14. Adorabile

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Ora è buio ed è vuoto intorno
e alla fine sai che non dormo

ULTIMO

James

Presente
18 settembre 2022

L'essere scappata da Alexander per miracolo non le aveva tolto il sonno, come credevo sarebbe successo.
Ne ero rimasto stupito, quando la mattina stessa dell'accaduto aveva detto di voler andare comunque a lezione, ma poi mi ero ricordato di come Evangeline affrontasse i problemi.

Ricordai di quella volta in cui mi confidò che vedeva la vita come un campo di battaglia, che tutti gli spettatori aspettavano solo il tuo fallimento, il momento in cui saresti crollato. Mi disse che il metodo per vincere sempre era non far vedere agli altri quanti fossi distrutto, mostrando loro una persona indistruttibile.

Non voleva mostrare a chiunque la stesse perseguitando - secondo i sospetti di mio fratello e Audrey era Alexander - che in realtà la stesse spaventando a morte.

Non mi aveva apertamente detto di essere spaventata, così come ogni volta che tiravo fuori il discorso lei si affrettava a cambiarlo.
Lo avevo capito, però, da come ogni volta che ci trovavamo in pubblico si guardava intorno, come se si aspettasse che quella era persona si trovasse sempre nei paraggi.

Odiavo quella situazione e ancora di più odiavo non poter fare niente. Persino Audrey non si stava immischiando troppo con le indagini sul caso, dato che le era stato chiesto solamente di collaborare, non di trovare il colpevole.

Asher mi aveva detto che negli ultimi giorni l'aveva vista molto strana, un po' pensierosa. Sapeva che nonostante avesse promesso di tenersene fuori, per non mettere a rischio la sua vita ora che Alexander era fuori di prigione, in realtà lei desiderava trovare l'assassino dei suoi genitori.
Voleva sapere perché Alexander avesse ucciso tutti quegli studenti e quelle persone, a New York, spingendo tutti a crederlo colpevole.

Voleva indagare e nonostante Asher le avesse detto che era libera di farlo, dato che credeva che si sarebbe opposto, continuava a tenersi lontana dai guai.
Immaginavo che fosse per tenere al sicuro Asher e sua sorella, che al momento si trovava a Parigi per una sfilata di moda a cui aveva trascinato anche Aron, un'altro dei miei fratelli.

Quel pensiero mi ricordò che non parlavo con lui da mesi, nonostante lo avessi visto quando ero tornato a casa per salutare Millie.
Non parlavo con nessuno da mesi, non sapevo come stesse la mia famiglia.

Asher e Max erano gli unici con cui avevo parlato nell'ultimo periodo, e il primo lo avevo contattato unicamente per Evangeline.

Mia madre era delusa per questo, perché avevo smesso di partecipare alle serate tra fratelli due anni fa.
Non capiva che mi sentivo come se stessi tradendo Nath, andando a quelle stupide cene o feste, a divertirmi con i fratelli che ancora erano in vita.
Mi sembrava una mancanza di rispetto nei suoi confronti, nonostante sapessi che lui avrebbe voluto così. Ci avrebbe voluti uniti, ma nessuno di noi era più stato lo stesso dopo la sua morte.
Alcuni fingevano, altri si adattavano, e poi c'ero io che non facevo niente.

<< Buongiorno, splendore. Come va la vita? >> Chiese una voce familiare, mentre facevo la fila per prendere un caffè.

Squadrai mio fratello, Max, che sembrava come sempre di buon umore. Indossava una camicia bianca con i primi due bottoni aperti e dei semplici pantaloni neri, elegante come sempre, ma non in maniera eccessiva.
Aveva il suo portatile sottobraccio e due caffè in mano, uno per lui e uno per me.

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