Chapter 5

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La sveglia suonò alle 7.30 am. Dormii una cosa come quattordici ore filate quella notte e mi sentivo apposto: il fuso orario non era già più un grosso problema.

Felice e contenta mi alzai e mi diressi in doccia, nel mio bagno personale. Oh mio Dio, ero veramente troppo contenta di poter chiamare quella fantastica dimora 'casa mia'. Feci una doccia al corpo veloce, utilizzando l'unica piccola boccetta di bagnoschiuma che mi portai da casa, che mi fece ricordare che in giornata saremmo dovute andare a fare la spesa.

Uscendo mi avvolsi un asciugamano intorno al corpo e cominciai a truccarmi. Dopo una mezz'ora circa uscii dal bagno e indossai l'intimo, misi un reggiseno sportivo nero dell'Adidas, un paio di pantaloncini da corsa neri, anch'essi marcati Adidas, ed infilai ai piedi un paio di comode Nike Air Max bianche.

C'era davvero caldo fuori e con il fatto che saremmo rimaste nei dintorni, giusto per osservare cosa ci circondava nell'immediato, non mi preoccupai di sembrare troppo poco vestita. Entrai in camera di Kathe euforica e urlante, ma invece di ritrovarla pronta e scattante, la ritrovai ancora dormiente.

Si parlava di cannonate in aereo?

Provai a svegliarla ed una volta che ce la feci mi implorò di lasciarla dormire ancora e di andare a fare la spesa, dicendomi che il suo portafogli era nella borsa sul mobile in entrata e che dovrebbe esserci una specie di Market infondo la via, dicendomi di averlo intravisto ieri appena arrivate.

Non avendo altro da fare e pensando che avrebbe dormito ancora per molto (anche se pensandoci era assurdo, aveva dormito una cosa come 10 ore in aereo e 14 qui, come ci riusciva?) decisi che prima della spesa avrei fatto una corsetta. Ero solita andare a correre la mattina presto, ogni tanto, quando ero a casa. Avrei voluto farlo più spesso ma i turni di lavoro erano sempre troppo esaustivi. Uscii di casa lasciando le chiavi dietro un vaso accanto allo zerbino dell'entrata, portando con me il cellulare con degli auricolari e una carta di credito.

Cominciai a correre rimanendo sul marciapiede, non c'era granché gente in giro. Dopo aver percorso tutta la lunghezza della via di casa nostra e quella seguente, in cui vi erano solo ville ed abitazioni magnifiche, mi ritrovai su una strada principale un po' più grande. Quel posto era davvero tranquillo. Intravidi uno Starbucks, un Mc Donald's e un po' di negozi d'alte firme davvero carini. Un Louis Vuitton, uno Chanel ed uno YSL spiccavano ai miei occhi, in mezzo a posti del genere. Infondo alla stessa via intravidi un SuperMarket davvero enorme. Per mia fortuna, perché ancora non avevo capito dove avesse visto Kathe quello 'vicino a casa nostra'. Decisi di entrare da Starbucks e comprare la colazione. Ordinai un paio di frappuccini al cioccolato con panna montata e quattro ciambelle con della glassa colorata a guarnire, pagai il tutto e correndo mi ri-diressi verso casa.

Nel giro della mezz'oretta che avevo trascorso sulla 'via dei negozi', la strada si era animata un pochino di più. Erano le 9.05 am e molta gente in giacca e cravatta stava uscendo dal vialetto di casa sulla propria BMW o sul proprio fuori strada. Il che mi fece venire in mente che, probabilmente, avremo potuto comprare una Range Rover con i soldi che mio padre mi aveva restituito il giorno prima.

Non so come feci a pensare a tutto quello e a scollegare completamente il cervello a tal punto da non accorgermi più di quello che mi passava davanti, ma mi ripresi dal mio pseudo-stato di trans solo accorgendomi di essere andata a sbattere contro una persona, travolgendola in una caduta con me.

Mi accorsi troppo tardi di essere atterrata su qualcosa di morbido, così mi tirai su velocemente chiedendo scusa alla persona che avevo coinvolto, senza ancora aver alzato lo sguardo da terra per l'imbarazzo.

"Wo piccola, mi hai travolto peggio di un tornado!" Alzai lo sguardo ancora fisso sui miei piedi arrossendo per la figura del cavolo che avevo appena fatto da neanche un'ora che mi trovavo a girare per quel tranquillissimo quartiere, capendo che chi avevo travolto con la mia sbadataggine fosse un ragazzo e più o meno della mia stessa età anche, a giudicare dalla voce. Alzai gli occhi verso il viso del mio sfortunato interlocutore e.... oh mio Dio, ma era Justin Bieber!

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