Chapter 30

8.6K 243 20
                                    

Luogo dove effettivamente arrivammo dopo venticinque minuti. "Ti va di salire?" mi chiese con voce ammaliante dopo aver parcheggiato e spento l'auto, rivolgendomi il suo sguardo infuocante, come se non fosse già stato previsto che avremmo passato la notte insieme da lui, in qualsiasi caso. "Sì, mi va di entrare" dissi ricambiando l'occhiata ed aprendo la portiera in simbiosi a lui. Girammo intorno all'auto e prendendomi per mano mi guidò alla porta d'ingresso, dove tolse i vari allarmi ed antifurti prima di aprirne la serratura e farmi accomodare, tenendomela aperta e richiudendola dietro le mie spalle. Feci appena in tempo a vedere l'ora luminosa sul decoder affianco al moderno televisore, prima di essere sbattuta al muro e baciata violentemente nel buio notturno, quasi fosse un deja vu: 10.22 pm.  

Strinsi le mani dietro al suo collo, avvinandolo a me ancora di più e rispondendo al suo bacio.

Afferrò i miei fianchi e scese poco più giù, tirando pian piano la gonna lunga verso l'alto, sempre di più, finché non la reggeva quasi completamente nelle mani. A quel punto afferrò velocemente la parte posteriore delle mie cosce, prestando attenzione a non far riscendere la gonna, e mi prese in braccio facendomi allacciare le gambe nude attorno al suo busto. Continuai a baciarlo senza opporre alcun tipo di resistenza, mentre lui si dirigeva verso le scale che portavano al secondo piano e percorrendole velocemente. Percorse a grandi falcate anche il corridoio del piano appena raggiunto arrivando davanti la porta di camera sua, non prendendosi la briga di accendere nemmeno una luce: il buio ci avvolgeva completamente dandoci la nostra privacy.
Entrò in camera spalancandone la porta d'entrata e poi richiudendola, facendo aderire ad essa la mia schiena nuda reggendo ancora il mio peso e continuando a baciarmi.
Mi staccai velocemente dalle sue labbra per dirigermi altrettanto velocemente dalla parte illuminata dalla luna del suo collo, baciando, succhiando e leccando la scritta 'patience' tatuata e portando le mie mani dalle sue spalle, al bavero della giacca, sfilandola con rapidità e lasciandola cadere per terra con la mia pochette. Mi fece riposare i piedi atterra mentre slacciavo il nodo della sua cravatta, facendo cadere anch'essa sul pavimento.

Sbottonai la sua camicia, ritornando a far unire le nostre labbra e lo feci indietreggiare spingendo piano il suo petto, fino a farci raggiungere il letto dietro di noi, togliendo definitivamente anche quest'ultima. Afferrò con foga il mio sedere stringendolo forte e facendomi gemere mentre lui infilava più prepotentemente la lingua nella mia bocca. Percorsi il suo petto ormai nudo con le mani aprendo la cintura e sbottonando i suoi pantaloni prima di farlo cadere sul letto. Si tolse velocemente le scarpe con i piedi e mi chinai leggermente per togliergli i calzini e sfilargli lentamente i pantaloni, facendolo rimanere in boxer. I miei occhi si erano abituati alla poca luce donataci dalla luna e potevo vederlo quasi normalmente ora. Mi rialzai in piedi guardandolo negli occhi e slegando il mio vestito dall'abbottonatura dietro al collo, facendolo ricadere su se stesso ai miei piedi, rimanendo in soli slip davanti a lui. Feci un passo uscendo dal vestito mentre Justin si rialzò dal letto, spostando velocemente le lenzuola leggere, ed afferrandomi per i fianchi spingendomi con forza sul materasso, con una fretta quasi furiosa. Tolse velocemente i miei tacchi prima di stendersi sopra di me e coprirci fino a metà busto, per cominciare a lasciare baci umidi sul mio collo, scendendo sul mio decollette e palpando e strizzando il mio seno destro con la mano sinistra, arrivando a leccare il capezzolo sinistro. Era completamente posseduto dal suo desiderio sessuale e me ne resi conto non solo dall'impeto con cui stava facendo tutto, ma soprattutto dal rigonfiamento sempre più percepibile costretto nei suoi boxer, che premeva sulla mia intimità. Gemetti sonoramente abbandonando la testa all'indietro quando succhiò con forza il mio capezzolo e spinse più forte il suo inguine contro il mio. Nessuno dei due aveva ancora aperto bocca da quando eravamo entrati in casa: il mio gemito fu l'unica cosa che interruppe il silenzio che ci avvolgeva.
Ripresi il controllo di me stessa cercando di farlo staccare da me, riuscendoci dopo molto dato il suo ardore, facendolo tornare con la schiena appoggiata al materasso. Mi misi a cavalcioni sopra di lui, muovendo sensualmente il bacino e sfregando la mia intimità sopra la sua erezione e facendolo gemere sonoramente. Mi spostai, dopo averlo baciato forte, raggiungendo l'elastico dei suoi boxer con le mani, prima di abbassarli e toglierli, liberando il suo amico ormai duro. Lo avvolsi con la mano, stringendolo leggermente e cominciando dei movimenti lenti e ripetitivi verso il basso e verso l'alto, sentendo il suo respiro affannarsi sempre di più. Mi chinai a baciarlo ancora, infilando con prepotenza la mia lingua nella sua bocca e velocizzando i movimenti della mano, sentendo il suo petto alzarsi ed abbassarsi sempre più velocemente. Mi staccai dal bacio, passando le mie labbra umide e la mia lingua insalivata lungo tutto il suo addome, tracciando una scia definita al mio passaggio. Scesi fino ad arrivare al suo pube, continuando a masturbarlo ad un ritmo ormai avanzato. Leccai la punta del suo pene, alzando lo sguardo verso il suo viso, trovandolo con occhi chiusi troppo impegnato e contratto per via del piacere che gli stavo provocando. Sorrisi sulla sua cappella prima di infilarmi il suo membro rigido in bocca, spingendolo lentamente sul fondo della mia gola. Gemette sonoramente un'altra volta, ed un'altra volta ancora, mettendo la sua mano dietro la mia testa ed incitandomi a fare movimenti più veloci e a prenderlo sempre più infondo. Cominciai a pompare senza ritegno, sentendolo impazzire e dimenare sotto di me, lasciandosi scappare qualche gemito strozzato.
"P-piccola..fer-mati" disse allontanando repentinamente la mia testa dalla sua parte più intima e capovolgendo ancora le posizioni, facendomi sdraiare nuovamente sotto di lui. Mise le mani sui miei fianchi per poi togliere velocemente il mio perizoma, venendo facilitato da me che alzai leggermente il bacino. Buttò quell'ultimo capo di abbigliamento che avevo addosso non so dove sul pavimento della sua camera da letto, palpeggiando e baciando il mio petto esposto un'ultima volta prima di leccare il mio ombelico e giocherellare con la lingua con il mio piercing, per qualche secondo, scendendo poi ancora verso la mia intimità. Stuzzicò il mio clitoride con le dita, facendomi urlare in preda al piacere, per poi avvicinare la sua bocca e leccarlo, spingendo infine un dito all'interno della mia vagina, completamente bagnata. Un calore si sprigionò divampando all'interno del mio corpo, mentre il piacere mi faceva quasi dimenare ed il mio respiro accelerava sempre di più. Gemetti ripetutamente, sempre più forte, finché Justin non mosse sempre più velocemente un dito all'interno di me, per poi infilarne un secondo, un terzo e dopo qualche secondo un quarto. Tirai un sospiro sonoro ed incrinato: stavo impazzendo. Era dal mio ex che non avevo rapporti né null'altro di simile ed il piacere stesso mi stava rodendo dentro da dopo essermi abituata alla sensazione del suo primo dito dentro di me.
"Justin!" quasi urlai tachicardica, mentre la testa iniziava a girarmi per il troppo ossigeno che stavo inspirando così velocemente. "J-Justin, st-sto per-" non riuscì a terminare la frase che allontanò la sua bocca e le sue mani dal mio inguine, tornando con il viso alla mia altezza per poi allungare un braccio verso il suo comodino ed estrarre una bustina argentea. 
La ruppe velocemente, estraendo il profilattico ed appoggiandolo sulla punta del suo pene e srotolandoglielo sopra, aiutato anche dalla mia mano sulla sua. Posizionò la cappella sulla mia entrata e si protrasse per sussurrare qualcosa al mio orecchio: "Sei pronta?" sussurrò con un'inaspettata punta di dolcezza nel tono di voce. Strinsi la presa delle mie mani sui suoi bicipiti prima di rispondergli in preda al precedente piacere: "Sono due settimane che non aspetto altro, idiota!" Lo sentii ridere e lasciandomi un veloce bacio a stampo entrò lentamente in me, facendomi abituare alla sensazione del suo membro enorme, mentre trattenni il respiro per un secondo, per poi risentire quel calore bruciarmi dentro. Gemetti ancora mentre lui inspirò pesantemente. "Sei. così. bagnata. piccola. Mi fai impazzire" disse con voce roca aumentando la velocità delle spinte. Mi baciò spingendo la sua lingua all'interno del mia bocca e ricambiai con fervore. Strinsi la presa delle mie mani sulla sua schiena, impiantandogli le unghie nella carne, incitandolo ad aumentare ancora la velocità e la frequenza dei colpi, alzando leggermente il bacino per andargli incontro. Gememmo insieme accelerando i movimenti. "Oh mio Dio Justin, più veloce, più veloce!" quasi urlai supplicante mentre il ragazzo spinse ancora più velocemente.
Dopo non so quanto tempo si fermò, uscendo da me prima di parlare:"Girati piccola!" disse, per poi farmi alzare e mettere a cavalcioni sul letto,con la testa rivolta alla testiera. Afferrò i miei fianchi con le mani, stringendoli con forza, per poi rientrare dentro di me da dietro, spingendo esageratamente. Urlai: mi stava letteralmente sventrando, faceva quasi male, ma stavo godendo davvero di brutto. Gemetti e urlai il suo nome mentre lui ansimava sempre più pesantemente. Se fosse esistito un paradiso non avrei voluto vederlo in cambio di quello. 
Fece scendere una mano dal mio fianco al mio pube, passando per l'addome, per poi frizionare il mio clitoride. Fui presa dagli spasmi per via di tutto quel piacere. "J-Justin!" urlai, sentendomi sempre più vicina al limite. Continuava a spingermici sempre e sempre più vicino ed ogni volta che mi sembrava di starlo per oltrepassare esso si allontanava di poco, facendo continuare la mia tortura.
Venni poco dopo, esplodendo nell'orgasmo migliore della mia vita e invocando il nome di Dio.
Justin uscì nuovamente da me ed io, nonostante stremata per essere venuta così potentemente, lo feci stendere ancora sul letto, prendendo il comando e posizionandomi sopra di lui e penetrandomi forte. Gemette ancora e, Gesù, avrei pagato per sentire quel suono uscire dalle sue labbra continuamente durante tutto il giorno. 
Cominciai a muovere i mio bacino su e giù, il più velocemente possibile, aggrappandomi alle sue spalle e baciandolo con foga, mentre lui toccava ogni parte di me: scendeva dal seno al sedere, palpandoli forte, ma sfiorando dolcemente il mio addome e la mia schiena. Passò poco tempo prima che afferrò saldamente i miei fianchi e accompagnando con rabbia i movimenti del mio bacino venne, urlando il mio nome. Quello fu il richiamo che fece riscoppiare anche me, che venni in un secondo orgasmo sopra di lui.
Il silenzio ci riavvolse, l'unica cosa udibile erano i nostri respiri pesanti che si diffondevano tra le pareti. La miglior scopata della mia vita.
Restammo in quella posizione ancora per qualche minuto, finché piano piano non mi tolsi per stendermi al suo fianco, coprendomi fino al seno con quel lenzuolo di seta fresca rosso e nero, rimanendo a fissare il soffitto. "Piccola, è stato.." disse Justin alcuni minuti dopo, dopo aver fatto regolarizzare il suo respiro ed allungando la mano verso l'abat jour sul suo comodino per poi girarsi su un fianco verso di me "..è stato fantastico!" disse guardandomi negli occhi, con aria di qualcuno ridicolmente felice. 
Sorrisi timidamente, mentre avvolgeva con un braccio la mia vita avvicinandomi a se. "E' stato davvero fantastico" ammisi scendendo con lo sguardo a fissare la sua croce ed accarezzando lievemente il suo petto con la mano. Mi alzò il mento, baciandomi successivamente ed infilando anche la lingua, ma in un modo dolce e non troppo veloce, per poi far passare un braccio sotto il mio collo ed abbracciandomi, facendomi poggiare la testa sul suo petto, giocherellando ad attorcigliare una ciocca dei miei capelli. Non so quanti minuti rimanemmo così, accoccolati, ma ad un certo punto egli parlò: "E' stato veramente bellissimo ed intenso, non ho mai desiderato qualcosa o qualcuno così tanto in vita mia, Lucia" disse d'un tratto, facendomi risvegliare dal mio stato comatoso, così spostai la testa alzandomi leggermente per poterlo guardare dritto negli occhi.

Aveva uno sguardo tremendamente sincero, qualcosa capace di penetrare completamente la mia anima, scuotendomi. Ero completamente senza parole, non avevo la minima idea di come rispondere.
Feci l'unica cosa che mi venne spontanea: accarezzai il suo viso con la mano per poi avvicinare lentamente le mie labbra alle sue.
Montai di nuovo sopra di lui baciandolo dapprima dolcemente e subito dopo con foga. Passarono pochi secondi prima che la sua erezione si ripresentasse, così allungai una mano verso il suo comodino, aprendone il cassetto ed estraendo un altro preservativo, esattamente come fece lui precedentemente, ed infilandoglielo velocemente lo feci entrare in me ancora, facendo ricominciare il gioco. 



IndependentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora