Chapter 35

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"Kay, devi aiutarmi.. Io-" "Lucy, forse dovresti soltanto vedere come va. Vi conoscete da poco, è vero, ma ti sta dando occasione di provare a fidarti di lui. Si sta comportando molto bene e sembra che gli importi davvero di te, altrimenti non ti avrebbe fatto entrare così facilmente nella sua vita privata." Mi disse la mia coinquilina, mentre parlavamo distese sul mio letto. 
Precedentemente, quella sera, Justin ci riaccompagnò a casa dal The Grove, seguito anche da Fredo, che dopo aver ripreso la propria macchina ci congedò. 
Restammo da sole io e Katherin, cenammo e ci volle poco prima che mi chiese delle spiegazioni per il mio comportamento: aveva capito perfettamente che qualcosa non andava. Sono stata costretta a raccontarle tutto per filo e per segno, e mentirei se dicessi che parlarne con lei non mi fece sentire un pochino meglio. 
"Amica, cosa intendi con vita privata? Che abbiamo fatto sesso? Perché questo è l'unico legame davvero intimo che abbiamo avuto in queste due insignificanti settimane." dissi, completamente amareggiata.
"Lucia, non essere stronza ora. Queste settimane non sono state per nulla insignificanti, non gettare tutto all'aria così, lo si sa che l'amore, sotto una qualsiasi delle sue forme, è un rischio. Secondo, non dire che il sesso è l'unica cosa che avete condiviso: ti ha presentato i suoi amici e ci ha fatte integrare con qualcuno, ti ha accolta in casa sua nonostante ti conoscesse da quanto e come lo conoscessi tu, non ha avuto timore di mostrarsi con te in pubblico, nonostante non abbia mai smesso di proteggerti dai danni collaterali di essere sotto i riflettori. Penso che per lui questo sia piuttosto importante e non dovresti lasciare che la negatività e la paura ti assorbano così. Io credo che tu gli abbia fatto provare qualcosa, qualcosa di intenso almeno quanto quello che stai provando tu". Aveva così..ragione, almeno, per la prima parte del discorso.
Avevo talmente paura di rimanere scottata da qualcosa che era appena cominciato, che già avevo iniziato a rovinare tutto. "Kathe, credo che tu abbia ragione. Scusami, mi sto davvero comportando da bambina immatura. E' solo che.. lo sai, potrebbe avere qualsiasi altra donna con cui fare ogni cosa voglia fare. Attrici, modelle, personaggi famosi: potrebbe divertirsi o anche avere qualcosa di serio con chiunque di loro. Mi sembra inaccettabile che possa davvero provare ad accontentarsi di me." dissi, dando voce alla mia paura più grande. "Lucy, credimi, io ti capisco. Devi solamente tranquillizzarti ora, ed apprezza ogni momento. Devi solo vedere come vanno le cose." esclamò nuovamente con voce dolce. "Grazie mille Kay, cominciavo a sentirmi così stupida. Io non sono fatta così, non so cosa mi stia prendendo.." dissi, sentendomi vagamente in imbarazzo. "Già, stavi cominciando ad essere davvero stupida. Vedi di darti una regolata!" disse nuovamente Kay, cercando di sdrammatizzare e tirarmi su di morale. "Ehi! Stronza che non sei altro, non osare prendermi in giro ora!" dissi lanciandole addosso un cuscino. Pochi istanti ed avevamo cominciato una battaglia di guanciali allucinante, faceva così 'sleepover club', piccole adolescenti inside.

 La serata finì quando eravamo abbastanza stanche di rincorrerci avanti e indietro per il piano superiore della casa, dopo una telefonata simultanea con i nostri genitori: cominciavano a mancarci davvero tremendamente. 

Erano le 10.23 am di sabato quando mi svegliai e guardai l'ora dal mio smartphone e mi rigirai a guardare Katherin al mio fianco: prese da un attacco di nostalgia di casa avevamo deciso di dormire insieme nella mi stanza, quella notte. Cercando di non fare troppo rumore, sgattaiolai dal mio letto dirigendomi nella doccia del bagno padronale. Ero così orgogliosa di dire che casa mia era una figata. 
 Tornai in camera avvolta in un morbido asciugamo bianco una decina di minuti dopo, trovando Kay sveglia ancora a letto, che usava il suo Iphone. "Buongiorno bell'addormentata!" dissi sorridendole ed entrando nella cabina armadio. "Buongiorno amica!" disse, prestandomi poca attenzione. 
"Che fai già col telefono in mano? Quasi non sei nemmeno sveglia!" dissi pochi istanti più tardi uscendo dalla cabina armadio dopo essermi distrattamente vestita. "Sto guardando un po' di Instagram. Dovresti deciderti a farlo, e potresti seguire Justin!" mi disse senza scollare gli occhi dallo schermo. "Nah, grazie, non voglio diventare una stalker ossessiva-compulsiva come la gente come te" dissi rivolgendole un sorriso finto mentre lei replicava infantilmente con una linguaccia.
"Amica, sei già lavata e vestita. Infilati un paio di occhiali da sola e vai da Starbucks a prendere la colazione" disse inoltre facendomi una faccia tenera. "Hai suoi ordini stronza. Cosa vuoi?" le chiesi.
"Sorprendimi, mi conosci abbastanza da sapere i miei gusti. Ti adoro!" disse lanciandomi un bacio volante ed accomodandosi oltremodo tra le mie lenzuola.  
Avevo addosso un paio di pantaloncini neri a vita alta ed un top nero, infilai una giacca di pelle, le mie Air Max dorate e un paio di Ray Ban vintage prima di prendere la mia Neverfull e riempirla di cianfrusaglie, chiavi di casa e portafogli. "Vado amica" dissi, uscendo dalla porta della mia stanza e scendendo le scale, per poi uscire in vialetto ed entrare a bordo della mia Range Rover.
Mi diressi verso Starbucks, che raggiunsi in pochi minuti, trovando parcheggio proprio dall'altro lato della strada davanti al negozio. Scesi, assicurandomi di chiudere la macchina, e attraversai la strada guardandomi hai lati. Entrai, e sfortunatamente come spesso accadeva, c'era abbastanza gente. In fila davanti a me c'erano almeno sei persone e i tavoli erano quasi tutti saturi. Avrei speso lì dentro almeno venticinque minuti della mia mattinata. Fui tentata di raggiungere il primo bar o Mc Donald's, ma purtroppo ero insolitamente pigra e mi trovavo già lì. Decisi, annoiata, di aspettare il mio turno, avvertendo Kathe che avrei fatto tardi. Non feci altro che guardare e riguardare l'ora dal display del mio cellulare e dopo esattamente 27 minuti dal mio arrivo, arrivò il mio turno. 
"Buongiorno! Prego, cosa desidera?" mi chiese una commessa, carina e solare, molto cortesemente. Purtroppo oggi, dopo tutta quell'attesa, ero io il dito in culo, non so quanti sorrisi avrei potuto regalarle. "Buongiorno!" dissi sforzandomi di non suonare del tutto maleducata, "vorrei ordinare d'asporto un Frappuccino al cioccolato con panna montata, un Pumpkin Spice Latte, due red berry cheese danish e due blueberry muffin con miele e yogurt." aggiunsi infine. "Sono dieci dollari e settantacinque" mi disse la bionda porgendomi lo scontrino. Pagai prima che mi avvertisse che il mio ordine sarebbe stato chiamato presto e mi congedò sorridendomi ed augurandomi un buon week-end. Scrissi a Kay che a breve avrebbero chiamato i nostro ordine e la avvisai sul suo contenuto, mentre aspettavo riluttante la mia colazione. Ero davvero stanca quella mattina, sarà stata la depressione del giorno precedente. Una manciata di minuti successivi chiamarono il mio ordine, che mi accinsi presto a ritirare, dirigendomi verso l'uscita della caffetteria. Aprii la porta e mai avrei potuto immaginarmi una scena simile: almeno una quindicina di flash stavano scattando nella mia direzione, urlando frasi come 'Eccola!' 'E' lei!'. Gesù. 
"Signorina può dirci come si chiama?" "E' vero che sta uscendo con Justin Bieber?" E' vero che l'ha portata a casa sua?" "Siete solo amici  o qualcosa di più? Ci sono foto in cui vi baciate in pubblico!" "Vi siete divertiti al centro commerciale ieri?". Avrei voluto che i miei occhiali da sole fossero stati una maschera gigante per potermi nascondere e scomparire. Cercai di non fiatare, strisciando tra di loro in cerca di un varco ed arrivare alla mia auto."Signorina ci risponda. Come ha conosciuto Bieber?" "Le ha mai parlato di Selena?" Per Dio, ma perché mai, se pensavano che io e Justin ci frequentassimo, mi chiedevano della sua ex fidanzata?
"Signori, credo che la mia vita non interessi a nessuno. Sono uscita solo per prendere la colazione. Arrivederci e buon week-end a tutti" dissi, con un tono di voce abbastanza alto ricevendo silenzio ed attenzione da parte loro. Detto ciò, continuai a camminare nella direzione opposta alla loro, dirigendomi verso la mia macchina fortunatamente poco lontano da me, cercando platealmente le chiavi in borsa. Le trovai aprendo le serrature e fiondandomici dentro e richiudendola per poi accenderla e partendo sgommando, mentre la gente attorno a me diventava sempre più invasiva ed ingombrante. Scarafaggi.
Feci in tempo a vedere la folla dileguarsi dallo specchietto retrovisore, mentre mi dirigevo a casa mia. Chissà come verranno stravolte le mie parole, e chissà come avrei dovuto rispondere. Forse avrei dovuto tacere. Arrivai a casa pochi minuti dopo, parcheggiando sul vialetto. 
"Kay, sono a casa. Scendi che i caffè si raffreddano!" urlai dalla cucina, vedendola arrivare di corsa in mezza frazione di secondo. "Finalmente! Ma quanta cazzo di gente c'era?" mi disse con gli occhi di chi stava morendo di fame. "Lascia stare, un casino inaudito. Uscendo poi, ho trovato una folla di paparazzi" dissi alzando gli occhi al cielo. "Che cosa?" urlò Kathe, quasi strozzandosi col frappuccino che stava bevendo dalla cannuccia. "Sì, ce n'erano almeno una decina. Gesù, nemmeno fossi Kim Kardashian!" dissi. "Oh mio Dio! Che volevano?"mi disse addentando un dolce dopo essersi seduta sul bancone affianco al piano cottura. "Mi hanno chiesto di me e Justin, girano foto di noi due che ci baciamo al The Grove e mi hanno chiesto di Selena Gomez...come se io la conoscessi!" dissi prendendo posto davanti a lei. "Ma che cazzo? Assurdi. Non possono farlo, non sei un personaggio pubblico. Comunque hai già chiamato Justin?" mi chiese. "E quando avrei potuto chiamarlo? E poi non vorrei svegliarlo, poi lo sentirò." dissi cominciando a fare colazione. "Non hai detto nulla riguardo voi due, giusto? Chissà quanto stravolgerebbero il tutto" aggiunse ancora la mia coinquilina. "Tranquilla Kay, oltre che proteggere la privacy di Justin, vorrei mantenere la mia." dissi facendo una smorfia. 

Nel giro di una mezz'ora finimmo di mangiare. Era circa un quarto a mezzogiorno e non avevamo la più pallida idea di che cosa fare oltre che aspettare la sera, così ci accomodammo sul divano accendendo la televisione. Scegliemmo di guardare una puntata di Pretty Little Liars. 
Decisi, inoltre, di scrivere il 'buongiorno' a Justin, vedendo se era sveglio e cercando di sondare il terreno: l'argomento paparazzi non era tra i suoi top favs e sicuramente non avrebbe aiutato a cominciare la giornata nel il verso giusto.

To: Sexy Vicino

Buongiorno piccolo♥


Era così insolito scrivergli messaggi, ogni volta mi sentivo stupida e non sapevo mai come comportarmi e cosa scrivere. Malgrado tutto inviai attendendo una riposta, che non tardò troppo ad arrivare. 


From: Sexy Vicino

Buongiorno piccola sexy♥ Dormito bene? 

Aw, era così tenero anche per messaggio. 

To: Sexy Vicino

Dormito benissimo, grazie. Tu hai dormito bene? 

Stavo ponderando a come introdurre il discorso. 

From: Sexy Vicino

Ho dormito bene anche io, ma l'altra notte ho dormito meglio ;)

'L'altra notte'. Immagini di noi due nudi a fare sesso al chiaro di luna mi tornarono in mente, facendomi avvampare. 

To: Sexy Vicino
Non hai tutti i torti. Comunque, appena puoi posso chiamarti un secondo? Sarò breve, non voglio disturbarti. 

Inviai, attendendo di ricevere un suo sms. Purtroppo ricevetti una sua telefonata. Era così.. strano. 

"Pronto" dissi rispondendo insicura. "Ciao bambolina". Oh mio Dio, la sua voce era..tutto. Era ancora roca e sexy, segno che si era appena svegliato e anche dal telefono mi faceva fremere. Era la voce più bella che avessi mai sentito. 
"Justin, scusami, stavi dormendo?" mi sentii subito in colpa, magari lo aveva svegliato il mio sms.

"Mi sono svegliato poco fa, non preoccuparti. Cosa dovevi dirmi piccola?" disse con tono malizioso. Riuscii perfino ad avvertire il suo sorriso sghembo dall'altra parte della cornetta. Gesù, mi faceva impazzire perfino per telefono. 
"Nulla di molto rilevante. Un paio d'ore fa sono andata da Starbucks a prendere la colazione per me e Kathe.." dissi, lasciando la frase in sospeso perché non avevo idea di come continuare. 
"Mm, interessante. Potevi passare a salutarmi, ti avrebbe aperto Tracy" disse con tono noncurante, ascoltandomi paziente. "Sì.. purtroppo non mi era sembrata una buona idea, così sono venuta diretta a casa." dissi, nuovamente odiandomi per la mia stupidità. Ce la potevo fare a dirgli la verità o avremmo dovuto parlare anche del tempo? Mi stavo fasciando la testa per una cavolata, probabilmente non gli sarebbe nemmeno importato. "Come mai venirmi a trovare non ti è sembrata una buona idea?" disse con tono leggermente ferito. Cercai di non immaginarmi il suo faccino dolce e parlai semplicemente. "Uscendo dal negozio c'era una folla si fotografi. Stavano aspettando me e mi hanno chiesto di me, di noi e di Selena." "Che cosa?" rispose. Sentii il suo tono di voce raggelarsi.
"Sei a casa?" mi chiese subito dopo con tono evidentemente alterato. "Sì. Tutto-" "Arrivo." aggiunse infine, riattaccando e senza permettermi di parlare.  


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