Rimanemmo in silenzio ed abbracciarti per un tempo che sembrava infinito, era bello stare lì così con lui ed io ero una stupida a pensare che avrei potuto averlo solo per me.
Decisi di fermare il moto perpetuo dei miei pensieri invece che continuare a fustigarmi, così parlai: "Direi che dobbiamo farci una doccia e poi andare a letto" dissi, "a dormire.. nella camera degli ospiti" puntualizzai, sapendo a che pasticcio erano ridotte le coperte.
Sì girò verso di me sorridendomi ed annuendo. Mi alzai lentamente, e per la milionesima volta di malavoglia, dalle sue braccia, seguita da lui. Arrivammo insieme nel mio bagno e, dopo aver acceso la luce, venne spontaneo ad entrambi di guardarci allo specchio. Una volta incontrato il nostro riflesso scoppiammo a ridere, girandoci l'uno verso l'altro ed indicandoci come per dire 'guarda come sei ridotta', ma eravamo messi male entrambi: tutti e due sporchi di cioccolata e panna ovunque sul corpo e sul viso, per non parlare delle nostre labbra, i suoi capelli sparati ed imbrattati con quella miscela appiccicosa mentre i miei semplicemente aggrovigliati in una massa informe sopra alla mia testa, sudati, sporchi.. proprio due meraviglie. Aprii l'acqua della doccia, lasciandola scaldare mentre sciacquammo velocemente le nostre mani sotto il rubinetto.
"Posso entrare in doccia con te o.." chiesi vergognosa a Justin, chiedendogli implicitamente se gli faceva schifo trovarsi del sangue tra i piedi. Detto così fa davvero schifo perfino a me. "Perché non potresti?" mi chiese confuso. Con una mano tenni coperto il seno mentre con l'altra indicai la mia parte bassa, sperando che capisse cosa intendevo. "Avevo capito a cosa ti riferivi e, no, non mi da fastidio" disse facendo spallucce con tono ovvio. Gli sorrisi imbarazzata, quest'uomo era perfetto.
Mi girai, prendendo dall'armadietto apposito un paio di asciugamani puliti per Justin, appoggiandoli su marmo di fianco al lavandino e lasciandolo poi entrare in doccia mente io sfilavo gli slip, mettendoli da lavare, ed il tampax. Sperai che il messy bun resistesse per tutta la durata della doccia perché non avevo voglia di lavarmi i capelli dato che lo avevo fatto poche ore prima e, soprattutto, non potevo certamente asciugarli prima di andare a dormire. Entrai infine in doccia, condividendo un po' d'acqua con Jay per sciacquarmi prima di insaponarmi. Non era stata un'idea proprio brillante dal punto di vista della comodità, ma sorrisi ripensando a prima. "Come mai sorridi?" mi chiese Justin, allungandosi a prendere il mio shampoo. Non era possibile che mi cogliesse sempre in fallo cazzo, era imbarazzante. "Niente, mi è venuto da ridere ancora per come siamo conciati" dissi soltanto, sapendo che non poteva fare altre domande o ribattere granché a quello. "Già" rispose per poi riprendere "Ma n'è valsa la pena" esclamò facendomi un occhiolino e facendomi sorridere. Mentre insaponava e massaggiava il suo cuoio capelluto io presi il bagnoschiuma e comincia ad insaponare tutto il mio corpo. Lo feci sciacquare per primo, sapendo che io avrei comunque finito prima di lui, e poi mi misi sotto il getto d'acqua calda mentre lui strofinava il suo corpo con l'apposito detergente.
"Io ho finito, esco intanto" dissi rivolgendomi a lui, che si girò di scatto con occhi leggermente sgranati, come se fosse un po' spaventato o l'avessi risvegliato dai suoi pensieri. "Aspetta" disse avvicinandosi a me e prendendomi per i fianchi per poi baciarmi in maniera molto passionale. Oh, inaspettato. Una volta che ci staccammo lo guardai, sembrava okay ora. "Tutto bene?" chiesi perplessa. "Ora sì" mi sorrise. "Oh-okay" dissi leggermente confusa ma sorridendo, prendendo la maniglia della vetrata del box doccia ed aprendo la porta, ricevendo una pacca sul sedere mentre uscivo. Lo guardai con aria da finta arrabbiata, non dovendo dire niente dato che ormai avevo capito la sua fissazione con i sederi. Mi avvolsi nel mio asciugamano bianco e morbido, prendendo un tampax dal mobiletto e dirigendomi verso la mia cabina armadio. Entrai e presi un paio di slip alla brasiliana ed un reggiseno coordinato, entrambi di pizzo bianco, insieme ad un babydoll di seta color avorio che mi avrebbe fatta dormire in maniera paradisiaca. Uscii dalla cabina armadio, accendendo la luce della stanza e trovandomi davanti l'immenso disordine: coperte e lenzuola alla rinfusa, ricoperte di panna e cioccolato, vestiti ovunque per terra e non solo e candele accese quasi del tutto consumate. Per prima cosa spensi tutte queste ultime, buttandole nel cestino dato che erano praticamente ultimate, poi raccolsi tutti i miei vestiti e li portai in bagno nel cesto della roba sporca, vedendo che Justin stava ancora finendo la doccia.
Tornai in camera, recuperando i boxer di Justin e portandoli sulla sedia dove stavano il resto dei suoi vestiti, che piegai accuratamente. Al letto ci avrei sicuramente pensato un'altra volta, più precisamente l'indomani.
Justin uscì dal bagno con i capelli bagnati ed un asciugamano attorno alla vita, interamente ricoperto da goccioline. Perché doveva essere sempre così arrapante, accidenti.
"Piccola, avresti qualcosa da prestarmi per la notte?" chiese gentilmente venendomi vicino, "Altrimenti" disse arrivando davanti a me, "potrei anche dormire nudo" sussurrò vicino al mio orecchio dopo avermi dato un'occhiata. "Scemo" dissi stampando un bacio sulla sua bocca, "arrivo, hai ragione scusami". Mi diressi di nuovo nella cabina armadio cercando i suoi vestiti che mi aveva prestato dopo la nostra prima vera notte insieme. Portai fuori i pantaloncini da basket neri e rossi Air Jordan, il suo paio di boxer Calvin Klein e la maglietta nera con scollo a v, e glieli porsi. "Bei vestiti" disse facendomi l'occhiolino e riconoscendoli al volo. "Ad ogni modo, non avevo avuto l'occasione di restituirteli" dissi semplicemente, arrossendo leggermente. "Sono ancora tuoi" disse prendendo i boxer dalla motta ed infilandoseli davanti a me, ancora con l'asciugamano attorno alla vita, che poi sciolse appoggiandolo sulla mia spalla mentre infilò dapprima i pantaloncini e poi la t-short che ancora avevo in mano davanti a lui. Portai l'asciugamano in bagno insieme al mio, mettendolo nella medesima cesta usata in precedenza, mentre lui seguiva ogni mia mossa.
"Prima di andare a nanna vuoi asciugarti un po' i capelli, pulcino?" dissi, riferendomi al fatto che era ancora mezzo bagnato. "No, grazie" disse sorridendomi. "Sicuro? Non ti viene mal di testa a dormire con la testa bagnata? A me sì" dissi facendo una smorfia. "Forse perché tu hai i capelli più lunghi dei miei" disse sghignazzando, "Non centra, posso lasciare anche solo la testa bagnata che mi viene il torcicollo" mi difesi, ed era la verità. "Va bene, mi asciugherò i capelli!" sbottò teneramente. Saranno state le due del mattino, ma alla fine avevamo già fatto casino, e poi ero certa che si sarebbero asciugati in un minuto. Andammo nella stanza degli ospiti, decidendo di lasciare la porta della mia stanza aperta, in modo da far vedere a Kathe che non eravamo in quella camera, quando si sarebbe svegliata. Ci dirigemmo nella camera degli ospiti, pulita ed intonsa, ed entrammo nel bagno. Cercai il phon attaccandolo alla presa e guardandolo attentamente, prima di parlare. "So che quello che ti sto per chiedere sarà, forse, la cosa più importante che qualcuno abbia mai fatto su di te" dissi alzando lo sguardo verso il suo, che ora cercava di decifrare le mie intenzioni, "ma, posso asciugarteli io?" dissi teneramente, guardando i suoi capelli e poi il pavimento, imbarazzata. Notai il suo petto vibrare ancora prima di sentire il suono della sua risata. "I miei capelli sono sacri, li tocca sempre e solo la mia parrucchiera" disse, e per un attimo mi sentii una stupida anche solo per avergli chiesto di toccarli, "ma mi fido di te, e non credo che tu possa fare grossi danni" sghignazzò, beccandosi un pugnetto sul bicipite da parte mia, "Dai del tuo peggio principessa" disse baciandomi la mano con cui l'avevo colpito. Mi misi, convinta, dietro di lui, ma mi accorsi ben presto che non sarei mai riuscita a vedere la parte più alta della sua testa. Trattenne l'ennesima risata, avendo capito la mia problematica e senza dire nulla chiuse la tavolette e si sedé sul water, mettendo le gambe da un lato, in modo che io avessi potuto mettermi dietro di lui e fare il mio lavoro. Era la prima volta che asciugavo i capelli ad un uomo e la cosa mi sembrava strana, ma i suoi capelli erano.. i suoi capelli. Insomma, qualsiasi ragazza della Terra avrebbe voluto toccarli. Accesi piano il phon, per poi metterlo più alto ed alla giusta temperatura, né troppo calda né non troppo fredda. Con la mano libera li pettinavo e modellavo, massaggiandogli il cuoio capelluto, mentre con l'altra stringevo ed agitavo l'asciugacapelli in maniera usuale. Ritenevo sexy perfino il modo in cui muoveva il capo ed il collo, inclinandolo dalle parti e in avanti. Mi abbassai presto per baciare la chiave di violino tatuata dietro l'orecchio sinistro. Come avevo previsto passò poco tempo prima che si asciugassero tutti. Lo feci girare, facendolo sedere dritto sulla tavoletta, in modo da averlo girato verso di me ed acconciandogli il ciuffo ormai troppo lungo il più verso l'alto possibile. Era troppo lungo per come teneva i capelli fino a qualche mese fa, ma a me faceva impazzire, stranamente. Cosa non mi piaceva di lui? Mi tirai mentalmente una pacca in fronte. Non appena me ne uscii dal buco dei miei pensieri mi accorsi che mi stava fissando mentre ero corrucciata a guardare il pavimento e mi mordevo il labbro, e quando i nostri occhi si incrociarono, egli mi sorrise teneramente. Non potei fare altro che sorridergli di rimando. Spensi il phon, sempre reggendo il suo sguardo. "Finito" dissi a bassa voce, perlustrando il suo viso. Imbarazzante come avesse la pelle quasi migliore della mia. Mi allontanai, riponendo l'utensile mentre lui si alzò per guardarsi allo specchio, passandosi una mano tra i capelli. "Sei stata brava" disse facendomi un occhiolino, "hai portato a termine l'arduo compito" aggiunse sghignazzando e mettendo il dito nella piega. "Ah-ah-ah, come sei simpatico Bieber" dissi alzando un sopracciglio, "Non avere quell'aria da stronzetta Comparin" disse, anch'egli alzando il sopracciglio. "Sennò?" dissi fingendomi un maschio palestrato e andandogli davanti, pericolosamente vicino, facendo scontra i nostri petti. Rise. "Meglio che tu non lo sappia" disse mimandomi, torreggiando letteralmente davanti a me. "Non mi fai paura" pronunciai queste parole fermando il mio petto attaccato al suo e guardandolo negli occhi. Mi fece un sorriso glaciale, abbassandosi alla mia altezza, "Molto male, dolcezza" disse, prima di prendermi in braccio e mettermi sulla sua spalla. "Okay Justin, scherzavo! Mi fai paura" starnazzai battendo dei pugni leggeri ed innocui sulla sua schiena, mentre stavo a testa in giù ed i miei capelli pendevano verso il basso. "Troppo tardi" esclamò tirandomi una pacca sul sedere che provocò un mio urletto sorpreso. Mi buttò sul letto, facendomi sedere. "Okay, per oggi basta gangster, a letto" mi intimò indicando le coperte col mento. "Agli ordini, signore" dissi mettendomi sotto le coperte ed alzandone il lembo dalla sua parte con sguardo civettuolo, in modo da farlo entrare sotto le coperte con me. Mi seguì e ci posizionammo comodamente, infine allungai il braccio dietro al comodino per raggiungere l'interruttore e spegnere la luce. "Vieni qui" disse piano Justin, intimandomi di avvicinarmi a lui, che era effettivamente distante da me, tenendo conto che eravamo nello stesso letto. Mi avvicinai a lui, avvertendo il suo braccio sul mio cuscino che aspettava di essere piazzato sotto la mia nuca. Ero girata su un fianco, e avvertii che lui fosse nella stessa posizione, mentre mi racchiudeva in un abbraccio e lasciava la mia testa nell'incavo del suo collo, facendomi rannicchiare al suo petto caldo. Assurdo come, nonostante si fosse appena fatto una doccia con i miei prodotti e avesse indossato dei 'miei' vestiti, avesse sempre il suo profumo: un profumo tutto suo. Inspirai pesantemente, inalando la sua essenza. "Justin" sussurrai, non volendolo disturbare ancora, "Che c'è piccola?" disse, sussurrando con tono gentile. "Solo, cerca di essere sempre sincero con me" se doveva andarsene doveva dirlo chiaramente e farlo come si doveva. "Lo sono sempre stato. Perché me lo dici così dal nulla?" Potevo sentire la sua insicurezza anche nel suo sussurro. Non c'era un perché vero e proprio, mi ero solo resa conto di essermi innamorata di lui, in due settimane. Non mi sembra una cosa nemmeno possibile. "Non lo so, perché mi fido di te, e per qualsiasi cosa vorrei non rimanerci peggio del dovuto" dissi solo. "Tranquilla Lucia, non ti ferirò" disse centrando il vero punto della questione, con il tono più solenne che gli sentii mai usare. "Grazie" sussurrai a bassissima voce, quasi in un sospiro. Non rispose, ma sentii la sua stretta farsi leggermente più vigorosa, mentre le sue labbra baciarono i miei capelli.
Mi addormenti poco dopo, inspirando il suo profumo e racchiusa tra il calore del suo corpo.
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Independent
FanfictionATTENZIONE: linguaggio maturo e contenuti sessuali. Non fraintendetemi: amavo la mia famiglia, i miei amici, il mio ormai ex-ragazzo e qualsiasi altra cosa mi fossi lasciata alle spalle in Italia, ma la vita mi aveva chiamata ed il primo sogno dell...