"E dunque vorresti semplicemente finirla qui?" chiesi con una voce arrabbiata, sperando di riuscire a trattenere le lacrime che avrebbero potuto mostrare quanto in realtà fossi ferita.
"Guarda che non c'è mai stato nulla tra noi due" disse lui freddamente, indicando i nostri corpi con l'indice, mantenendosi a distanza. "Avresti anche potuto accorgertene un po' prima, stronzo!" gridai, spingendolo con entrambe le mani che avevo posto sul suo petto, lasciandomi sfuggire qualche lacrima che scese velocemente, schiantandosi presto al suolo.Mi svegliai di soprassalto, alzando il busto e sedendomi velocemente nel letto, in mezzo alle lenzuola. Avevo il fiatone quasi, ed i brividi mi ricoprivano più delle lenzuola, scivolate ormai all'altezza dei miei fianchi, mentre mi sorreggevo con le braccia al materasso. Mi guardai intorno, realizzando che fosse stato solamente un incubo, ma il panico mi riassalì non appena mi accorsi di essere sola.
Mi coprii il viso con le mani in maniera frustrata, facendole poi scorrerei le dita tra i miei capelli, cercando di ricompormi. Dopodiché presi un respiro profondo e mi accinsi a scendere dal letto, dirigendomi verso il bagno.
Utilizzai la toilette e sciacquai il mio viso con dell'acqua fresca, nel tentativo di risvegliarmi e farmi tornare con i pensieri alla realtà e non a quello stupido sogno.Justin che chiudeva il nostro rapporto non sarebbe mai stata una buona notizia.
Tamponai il mio viso con un asciugamano, asciugandolo assieme alle mie mani e dopodiché uscii dal bagno, prendendo il mio telefono dal comodino, vedendo di aver ricevuto un messaggio.From: Kathe
Siamo in aeroporto, partiremo tra poco. Ci vediamo oggi pomeriggio perra;)Il messaggio era di Kathe ed era stato inviato alle 9.42 am. Controllai l'orario del mio telefono, vedendo che erano le 12.50 pm. Caspita, era tardi!
Uscii dalla stanza rileggendo il messaggio, calcolando che per le 4.30 pm dell'ora di Los Angeles sarebbero dovuti arrivare gli altri, in base a quando mi aveva scritto, alle quali sarebbero state sottratte le due ore del fuso orario delle Hawaii.
Raggiunsi il salotto, non trovando nessuno, ma avvertendo rumori dalla cucina, così mi ci precipitai.
"Buongiorno piccola!" esclamò Justin, sorpreso di vedermi in piedi, alzando lo sguardo dalla padella davanti a lui. "Buongiorno" dissi imbarazzata da quanto avevo dormito, avvicinandomi a lui con lo stomaco che brontolava. "Hai dormito bene?" disse ironicamente, ma in maniera dolce. "Già, ed anche troppo! Avresti potuto svegliarmi" mi lamentai, soffermandomi al suo fianco e poggiando la guancia ed una mano al suo bicipite, osservando quello che stava cucinando: arrosto e patate. L'uomo era il top. "Eri stanca da ieri sera e ti ho lasciata dormire mentre sbrigavo alcune faccende telefoniche e Santiago riordinava e cominciava a preparare il pranzo per noi" disse, baciandomi la fronte e tornando a concentrarsi sul cibo sul fuoco. "Oh" dissi realizzando il tutto. Dopodiché mi guardai intorno, in cerca dell'affabile domestica. "Dov'è Santiago ora?" chiesi, non vedendola in giro.
"E' salpata dieci minuti fa, ti saluta" disse sorridendomi. "Comunque" dissi rivolgendo ancora il mio sguardo al cibo, sentendo il mio stomaco brontolare in silenzio "stanno arrivando gli altri" continuai. "Lo so piccola, per cosa credi che avessi delle faccende telefoniche da sbrigare?" mi rispose ridendo, con la sua fantastica risata sexy. Mi sentii stupida per non averci pensato prima. "Mi sa che hai ragione" dissi scoppiando a ridere. "Comunque arriveranno qui tra non più di un paio di ore. E' tutto pronto per il loro arrivo: le macchine all'aeroporto e lo yatch al porto. Abbiamo giusto il tempo di mangiare qualcosa, rilassarci e vestirci. Soprattutto tu" disse girandosi verso di me, sottolineando il concetto con il suo sguardo duro.
"Sssì. Pensavo di infilare un paio di jeans ed una felpa per questi 40 gradi centigradi, in effetti!" dissi, sfidandolo. "Sarebbe perfetto" mi rispose con un sorriso falso. "Comunque, stavo per venire a svegliarti perché è pronto, piccola impertinente. Dato che sei abbastanza sveglia per cominciare una battaglia, apparecchia" mi ordinò ironico. Sorrisi scuotendo la testa ed alzandomi in punta di piedi, raggiungendo il suo lobo e succhiandolo dolcemente, prima di baciarlo. Dopodiché mi girai e cominciai a tirare fuori le stoviglie pulite necessarie, apparecchiando la tavola della cucina, davanti la vetrata che dava sulla piscina sul retro.
Pochi istanti dopo sentii Justin spegnere i fornelli, così presi le bibite e lo aspettai per accomodarmi a tavola, dove mi servì prima di cominciare a mangiare.
"Oh mio Dio" gemetti dopo aver assaggiato il cibo, "questo arrosto è una bomba" quotai. "Ti avrei svegliata sapendo che eri così affamata!" disse, sorridendo nella mia direzione. "Piccolo, io sono sempre affamata. Io vivo per mangiare" dissi, prendendo un'altra forchettata di cibo, soffiandoci sopra prima di buttarlo nella mia bocca, facendolo ridere.
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Independent
FanfictionATTENZIONE: linguaggio maturo e contenuti sessuali. Non fraintendetemi: amavo la mia famiglia, i miei amici, il mio ormai ex-ragazzo e qualsiasi altra cosa mi fossi lasciata alle spalle in Italia, ma la vita mi aveva chiamata ed il primo sogno dell...