Chapter 27

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Erano le 7.00 am di giovedì. Passai tutta la giornata di martedì a pulire ed a riordinare la casa, sbrigando tutte le faccende con Kathe, mentre passammo il mercoledì a rilassarci totalmente. 
Fu deciso dall'architetto, infatti, di posticipare di un giorno l'inizio dei lavori in negozio, in modo da poter fare un sopralluogo con gli idraulici, prima di cominciare il tutto. 

Durante quei due giorni io e Justin ci sentimmo per messaggio e passò a salutarmi mercoledì pomeriggio tardo dopo essere stato in studio. Ero davvero eccitata per quello. 
Ci mettemmo d'accordo perché quell'oggi andassi con lui a vedere i lavori. Kathe decise di non venire: era un'inguaribile dormigliona e finché non era il lavoro a chiamarci la lasciai riposare, alla fine i progetti erano già stati approvati e studiati, io sarei andata a controllare solo per scrupolo e perché odiavo rimanermene con le mani in mano. 

Come al solito mi alzai dal letto, scrivendo il buongiorno al vicino sexy, per poi farmi una doccia veloce al corpo e prepararmi come al solito. Prima di truccarmi scesi a mangiare, ed invece della mia abituale tazza di latte e cornflakes, optai per latte e biscotti. Mangiai tranquillamente prima di salire e finire di prepararmi. Riempii la mia LV Neverfull monogram e mi guardai allo specchio prima di scendere le scale e dirigermi alla macchina: indossavo una specie di vestitino nero, ma al posto della gonna aveva un paio di pantaloncini corti, del nudo nero sul decollette ed una cerniera sulla parte alta della schiena, con le Jeffrey Campbell Lita dello  stesso colore. Lasciai i capelli sciolti e lisci, ma non perfettamente, non avendo molta voglia di badargli.
Uscii dalla porta di casa, dirigendomi verso la mia Range Rover, prima di sentire un clacson suonare, per poi alzare lo sguardo e trovare Justin a bordo della Lamborghini gialla. 
Scossi la testa avvicinandomi all'auto. "Buongiorno piccola, andiamo con la mia!" disse senza nemmeno lasciarmi il tempo di parlare. "Non passeremo inosservati così, e lo sai. Comunque buongiorno" dissi rimanendo in piedi con le braccia conserte ed il peso maggiormente distribuito sulla gamba destra, affianco dell'auto. "Sali e non cominciare" disse Justin prima di ridere. 
Sbuffai aprendo la portiera ed entrando in macchina, allungandomi verso di lui per poi baciargli una guancia ed allacciarmi la cintura di sicurezza. Ero seduta e pronta a partire, ma Jay non accese la macchina, ed anzi mi fissò. "Che c'è? Parti!" dissi guardandolo tipo come fosse la cosa più ovvia del mondo. Sorrise ancora prima di sporgersi verso di me e poggiare la mano sinistra sulla mia coscia nuda e baciandomi sulla labbra, per poi far entrare velocemente la lingua nella mia bocca. Fu un bacio imposto, ma comunque bellissimo, come tutti quelli che ci davamo d'altronde. Fece salire la mano dal ginocchio in su, verso la fine dei pantaloncini, mordendo infine il mio labbro inferiore prima di staccarsi. "Mi sei mancata un po' in questi giorni" ammise con aria imbarazzata. 
Lo guardai sinceramente colpita dalle sue parole, facendomi poi scappare un sorriso timido e portando lo sguardo sulle mie mani, poggiate sulle mie ginocchia. 
Mise in moto la macchina e ci dirigemmo nell'Hollywood Ovest.

Dopo pochi minuti di silenzio non imbarazzante parlai:"Posso accendere lo stereo? Ho voglia di musica". Mi girai per guardarlo e vederlo annuire mentre allungava la mano verso i comandi della radio. Schiacciò il tasto 'cd' e partì una canzone di Trey Songz se non sbaglio, il titolo era Slow Motion.  Davvero? Doveva partire proprio quel tipo di canzone? "Questa canzone è bellissima!" dissi attirando la sua attenzione, per poi vederlo scuotere la testa con un sorriso sghembo sulle labbra. "Già" si limitò a rispondere. Dopo di che partì 'Love More' di Chris Brown e Nicki Minaj, un'altra canzone che adoravo. "Abbiamo anche gli stessi gusti musicali, insomma!" dissi mentre alzavo il volume. Rise di gusto prima di rispondere: "Ci piacciono le cose belle, è normale!". Cercai con tutta me stessa di non cantare, vizio che avevo assolutamente da sempre. Sarebbe stato davvero imbarazzante farlo davanti a Justin Bieber. Cercai di focalizzarmi sulla strada davanti a noi, ma poi partì 'I know' di Big Sean featuring Jhené Aiko, un'altra canzone che mi ossessionava. 
"I know you've been going through some things, wanna get away
Baby, let me be your vacation
That other trick you've been fuckin' with, is a trip
You know she be playing, baby I am just saying
I know you know I am down for whatever, yeah
You know I'm just here to make you feel better, yeah
Take a load off on my private island
Come inside and go into hiding
I know that you've been sacrificing your time
And need time to unwind and let go
So let go, and let's go, and let's roll, and we roll"
Mi zittii non appena mi accorsi che stavo cantando, oltretutto un pezzo di canzone abbastanza ambiguo, imbarazzandomi sul posto. 
"No no, continua pure piccola. Hai anche una voce piacevole" disse il ragazzo di fianco a me con un tono leggermente serio. Mi girai a guardarlo, totalmente impacciata, vedendo che mi stava guardando con la coda dell'occhio, per poi girarsi verso di me con un sorriso fantastico. "Non prendermi in giro solo perché sei un cantate, stronzo! So perfettamente di essere stonata come una campana, ma ogni volta che ascolto musica che mi piace, canto. E' un tick, mi dispiace!" dissi, cercando di non farmi prendere in giro da lui. "Guarda che non stavo scherzando scema! Mi stava davvero piacendo ascoltarti" disse serio. Guardai avanti a me:"Comunque siamo arrivati, fortunatamente. Parcheggia lì davanti" dichiarai con sollievo ed indicandogli un posto auto libero. Parcheggiammo l'auto ed uscimmo e non appena mi raggiunse prese la mia mano. Restai un'attimo interdetta a fissare le nostre mani congiunte, prima di dirigermi all'ingresso del locale. Eravamo in perfetto orario, gli operai erano già al lavoro così mi avvicinai al geometra Lawley, salutandolo, per poi presentarmi anche con l'architetto: un altro signore sulla quarantina, Mr Avery. Strinsi la mano ad entrambe e poi presentai Justin:"Signori, lui è Justin Bieber, un caro amico. Justin, loro sono i miei collaboratori." Si strinsero anch'essi una stretta di mano e dopo di che Justin avvolse la mia vita con il suo braccio, avvicinandomi a se, prima di parlare:"Fammi vedere il locale dai!" Rimasi un po' spiazzata dal suo contatto ed accorgendomi degli sguardi equivoci che mi rivolgeva il giovane geometra feci visitare il posto a Justin. "Non c'è molto da vedere attualmente. Comunque, qui vorremmo realizzare più cabine, mentre vicino all'ingresso vorremmo realizzare la zona reception per l'accoglienza, mettere alcuni divanetti, alcune postazioni di lavoro più in là. Insomma, bisogna avere un po' di fantasia in questa fase del processo" dissi sorridendo: nella mia mente stavo immaginando tutto, ed ero così elettrizzata. 
Justin sorrise di rimando, avvicinandomi a se dalla vita e baciando la mia guancia:"Sei così carina, si vede che sei nel tuo elemento" disse poi facendomi arrossire. "Amo il mio lavoro, come tu ami la musica e le tue fans, non ci vedo nulla di sbagliato" ammisi. "Non ho detto che sia sbagliato, infatti" replicò, avvicinandosi al fulcro di localizzazione degli operai. "Qui cosa realizzeranno?" mi chiese, sembrando realmente interessato al progetto. "Questa zona sarà più isolata ed appartata, ci darà la giusta tranquillità per le cabine per i trattamenti viso e corpo più rilassanti." spiegai, cercano di fargli capire il perché delle disposizioni. "Capisco, dunque è qui che massaggerai me, giusto?" disse con disinvoltura ed un sorriso spontaneo. "Hai sul serio intenzione di diventare mio cliente?" dissi guardandolo come se avesse due teste e sei braccia. "Piccola, te l'ho già detto!" esclamò con schiettezza. Portai le mani sul viso, coprendomelo:"Appena scopriranno che vieni qui il mio povero negozio verrà preso d'assalto. Aiuto!" ammisi per poi ridere. "Beh, il lato positivo è che potrei farti pubblicità!" disse scrollando le spalle e mettendo le mani in tasca, per poi ridere. Lo guardai sorridendo e scuotendo la testa. Non ci saremmo annoiate nemmeno al lavoro. 
Facemmo un altro giro dell'ampio salone, accompagnati da Mr. Avery e da Mr. Lawley, illustrando a Justin l'intero progetto, di cui ascoltò ogni nozione annuendo in maniera educata ed interessata. Era così carino. Ogni tanto io, invece, mi fermavo a fissare tutto come se avessi visioni del lavoro finito. "Ehi Lucy, sveglia" pronunciò in un sussurro al mio orecchio Justin, sventolandomi una sua mano sexy davanti al viso, facendomi uscire dal mio stato di trance. "Piccola, ti eri incanta su quel punto con gli occhi che brillavano!" disse prima di scoppiare a ridere. "Scusami, sono troppo emozionata" esclamai unendomi alla sua risata; "Comunque i lavori procedono bene, il progetto è perfetto e lo stanno attuando alla lettera, possiamo anche andare" dissi, rivolgendomi al biondo. "Se ne sei sicura, va bene!" rispose lui. Congedammo i due signori a capo del progetto e tutti gli operi, prima di uscire dal negozio ed avviarci verso la macchina. "Comunque, non mi sorprenderei se ottenessi uno sconto da quel geometra!" disse con una nota infastidita nella voce. "Come scusa?" risposi perplessa. "Andiamo! Non dirmi che non ti sei accorta che ti ha fissata come se avesse voluto fotterti per tutto il tempo. E' diventato verde quando ti ho abbracciata ed allontanata da lui" dichiarò con dell'orgoglio per il suo piccolo piano diabolico. 
"Addirittura!? Secondo me esageri un po' piccolo, non credo di potergli interessare. Comunque, non era affatto male, non credi?" dissi entrando in macchina. Pochi secondi dopo entrò anche lui dopo aver fatto il giro attorno alla Lambroghini. "Non era affatto male? Avrà avuto dieci anni in più di noi, bambolina!" replicò con tono leggermente schifato ed inacidito. "Mi piacciono gli uomini maturi!" dissi sospirando e ridendo. Mi girai a guardarlo, sorprendendolo a fissarmi con sguardo torvo. Mi sentii rimpicciolire sotto quello sguardo. Mise in moto l'auto e partimmo diretti verso Calabasas, in un totale silenzio di tomba. Non accese neppure la radio. Permalosetto il ragazzo. 
Arrivammo davanti casa mia, dove si fermò attendendo che uscissi. 
"Puoi salire se ti va!" dissi, rivolgendomi a lui. "Non so sai, non credo di essere abbastanza maturo per te. Potresti chiedere a Mr Lawley se volesse salire" disse con tono permaloso. 

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