Chapter 75

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"Lucy!" 
Chi era? Non poteva essere già mattina. 
"Lucy! E' mezzogiorno, lo yatch è arrivato!" 
No, era un incubo, non era già l'ora di alzarci. 
Kathe bussò forte dall'altro lato della porta continuando a chiamarmi. Quando l'avrebbe smessa? Il cerchio alla testa mi si stava stringendo, picchiando duro sulle mie tempie. Maledetto alcool. 
Justin gemette di fianco a me, stringendo la presa attorno alla mia vita. 
"Cazzo" mormorai tra me e me, rifiutando di aprire gli occhi. 
"Kathe, sono pronti?" sentì la voce di qualcuno parlare con Katherin al di fuori della nostra porta, nel corridoio. "Non rispondono. Ho come la sensazione che stiano ancora dormendo" sentii la mia amica rispondere all'ancora sconosciuto. Bussarono nuovamente.
"Oh mio Dio, chi è che fa tutto questo casino?" chiese Justin con la voce impastata, mettendosi a pancia in giù e soffocando la faccia nel cuscino.
"Piccolo, credo siano le 12pm, lo yatch è arrivato e noi siamo ancora a letto" sussurrai nel panico, cercando di riprendermi. 
"No, non mi alzerò da qui" si lamentò ancora, riavvolgendo un braccio attorno alla mia vita e tirandomi nuovamente verso il materasso, imprigionandomi. 
"Justin, dobbia-" "Lucia, muovete il culo, lo yatch è già giù!" riprese Katherin. "Justin!" lo chiamò la precedente voce, solo all'ora capii che era Alfredo. "Fratello, aprite la porta prima che entri io!" 
"No Fredo, non puoi entrare: Lucia potrebbe essere nuda! Entro io" esclamò Kathe, dopodiché sentii abbassare la maniglia della porta. "No! Che fai? Potrebbe essere Justin quello nudo!" urlò Fredo.
La maniglia tornò normale e la porta non si aprì. 
"Mandali via, di loro che possono andare e che noi stiamo a casa" si lamentò ancora Justin, sempre con la faccia letteralmente nel cuscino. 
"Kathe" dissi piano, ma consapevole che mi avesse sentita. "Oh! Finalmente! Siete pron-" entrò in camera senza invito e si paralizzò alla vista di noi due ancora nel letto. 
"Dobbiamo andare!" si lamentò ancora con una faccia disperata. "Justin alzati!" disse anche Fredo. 
"Ragazzi, andate pure: noi siamo esausti! John avrà preparato ogni cosa, affidatevi a lui! Buona giornata" disse Justin, senza scomodarsi di dar loro almeno un'occhiata e rigirandosi nel letto, rivolgendo loro le spalle. 
Li guardai mortificata per non essermi svegliata in tempo. "Mi dispiace ragazzi, ieri sera ho davvero esagerato. Passate una buona giornata" dissi, guardandoli. Annuirono. 
"A più tardi" disse dolcemente Kathe, richiudendo la porta della stanza. 
Sentimmo il gruppo di amici parlare tra loro e camminare mentre percorrevano il corridoio. 
Mi risdrai nel letto dal quale, di fatto, non mi ero mai alzata, mentre Justin si rigirava verso di me ed abbracciava la mia vita. 
"Buongiorno principessa" mormorò, ancora ad occhi chiusi. "Buongiorno" risposi a bassa voce: ero quasi senza dopo tutte le grida e le risate della serata prima, mentre la testa mi scoppiava e le tempie mi pulsavano. Inoltre non aiutava la sensazione del trucco ancora sulla mia faccia: mi sentivo soffocare ed il mascara colato e sciolto non mi permetteva di aprire gli occhi decentemente, quanto tempo era che non mi addormentavo truccata? Cinque anni? Ripensandoci, forse no: non era un buon giorno. 
Cercai di accoccolarmi tra le braccia di Justin e provare a riaddormentarmi. 

Aprii gli occhi, necessitando di andare al bagno. 
Mi alzai, mettendo le gambe fuori dal letto e facendo entrare i miei piedi in contatto col pavimento fresco. Mi diressi velocemente in bagno, sistemando distrattamente la maglietta che indossavo. Quando l'avevo fatto? Oh sì, le premure di Justin.
Entrai in bagno, guardandomi velocemente allo specchio mentre ci passavo davanti, inorridendo alla mia immagine irriconoscibile. 
Feci pipì e dopodiché lavai le mani ed i denti. Poco prima di cominciare a struccarmi decisi che sentivo la necessità di fare una doccia, così preparai l'occorrente, legai i capelli e poi vi entrai. 
Lavai svogliatamente il mio corpo, rilassandomi alla sensazione dell'acqua calda che scrosciava accarezzandolo, per liberarmi del sudore della sera prima e poi cominciai a rimuovere il cerone che avevo sulla faccia. Risciacquai il tutto ed uscii dalla cabina della doccia, asciugandomi con un asciugamano pulito. 
Mi rimisi davanti allo specchio e spalmai della crema idratante, data la secchezza della mia pelle per via dalle prolungate ore nelle quali avevo indossato il trucco e da tutti i drink che avevo bevuto la notte prima, ed infine lavai ancora i denti perché continuavo ad avere il gusto dell'alcool in bocca.
Prima di uscire dal bagno infilai la mia vestaglia di seta.
"Potevi chiamarmi per la doccia" disse Justin, seduto dal suo lato del letto, evidentemente appena svegliato. "Scusami piccolo, non volevo svegliarti" dissi, avvicinandomi al letto. 
Si alzò in piedi e venne verso di me. "Non mi hai svegliato. Buongiorno di nuovo, comunque" disse non appena mi raggiunse, avvolgendo la mia vita e sorridendomi dolcemente. "Come ti senti stamattina?" disse, esplorando le mie iridi in cerca della risposta più sincera. 
"Come se fossi stata presa sotto da un camion. E sto morendo di sete" dissi con un sorriso debole, facendolo sghignazzare. "Aspettami un secondo e poi scendiamo, così bevi e prendi qualcosa per l'emicrania, principessa" disse, baciandomi la fronte per poi chiudersi in bagno. 
Tornai a sedermi sul letto, poi mi accorsi che il mio telefono non era sul comodino come al solito così mi alzai per recuperare la pochette della sera precedente per cercarlo.
Una volta che lo trovai lo misi in carica ed infine guardai l'ora: 2.13pm. 
Appena lo posai sul comodino Justin uscì dal bagno, ancora solamente nel paio di boxer nei quali si era svegliato: era dannatamente sexy. 
"Andiamo giù piccola" disse, aspettandomi a metà strada tra il letto e la porta e porgendomi una mano. Lo raggiunsi, prendendola, ed uscimmo dalla stanza, diretti alla cucina al piano di sotto. 
"Credo siano andati via tutti" disse Justin mentre scendevamo le scale, udendo il silenzio che ci circondava. "Sì, lo penso anche io. Sono così dispiaciuta di non aver fatto in tempo ad alzarmi" dissi, mentre raggiungevamo la cucina. Mi dispiaceva non poter fare un giro in città con quel gruppo di scalmanati, ci saremmo divertiti. 
Raggiunsi velocemente il frigorifero e presi un cartone di succo d'albicocca prima di rivolgermi a Justin: "Tu cosa vuoi?" dissi, tornando con lo sguardo ai ripiani del grande frigo. "Quello va bene" disse, osservando per un secondo quello che avevo tra le mani e prendendo poi due bicchieri di vetro dalla credenza.
Mi ci avvicinai e bevvi un bicchiere di acqua fresca presa dal rubinetto, godendomi la sensazione di essa che scorreva idratando le mie mucose. Dopodiché mi versai un bicchiere di succo di frutta. 
Gemetti alla libidine della bevanda analcolica. 
"Perciò" disse Justin dopo aver messo il suo bicchiere nel lavello, "siamo di nuovo qui, tutti soli in questa grande casa" continuò, abbracciandomi da dietro, intrappolandomi tra il suo corpo ed il bancone della cucina. Sorrisi scuotendo la testa alla sua malizia. 
"Già.. perché, hai qualcosa in mente?" dissi, girandomi verso di lui, incontrando le sue iridi color miele.
"Qualcosa in mente ce l'avrei" replicò con aria maliziosa, facendomi ridacchiare mentre raggiungeva il mio collo per lasciarvi sopra leggeri baci umidi. "Penso di aver capito la tua idea" dissi posizionando gli avambracci sulle sue spalle ed accerchiando il suo collo, facendo incrociare le dita ai capelli sul retro della sua nuca.
Sorrise sulla mia pelle, facendomi rabbrividire, prima di baciare le mie labbra castamente. Risposi immediatamente al bacio, sorridendo sulle sue labbra come lui faceva sulle mie e tastando i muscoli delle sue braccia. 
Scese con le mani lungo il mio sedere, strizzandolo vigorosamente per poi sollevarmi e farmi sedere sul bancone della cucina, facendo penetrare la sua lingua nella mia bocca, approfittando dell'avermi presa alla sprovvista. 
Trattenei dei gridolini e delle risate, continuando a baciarlo come faceva lui. 
Risalì il mio addome con una mano, arrivando alla cintura della mia vestaglia ed aprendola. 
Separò le nostre labbra per potermi guardare e scoprire che ero nuda. 
Grugnì, facendomi ridere, "Oh mio Dio, mi farai impazzire, donna!" esclamò, abbassandosi a baciare e succhiare il mio seno. Risi e tratteni dei gemiti, inarcando leggermente la schiena.
Prestò attenzione al mio seno, per poi scendere con baci umidi lungo il mio addome e verso l'ombelico. Giocherellò col mio piercing mentre mi abbandonavo alla sua magia, guardandolo rapita ed in estasi, poggiando le mani sulle sue spalle. 
Scese ancora più in basso, sotto l'ombelico, prima di spostare le sue mani dai miei fianchi, al di sotto della mia vestaglia che ormai serviva a poco, fino al retro delle mie ginocchia, sul cavo popliteo, avvicinandomi repentinamente a se ed al bordo del bancone, separando le mie gambe. 

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