La mia sveglia suonò, segno che fossero le 9.00 am. Ci eravamo accordati sull'orario insieme agli altri il pomeriggio precedente, optando per qualcosa che non ci facesse perdere tutta la giornata, ma che non fosse stato nemmeno troppo presto.
Allungai la mano verso il mio comodino, cercando di far interrompere il rumore fastidioso riprodotto dal mio smartphone e, dopodiché, tornai a rilassarmi tra le lenzuola, strofinandomi leggermente il viso con le mani, prima di accorgermi che Justin stesse ancora dormendo beatamente al mio fianco dalla notte precedente.
Parlando dell'altra notte: l'altra notte era stata una cosa meravigliosa, ed il solo pensiero di essermi sentita così innamorata di lui mi faceva arrossire per l'imbarazzo.
Cercai di cancellare il sorriso ebete che mi si era formato sulle labbra, ringraziando il cielo che non ci fosse stato nessuno ad assistere alla mia smorfia da psicopatica, tornando a focalizzare la mia attenzione sull'attraente biondo tatuato che giaceva al mio fianco.
"Piccolo" sussurrai, girandomi verso di lui ed accarezzandogli gentilmente una guancia vellutata con le nocche della mano.
Mugugnò, segno che non era del tutto addormentato, ma non aprì comunque gli occhi.
"Tesoro, devi svegliarti: dobbiamo cominciare a prepararci" dissi sorridendo, anche se ero consapevole non potesse vedermi, continuando ad accarezzare la sua guancia, che si era propensa verso il mio contatto.
"Ancora qualche minuto" borbottò in maniera imprecisa, abbracciando la mia vita ed avvicinandomi a se stesso, nascondendo il viso tra i miei seni coperti solo da reggiseno. "Lasciami qui ancora qualche minuto" ripeté in un sospiro, inalando discretamente i resti del mio profumo.
Lo fissai senza dire nulla, limitandomi ad abbracciarlo e ad accarezzare la sua testa ricoperta di scarmigliatissimi e seducenti capelli biondi."Hai preso i costumi dal balcone?" mi chiese Justin, tornando dal bagno con gli ultimi effetti personali che aveva lasciato sul lavandino e lo spazzolino da denti in bocca.
"Sì, ho fatto tutto" gli risposi, guardandomi attorno e controllando se avessi dimenticato qualcosa prima di chiudere la valigia.
Mi accorsi del caricabatterie del mio cellulare ancora inserito alla presa vicino al comodino, così mi fiondai a prenderlo, arrotolandolo ed infilandolo in uno dei buchi vuoti tra il casino di capi ammassati senza logica che era la mia valigia: ogni ritorno di un viaggio era così, e pensai fosse uguale per tutti, dando un'occhiata alle valigie di Justin.Eravamo svegli, attivi, vestiti e pronti per lasciare l'isola, anche se a malincuore.
Un pezzo di me sarebbe rimasto per sempre là dentro, anche se le cose con Justin si fossero concluse nel giro di pochi giorni.
Chiusi la mia valigia definitivamente, riunendo i miei bagagli gli uni vicini agli altri, mentre Justin tornò dal bagno pronto a fare lo stesso.
"Scendiamo?" chiese, guardandosi attorno un'ultima volta e tastandosi le tasche per avere la conferma di aver preso telefono e portafogli.
"Sì" dissi, con un tono sorprendentemente più triste di quanto mi sarei mai aspettata, catturando l'attenzione di Jay.
"Hey piccola, tutto bene?" disse avvicinandosi a me, che mi imbarazzai sul posto.
"Sì sì" mi accinsi a rispondere velocemente, cercando di nascondere la precedente malinconia.
"Non ti va di tornare a casa?" mi chiese, abbracciando la mia vita. 'No, cazzo, mi sembra come se stesse per finire qualcosa andandomene da qui'. "Sono felice di tornare nella mia casetta, semplicemente... mi mancherà tutto questo" dissi sincera, allontanando il mio sguardo dal suo per fissare un punto indefinito della parete bianca.
"Piccola, possiamo tornarci quando vuoi" disse con un sorrisino dolce sulle labbra, stampandomi un bacio tra i capelli al di sopra della mia testa.
Lo guardai interdetta, completamente incredula dall'offerta che mi stava proponendo.
"Sul serio?" risposi quasi shockatamente confusa.
"Perché sei così stupita? Pensavo di aver capito che saresti voluta tornare perciò.." disse facendosi intendere nonostante il discorso sospeso, mentre scrutavo ogni sua espressione: angelica sincerità e spontaneità.
"No, non è questo.. è- Mi andrebbe di tornare, grazie" tagliai breve ed educatamente, non volendo cominciare un discorso sul fatto che, secondo me, noi due non saremmo mai durati e che mi avrebbe intristita ancora di più.
"O - okay" balbettò leggermente disorientato, ma senza mostrare cenni di disapprovazione.
Mi alzai in punta di piedi, sfiorando le sue labbra con le mie in un casto bacio a stampo.
"Credo che si possa fare di meglio" sussurrò trattenendo la coda di cavallo nella quale erano legati i miei capelli, in modo che tenessi il mento sollevato ed il viso verso di lui.
Mi rivolse un sorriso sghembo, che ricambiai, prima di riunire le nostre labbra in un bacio più serio e passionale, infilando anche la lingua nella mia bocca, che la accolse ben accetta.
Si separò dalle mie labbra, rivolgendomi lo stesso sorriso sghembo sfoggiato in precedenza, prima di parlare: "Andiamo giù piccola, anche gli altri saranno pronti". E con questo, prendemmo le nostre valige e ci dirigemmo verso la porta d'uscita di quella che era stata la nostra stanza per gli ultimi nove giorni.
Percorremmo il corridoio, ricongiungendoci con Chaz e Kelsey che erano usciti dalle loro stanze nello stesso nostro momento, prima di scendere le scale e raggiungere l'atrio del piano di sotto, ritrovando anche Ryan, Katherin e Alfredo.
"Tutto pronto?" chiese quest'ultimo, guardandoci tutti. Ognuno di noi borbottò un 'sì' o semplicemente annuì.
"E' sempre uno schifo abbandonare questo paradiso" disse Kelsey, guardandosi intorno con rammarico, come se avesse compiuto la scelta sbagliata decidendo di andarsene, mentre Ry la raggiunse avvolgendo un braccio sulle sue spalle ed avvicinandola a se per baciargli una tempia.
STAI LEGGENDO
Independent
FanfictionATTENZIONE: linguaggio maturo e contenuti sessuali. Non fraintendetemi: amavo la mia famiglia, i miei amici, il mio ormai ex-ragazzo e qualsiasi altra cosa mi fossi lasciata alle spalle in Italia, ma la vita mi aveva chiamata ed il primo sogno dell...