Chapter 66

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Finii di asciugarmi i capelli quasi quindici minuti dopo: non avevo voglia di farlo come si doveva, ma se non li avessi stirati almeno un po' né si sarebbero asciugati completamente né sarebbero stati guardabili, dato che sarebbero rimasti gonfi e crespi. 
Uscii dal bagno tirando un sospiro di sollievo, dato che ero stanca ed avevo solamente bisogno di dormire tra le due braccia tatuate che preferivo, ma non trovai nessuno nel letto ad aspettarmi.
"Justin?" chiamai insicura, ma con voce abbastanza alta da essere udibile. Non ricevetti risposta, così ritentai, incamminandomi verso la porta della nostra camera: "Juju?" Tutto taceva. 
Decisi di percorrere il corridoio e scendere le scale, sperando di non disturbarlo nel mentre di una telefonata o qualsiasi altra cosa privata. 

Scesi a piedi nudi l'ultimo gradino di marmo della scalinata, arrivando in soggiorno, davanti l'atrio d'entrata, dove Justin era in piedi, che si dirigeva con un sorriso verso di me. "Oh, sei qui" dissi sorpresa, "ti stavo chiamando e non ricevendo riposta sono venuta a cercarti. Avevo paura di disturbarti" continuai. "Scusami piccola, stavo venendo a chiamarti" disse prendendomi una mano e portandomi verso l'ingresso. "Beh, sono pronta possiamo and-" mi bloccai subito dal parlare, portando lo sguardo da lui alla direzione nella quale ci stavamo avviando, capendo perché stessimo uscendo dall'abitazione. 
"Tu hai- sei- oh mio Dio non ci posso credere!" cercai di contenermi dallo strillare, portando le mani sulla bocca e coprendomela, completamente sbalordita. 
"Ti prometto che troverò un posto a Los Angeles dove potremmo vedere le stelle insieme, ma per ora godiamoci quello che possiamo trovare solo qui" disse, tenendomi aperta la porta di vetro e facendomi uscire sulla spiaggia: aveva steso una grande coperta per terra, preparato un soffice piumino d'oca bianco per coprirci, un'infinità di guanciali e posizionato ai quattro angoli delle torce da giardino in bambù, che ricordo  originariamente ai lati delle aiuole fiorite sul retro, accese per donarci la giusta illuminazione soffusa. 
Mi avvicinai insicura al nostro letto per la notte, ammirando il tutto senza parole, accertandomi che non fosse un miraggio. "Ti va di dormire qui o..?" chiese Justin incerto, cercando di capire i miei reali pensieri. "Oh mio Dio sì! E' fantastico!" esclamai girandomi verso di lui, ancora a bocca aperta.
Mi sorrise, compiaciuto dal fatto dell'avermi compiaciuto! Mi avvicinai velocemente a lui, prendendo i lati del suo viso tra le mani. "Tu sei fantastico" sussurrai sulle sue labbra, prima di congiungerle  alle mie con vigore e passione.
Sorrise nel bacio, lasciandomi il comando della situazione, ma prendendomi in braccio dal retro delle mie cosce e facendole avvolgere al suo busto, avvicinandosi al letto improvvisato ed adagiandomi sopra con cura, stendendosi poi sopra di me, il tutto senza interrompere il bacio. 
Sorrisi, continuando a baciarlo soprattutto senza la lingua, allentando la stretta dei polpacci sulla sua vita, facendo scivolare le mani sulle sue spalle toniche e nude, dato che stava indossando solamente i boxer ed un paio di pantaloncini. Stampai un ultimo bacio sulle sue labbra, spingendolo gentilmente a sdraiarsi al mio fianco, come fece.
Si stese a pancia in su, preparando un braccio disteso dove sarebbe dovuta appoggiarsi la mia nuca, in modo da poter avvolgere le mie spalle ed abbracciarmi una volta che mi fossi sdraiata, mentre mi guardava curioso, aspettando che facessi quello per cui ancora non ero tra le sue braccia. 
Sprimacciai i cuscini come una bimba, dopo di che sistemai il piumino, ed in fine mi distesi al suo fianco, coprendoci. Diedi un bacio sul suo pettorale a fianco del mio viso, uno sul suo collo ed infine uno sulla sua guancia, beandomi del suo fantastico profumo, rivolgendo poi lo sguardo verso le stelle, mentre lui mi stringeva nel suo abbraccio. 
"Non so nemmeno come ringraziarti, tutto questo è meraviglioso: la vacanza, il viaggio, ogni minimo dettaglio è meraviglioso, perfetto. Tu sei perfetto. Non riuscirò mai ad esprimere tutta la mia gratitudine" dissi ammirando il cielo ridicolmente stellato e la luna piena, veri protagonisti della nottata, cercando di imprimere indelebilmente quello spettacolo nei miei ricordi.
"Non devi ringraziarmi. Tutto ciò che ho fatto l'ho fatto perché volevo farlo, perciò non c'è stato il minimo disturbo. Non vedevo davvero l'ora di essere qui con te, di mostrarti tutto questo e di trattarti come la mia principessa" disse, con la sua voce vellutata ed un tono sincero. 
Arrossii, continuando a fissare le stelle. Non avrei desiderato altro che essere davvero 'la sua principessa', stavo davvero perdendo la testa per quel ragazzo. 
Ruppi il silenzio pronunciando le parole con una voce spezzata: "Justin" dissi per attirare la sua attenzione. Dopodiché ripresi senza aspettare dei cenni da parte sua, sapendo che mi stava ascoltando. "Sento che mi sto legando a te più di quanto avessi potuto prevedere.. stai diventando davvero importante" dissi, sottolineando la parola 'davvero'. "Piccola, io-""No aspetta, fammi finire" lo interruppi con voce dolce, "So di per certo che qualcun'altra con cui fare del sesso la puoi trovare" dissi ironicamente, mentre scene disgustose di lui con delle troie mi affioravano nella mente, "perciò, ti prego, non tirarla più lunga di quando non sia davvero: se non dovessi interessarti nello stesso modo, finiamola qui, appena torneremo a casa" dissi, sentendo un nodo in gola dalla sola sensazione di saperlo lontano, fuori dalla mia vita.
Deglutii, schiarendomi la gola che sentivo pungere al solo pensiero di una nostra separazione: Dio, mi ero sicuramente innamorata di lui, perché mai mi sarei aspettata di potermi ridurre addirittura a sentire le lacrime agli occhi solo pensando che a lui non interessassi nella stessa maniera in cui importava a me, cosa oltretutto molto più che probabile, soprattutto in relazione alla prima ipotesi.
"Piccola" disse tirando su leggermente il busto, facendomi girare il viso verso di lui con una mano. "Lasciatelo dire un'altra volta: non saresti qui se anche io non provassi le stesse cose, se anche per me tu non fossi importante, se anche io non volessi solo te, se non volessi fare questo solo con te" disse, calcando sulle parole 'solo'.  
La pelle d'oca cominciava ad affiorare, ricoprendomi, mentre mi perdevo nel suo sguardo profondo e nelle sue labbra carnose, della perfetta tonalità di rosa, come sempre totalmente incantata ed ipnotizzata da lui. 
Se ne accorse, cominciando a sfiorare il mio braccio con la punta delle sue dita, vellicando. 

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