Arrivammo a Malibù una ventina di minuti ed un paio di pugni sulla schiena di Justin più tardi.
"Sappi che il ritorno lo faccio in macchina, e non mi interessa se non hanno un posto per me, monta Fredo con te e guido io la sua auto!" sbottai irritata. "E dai piccola, è stato divertente!" rispose lui con un tono da ragazzino. "Divertente, Justin? Non hai rispettato un limite di velocità, hai zigzagato nel traffico e se non ti avessi tirato dei pugni addosso saresti passato col rosso in più di un'occasione. Inoltre il van dei tuoi bodyguards è sempre stato dietro di noi, ovviamente, ed avrebbe potuto fare del male a qualcuno, oltre che a se stessi. Idiota! Anzi, al ritorno guido io la moto e tu stai dietro!" quasi urlai togliendomi il casco; ero veramente irritata: odiavo chi incolpava sempre i motociclisti per il loro stile di guida spericolato, quando invece quando circoli su di un mezzo a due ruote dovevi stare attento esclusivamente agli altri, più che a te stesso. Tuttavia ogni tanto c'erano anche quegli individui come Justin, che si meritavano le imprecazioni. "Ritira gli artigli gattina, siamo arrivati sani e salvi, sii brava" disse in tono calmo baciandomi la fronte, cosa che mi fece arrabbiare ancora di più. Parcheggiammo i mezzi appena davanti all'inizio della lingua di sabbia che era la spiaggia, per poi girarci a parlare con Kenny e Shane. Justin disse loro di non preoccuparsi e darci i nostri spazi, tenendo d'occhio la situazione da lontano: sarebbero dovuti intervenire solo in caso di bisogno o di 'sovraffollamento'. Poi i due uomini vennero presentati a me e Kathe: devo ammettere che incutevano un po' di terrore con la loro autorità, ma sotto sotto dovevano essere dei tipi buoni e simpatici, per essere considerati addirittura amici dalla pop star.
Li congedammo, dirigendoci sul lungo mare. Erano ormai le 10.00pm e poca gente brulicava per la spiaggia. Comunque, tra qui pochi presenti, Justin passò tutt'altro che inosservato. La gente che lo notava lo fissava, per poi passare a guardare tutti noi e bisbigliare all'orecchio dell'amico affianco. Posso capire le fan, ma questa gente incapace di vederlo come se fosse un marziano che si aggirava nei pressi di Malibù? Potei capire solo in minima parte perché veniva di rado qui o in posti come questo, durante il giorno, ma fu abbastanza chiaro. Ci fermammo in un piccolo bar sulla spiaggia dove tutti e tre si presero un cocktail, mentre io ordinai un Arizona The alla pesca. Si fermarono tutti ad un drink, dato che entrambe i ragazzi dovevano guidare, anche se sarebbero comunque risultati oltre il limite consentito dalla legge con una sola consumazione. Ci sedemmo ad un tavolo posto sul terrazzo esterno del locale, avendo la vista dell'Oceano Pacifico davanti a noi e tutto intorno un cielo scuro e le luci di Los Angeles che brillavano colorate in lontananza. Rappresentava davvero uno spettacolo fantastico, che immaginai ancora migliore al tramonto.
Qualche ragazza si avvicinò cautamente a noi, volendo una foto con Justin, che però era abbastanza irritato dai precedenti passanti. "Non posso saperlo, ma ti capisco comunque: anche a me ha infastidito la gente di prima, però queste ragazze sembrano così felici di averti incontrato. Sono solo cinque o sei, fai una foto con loro così poi se ne andranno contente e ti lasceranno tranquillo." dissi, rivolgendomi privatamente a lui e accarezzando il dorso della sua mano. "Amo i miei fans con tutto il mio cuore, ma ora lo faccio solo per passare la serata tranquillamente" disse alzandosi, mentre gli sorrisi fiera di lui. Sì, non avere minimamente privacy non doveva essere affatto facile e psicologicamente sano. Si avvicinò al bancone dove le ragazze lo stavano ammirando da lontano per paura di disturbarlo. E' stato bellissimo vederlo parlare con loro, era evidente che fosse davvero riconoscente nei confronti dei suoi fans e che fossero realmente importanti per lui. Abbracciò ognuna di loro, parlarono per qualche minuto e scattarono anche qualche foto. Le sentii ringraziarlo per la gentilezza e scusarsi per aver interrotto la sua serata, furono proprio brave ragazze.Tornò al nostro tavolo con una sorriso genuino, si vedeva che stare con loro gli aveva regalato un senso di rilassamento e felicità, era realmente amato da tutte loro. Restammo in quel locale dalle soffuse luci a neon ancora per poco prima di dirigerci verso una scogliera isolata proprio in riva al mare.
Decisi di togliere le scarpe e arrotolarmi leggermente i pantaloni alle caviglie, camminando a piedi scalzi sulla sabbia fresca ed umida, prima di bagnarmeli con delle onde più lunghe che mi avevano raggiunta. Mi seguì anche Kathe mentre i ragazzi restarono sugli scogli affianco a noi. "Era una vita che non camminavo sulla sabbia e che bagnavo i piedi in mare" ammisi alla mia coinquilina. "Lo so amica, abbiamo avuto altre priorità negli ultimi quattro anni" disse ridacchiando. "Già, e n'è valsa la pena" dissi girandomi inconsapevolmente a guardare Justin, qualche metro più distante, dove però non poteva sentirmi.
"Sì Lucy, hai ragione: n'è valsa la pena anche se stata dura. Sono orgogliosa di noi, e che la nostra vita abbia inizio ora" disse, afferrando silenziosamente la mia mano e stringendola. Le rivolsi un sorriso, poco visibile al quasi-buio, comunque. Tornammo dai ragazzi e mi sedetti sulle gambe di Justin mentre invece Kay portò Fredo a stendersi sulla sabbia asciutta lì vicino.
"E' carino qui, dovremmo tornarci da soli una volta" ammise Justin, abbracciando la mia vita.
"Sì, dovremmo tornarci" dissi guardando l'orizzonte. "Tu, invece, sei bellissima" disse a bassa voce afferrando il mio mento e girando la mia testa, ponendo il mio viso a pochi centimetri dal suo. Mi sentii arrossire all'improvvisa sincerità delle sue parole, ma poi parlai, con voce altrettanto bassa: "Troppo facile dirlo al buio." Avvertì il suo sorriso sulle mie labbra:"Non mi serve vederti per dirtelo, so che sei bellissima. E, comunque, ti vedo" disse ancora. Piegai un ginocchio, alzando la gamba e portandola dall'altro lato del suo corpo, ritrovandomi dunque a cavalcioni su di lui, avvolgendo le braccia sulle sue spalle attorno al suo capo. "Anche tu sei bellissimo, Justin Bieber" dissi sorridendo anche io sulle sue labbra. Lo sentii ridacchiare leggermente prima sentire le sue labbra muoversi lentamente sulle mie, in un bacio dolce, che sentii stranamente il bisogno di mantenere tale. Feci scontrare la mia lingua contro il suo labbro inferiore, per poi ottenere l'accesso alla sua bocca ed intrecciarla con la sua. Il bacio rimase estremamente lento e dolce, ma la sua presa sui miei fianchi aumentò, come se avesse paura che sarei scappata da un momento all'altro. Dopo alcuni istanti provai a staccarmi lentamente da quel contatto, ma nel mentre che la mia testa stava indietreggiando, attirò più vicino a se il mio corpo, allungando i collo verso di me e riattaccando le nostre bocche. Sentirlo così bisognoso di quel contatto fu strano, ma in un modo fantastico. Avvicinai leggermente il mio bacino al suo, in modo da fargli capire che mi sarei soltanto avvicinata e che non me ne sarei andata da nessuna parte, mentre portai le mani ai lati del suo viso, in modo da infondergli sicurezza e conforto. Pensai che nonostante avesse avuto tutta la fama e la ricchezza materiale desiderabile, doveva comunque aver sofferto per qualcosa, o meglio per qualcuno.
Sentimmo il rumore dello scatto di una macchina fotografica, rilevando un flash poco distanti dalla nostra postazione. "Cazzo, i paparazzi! Infila le scarpe velocemente bambolina, ti toccherà correre!"
Infilai velocemente le sneakers e dopo aver raggiunto Fredo e Kathe vicini a noi, il ragazzo che teneva la mia mano annunciò che saremmo corsi a casa perché i paparazzi ci avevano trovati.
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Independent
ФанфикATTENZIONE: linguaggio maturo e contenuti sessuali. Non fraintendetemi: amavo la mia famiglia, i miei amici, il mio ormai ex-ragazzo e qualsiasi altra cosa mi fossi lasciata alle spalle in Italia, ma la vita mi aveva chiamata ed il primo sogno dell...