Chapter 19

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Velocemente si allontanò dalle mie labbra per tracciare una scia di baci umidi dal mio orecchio scendendo verso la spalla. Le cose stavano degenerando e non ero convinta di voler andare a letto con lui così presto. Sì insomma, ero totalmente eccitata e non desideravo altro al mondo che fare sesso con Justin, che occupò la mia mete giorno e notte da quando ci eravamo incontrati, ma era troppo presto, ed io non ero quel tipo di ragazza. 
"J-Justin" ansimai in preda al piacere per attirare la sua attenzione. Non fermandosi, ma continuando a baciare ed a succhiare con una lentezza straziante il mio collo e la spalla opposta alla precedente, passando per le clavicole, Justin mi rispose distrattamente e con voce roca:"Che c'è piccola?" Si era completamente abbandonato al suo istinto.
"Justin" replicai, "fermati per favore". Si immobilizzò, guardandomi negli occhi, nonostante fossimo appena al chiaro di luna potevo distinguere perfettamente le sue iridi, che in quel momento erano dorate e scintillanti, ed il suo sguardo passò da totalmente eccitato ad allarmato. Non doveva aver ricevuto molti rifiuti, prima di allora. 
"Cosa c'è che non va? Ho fatto qualcosa di sbagliato?" chiese con un tono insolitamente premuroso, data la situazione. "Non fraintendermi Justin, non c'è niente che non vada...sinceramente non ho pensato ad altro che a questo per tutta la settimana. Tuttavia, io non sono questo tipo di ragazza e non voglio che tu mi pensi come tale. Ci siamo conosciuti solo pochi giorni fa, non voglio affrettare le cose in questo modo." cercai di non sembrare una bambina impaurita, perché non lo ero sicuramente, solo non volevo davvero che degenerasse tutto così. Praticamente nemmeno lo conoscevo. 
"Tranquilla, hai pienamente ragione, non so cosa mia preso. Non volevo metterti a disagio e, per la cronaca, non ti credo assolutamente una ragazza facile, anzi sinceramente penso che tu sia stata l'unica ragazza fin'ora che mi abbia resistito per più di un paio di giorni ed addirittura a respingermi arrivati ad una situazione... del genere" aggiunse le ultime parole guardando in basso dal mio busto al mio visto, sottolineando il fatto che ero ancora in braccio a lui, con le mani sulle sue spalle e i nostri bacini congiunti. Arrossii per la posizione, sperando che non lo notasse data la poca luce, e scesi lentamente sotto il suo sguardo vigile. Ci furono pochi secondi di silenzio prima che lui parlò:"Potresti comunque dormire con me stanotte? Solo dormire. Sennò non importa, ho tante stanze per gli ospiti disponibili, puoi scegliere quella che-" "Mi piacerebbe dormire con te!" risposi senza nemmeno lasciargli finire la frase. Ci scambiammo un sorriso dolce. "Vieni allora, andiamo di sopra." disse riprendendo il borsone da terra e porgendomi la mano, che strinsi con la mia e così cominciammo a salire la scala che conduceva al piano superiore. 
Aprì una porta infondo al lungo corridoio, per poi entrare ed accendere la luce. 
Camera sua era uno spettacolo: l'intera parete esterna era una  vetrata che si affacciava direttamente sull'ampio prato e sulla piscina, e come sfondo tutto lo skyline di Los Angeles. Uno spettacolo unico.
Le pareti erano bianche, il parquette lucido sotto i nostri piedi era chiaro. Da un lato, accostato alla parete con la testiera dorata e finemente intagliata, c'era un letto matrimoniale enorme ricoperto da lenzuola nere e bordeaux, affiancato da due comodini in stile barocco, che riprendevano la testata del letto stesso. Appeso alla parete davanti al letto c'era un grande televisore a schermo piatto, con sotto una cassettiera in stile con il resto  dell'arredamento ed un impianto stereo Beats. Nell'angolo, vicino alla vetrata, un paio di comode poltrone bordeaux accerchiavano un tavolino di vetro. Altre due porte, una di fianco a letto ed una posta alla stessa parete della televisione, erano presenti. Quella accanto al letto era leggermente aperta, lasciando intravedere un bagno,mentre l'altra presunsi fosse appartenente alla cabina armadio. 
"Lì c'è il bagno se vuoi cambiarti e fare le tue cose, io intanto prendo il pigiama e uso la stanza affianco" disse Justin, indicandomi la porta del bagno. 
"No, resta! Se vuoi tu la tua privacy dimmelo che esco io. Sennò se lo fai per me, resta. Io mi lavo viso, mani e denti, poi esco e mi cambio, mentre il bagno lo usi tu" risposi, non volendo che uscisse dalla sua stanza. Mi sorrise nuovamente ed annuì, aprendo la porta del guardaroba ed entrandovi. Senza ulteriori indugi sgattaiolai in bagno e mi chiusa la porta di quest'ultimo alle spalle. Wow, il bagno privato di Justin Bieber è una figata pazzesca. Enorme, tutto bianco e panna: pareti e pavimento in granito lucido color panna,  sanitari bianchi, jacuzzi  personale in un angolo, doccia con box in vetro, inserti dorati. La parete esterna aveva uno zoccolo di mattonelle bianco alto non più di un metro e trenta centimetri, il resto della parete fino al soffitto era di vetro. Dopo essermi guardata accuratamente attorno usai la toilette, tirai fuori dal borsone Louis Vuitton il latte detergente, il tonico e la mia crema notte, utilizzandoli per lavare il viso, successivamente li riposi estraendo lo spazzolino da denti, usufruii del dentifricio a portata di mano di Justin, pettinai i capelli e poi uscii dal bagno. Justin era seduto su un lato del letto, difronte a me, mentre controllava il telefono. Era a petto nudo e a piedi scalzi, indossava solo un paio di pantaloncini da basket bianchi. Era così sexy che mi sentii una perfetta idiota per il fatto che non mi stessi facendo sbattere su quel letto da lui, in quel momento. Il suo corpo era perfettamente scolpito, in un modo non troppo eccessivo. Tutti i suoi tatuaggi erano esposti ai miei occhi. Era in assoluto la cosa più bella su cui il mio sguardo si fosse mai posato in vita mia. Si accorse della mia presenza e buttò l'I-phone dall'altra parte del letto, non perdendo i miei occhi. Si alzò e si diresse a passo felpato verso la mia direzione. Ci fissammo negli occhi per qualche istante: noi facevamo così, ci perdevamo l'uno nello sguardo dell'altro.
Mi schioccò un bacio sulle labbra, stringendo i miei avambracci con le mani, prima di entrare in bagno e richiudersi la porta alle spalle. Velocemente mi sfilai i tacchi, che non riuscivo più a sopportare, rimanendo a piedi nudi. Estrassi dal borsone la maglietta ed i pantaloncini, appoggiandoli sul letto. 
Tolsi l'orologio ed il bracciale, appoggiandoli sul comodino dalla parte opposta del letto alla quale Justin buttò il suo cellulare, dove intesi dormisse lui, poi mi sfilai gli shorts e successivamente la maglietta buttandoli in borsa, rimanendo con il mio intimo di pizzo nero. 
La porta del bagno si aprì e mi girai di scatto verso di essa. Justin vi uscì con lo sguardo stanco in direzione del pavimento, non accorgendosi del fatto che fossi praticamente nuda. Trascinò la porta alle sue spalle richiudendola per poi avvicinarsi al letto mentre rialzava lo sguardo. 
Ormai era uscito ed io non avevo finito, così appoggiai le mani sui miei fianchi, distribuendo il peso corporeo quasi unicamente sulla gamba destra e guardando il suo viso in attesa che il suo sguardo si alzasse da terra. 
"Oddio, scusami pensavo fossi pronta!" rispose Justin, apparentemente imbarazzato e rigirandosi verso la porta dalla quale era appena uscito. 
"Justin, tranquillo! Ormai mi hai già vista e poi non sono molto più scoperta di quanto non lo fossi martedì in piscina" risposi con calma, lasciandomi sfuggire un sorriso. Si rigirò mentre io infilai repentinamente la maglietta che avevo portato, rimettendo i pantaloncini da basket in borsa, tanto ero già coperta fin sotto al sedere. 
Justin si sistemò dalla sua parte del letto ed, alzando le coperte, mi invitò con un gesto a fare lo stesso. Mi accomodai, rivolgendomi col busto di fronte a lui, faccia a faccia. 
"Ti sei divertita questa sera?" mi chiese il biondo,  facendomi intendere che non sapeva cosa dire in una situazione del genere. "Sì, mi sono divertita. E tu?" domandai. "Sì, mi sono divertito anche io" rispose, leggermente imbarazzato. "Justin" richiesi "sono la prima ragazza che entra nel tuo letto senza che tu ci debba fare sesso?" risi e mi dimostrai realmente interessata.
"In realtà sì, da dopo la mia ex-fidanzata. Inoltre, solitamente, non faccio sesso in camera mia a parte raramente." Annuii guardando il suo viso. Non riuscii a resistere, mi avvicinai a lui sentendo il calore emanato dal suo corpo e lo baciai. Ricambiò il mio bacio, avvicinandomi a lui con una mano posta sul fondo della mia schiena. Appoggiai una mano sul suo braccio e distesi una mia gamba sopra alle sue, intensificando il bacio. La sua mano, invece, scese, stringendo energicamente una mia natica.
Ci staccammo lentamente da quel bacio alcuni minuti più tardi, con un leggero fiatone. Non potei fare a meno di sorridere. 
"Possiamo frequentarci? Conoscerci meglio? Io.. Non ho fatto altro che pensarti da quando ti ho vista, Lucia." Il mio nome, non era mai stato pronunciato così bene da nessuno. Quelle parole mi colpirono, anche io non riuscivo a smettere di pensare a lui, mi perseguitava perfino nei miei sogni.
"Sì, Justin, vorrei conoscerti meglio" dissi sorridendo e facendolo ridere. 
Mi scappò uno sbadiglio, ma riuscì a coprirmi dalla sua vista avvicinando la testa al suo petto. 
"Credo che tu sia stanca, e sinceramente lo sono molto anche io. Fai le nanne bambolina."Dette quelle parole mi girai su un fianco, verso la vetrata, rivolgendo le spalle al meraviglioso ragazzo di fianco a me ed ammirai per l'ultima volta l'orizzonte:era l'alba ed il sole stava sorgendo, mentre il cielo era opale e acquamarina, con delle sfumature di arancione caldo e acceso. 
Lo sentii aderire il suo petto nudo alla mia schiena,avvolgere le braccia al mio busto e fare su e giù un paio di volte con la mano dal mio fianco al ginocchio, percorrendo tutta la lunghezza della coscia, per poi fermarsi in alto sul mio ventre, sotto la maglietta, accarezzandomi con movimenti circolari. Infine mi sussurrò all'orecchio un 'buonanotte piccola', che ricambia sussurrando: "Buonanotte piccolo." 
Dopo di che solo il suo profumo ed il buio. 


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