirato da lontano durante la mia infanzia.

<< Line... >> Sussurrai, consapevole di non poter dissentire perché l'altra opzione era dirle la verità.
Ma non potevo farlo, se glielo avessi detto non sarebbe stata al sicuro. Harry lo avrebbe capito, la tenevano d'occhio da anni.
Probabilmente ora c'era una delle sue spie, qui fuori, intenta a spiarci dalla finestra.

<< Rispondi, James. >> Distolsi lo sguardo, non riuscendo a mentirle così spudoratamente.

<< Aveva bisogno di me. >> Non le dissi la verità, ma neanche una bugia. Odiavo doverle mentire, però ero consapevole che se non l'avessi fatto avrebbe corso un pericolo superiore a quello che correva ora.
Glielo avrei detto, ma non oggi. Prima dovevamo neutralizzare il potere che aveva Harry sui suoi uomini.

<< Anche io. >> La maschera crollò, la voce incrinata, gli occhi lucidi.
Mi odiai, ma non potevo fare altro che lasciare che credesse che non provavo più niente.

Si sbagliava, ovviamente. Amavo Evangeline e proprio per questo avevo preso una decisione.

<< Sai James, ho aspettato tanto. Non solo stasera, ma per quattro anni io ho atteso, ho sperato che tu riuscissi a superare la morte di tuo fratello, ho sperato che ti accorgessi di non essere solo, che qui, proprio davanti a te c'era qualcuno che voleva che ti aprissi, che ti sfogassi. Ho passato quattro anni sopportando i tuoi sbalzi d'umore, la tua freddezza, il tuo... >> Prese un respiro, la voce le tremava e le lacrime le bagnavano le guance.
Era distrutta, eppure mi stava parlare con un sorriso sulle labbra.

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