24. She knows

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PRIMA PARTE

They say all's well that ends well,
but I'm in a  new Hell
Every time you double-cross my
mind

TAYLOR SWIFT
All too well  (10 minutes version)

Evangeline

26 settembre 2022

Ieri io e James non ci eravamo visti.
Quando mi ero svegliata lui era andato via ed è tornato quando ero già a letto.
Mi aveva chiamata, dopo non essersi fatto sentire per tutta la mattina, dicendomi che era andato a New York per risolvere un problema con suo padre.

Avevo capito subito che aveva mentito. Non andava mai a New York per risolvere i problemi dello studio di suo padre, lo facevano sempre tramite telefono e in ogni caso non accadeva quasi mai.

Poi, mi ero accorta che neanche Evelyn era a scuola. L'avevo cercata tutto il giorno ma anche i professori mi avevano detto che era assente, avevano parlato di influenza ma quando ero andata a controllare nella nostra stanza non c'era.

Non volevo trarre delle conclusioni errate, ma non poteva essere una coincidenza.
Mya mi aveva detto, senza che glielo chiedessi, che Evelyn le aveva detto che sarebbe andata fuori città.
Quindi a questo punto non potevo ignorare la sua bugia.
Non potevo esserne sicura, ma me lo sentivo.

Sentii il telefono squillare, mentre nella mia camera d'infanzia mi preparavo per la festa che i miei genitori davano ogni anno. Era il mio compleanno, eppure il mio ragazzo non si era ancora fatto sentire.
Ero uscita prima che si svegliasse e sapevo che questa mattina doveva mettersi in pari con lo studio, per questo non lo avevo chiamato.

<< Ehi. >> Risposi, portando il telefono all'orecchio.
Non volevo rischiare che i miei genitori sentissero qualcosa che non avrebbero dovuto sentire.

<< Ehi, perché non mi hai chiamato per tutto il giorno? >> Disse con calma.

Applicai il gloss, prima di rispondere.

<< Stavi studiando, non volevo disturbarti. >> Dissi, sistemandomi i capelli dietro le spalle. Avevo fatto i boccoli e per la prima volta mi erano anche venuti bene.

<< Io aspettavo che mi disturbassi, credevi fossi troppo impegnata con i preparativi per chiamarmi. >> Sentii che il DJ azionava la musica al piano di sotto, segno che la festa sarebbe iniziata a breve.

<< Comunque sto uscendo ora di casa, tra dieci minuti sono lì da te. >> Continuò.
Dai uniti di sottofondo intuii che stava partendo ora da casa sua.

<< D'accordo, credo che alcuni invitati siano già arrivati. Ci vediamo tra poco. >> Chiusi la chiamata, sentendo dei passi avvicinarsi alla porta della mia stanza.

Pochi secondi dopo entrò mia sorella, con la sua solita espressione infastidita. Mi squadrò da capo a piedi, guardandomi come se fosse sul punto di vomitare.

<< Sono arrivati quasi tutti, papà ha detto che devi scendere. >> Disse con tono cinico, per poi voltarmi le spalle e dire: << Comunque, quel vestito ti sta veramente di merda. >> mentre usciva dalla stanza.

Sorrisi, perché se Janette diceva che il vestito mi stava male significava che in realtà stavo così bene da metterla in secondo piano. Effettivamente l'abito mi stava benissimo, nonostante la sua semplicità.

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