Chapter 76

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Era sera. I ragazzi erano tornati dalla città, portando delle pizze con loro, dato che erano giusto in orario per l'ora di cena.
La giornata a casa non andò troppo male, tutto sommato: Chaz si comportò da vero gentiluomo, non tornando sull'imbarazzante argomento che aveva caratterizzato la nostra mattina e che avrebbe rischiato di essere il topic della settimana, e gliene fui più che immensamente grata, anche se non glielo avevo certo detto a voce. 
Dopo la pizza decidemmo di fare un bagno nella piscina con idromassaggio e cromoterapia, rilassandoci nell'acqua calda mentre il cielo notturno interamente stellato ci faceva da sfondo.

Mi fu impossibile non pensare alla prima ed ultima volta che avevo utilizzato quella vasca con Justin: strano che avessimo fatto sesso anche lì. 

I ragazzi stapparono una bottiglia di vino, che io decisi saggiamente di non bere, mentre si parlava di una cosa e dell'altra. 
"E' un peccato che non siate venuti anche voi: c'erano un sacco di negozi interessanti in cui fare shopping" mi disse Kel.
"Lo so ragazze, mi spiace tantissimo non essere venuta, ma ero assolutamente in hangover. Spero che si possa fare un altro pomeriggio in città prima di tornare: non ho ancora avuto i modo di fare la turista come si deve" dissi guardandole, sinceramente dispiaciuta. 
"Magari sabato potremmo fare un altro giro: non credo che i ragazzi siano disposti a rifare tutto già domani" disse Kathe, sghignazzando ai pensieri dei precedenti avvenimenti. 

"Voi a casa che avete fatto? Vi sarete annoiati a morte" continuò lei. 
Magari fosse stata la noia il problema principale. 
"No, ci siamo per lo più riposati" dissi, cercando di fare finta di nulla. 
Le ragazze annuirono mentre i ragazzi ci raggiunsero: non avevano perso nemmeno quell'occasione per giocare come ragazzini. 
Ryan si mise vicino a Kelsey, come Alfredo fece con Katherin, e Justin venne vicino a me, sorridendomi dolcemente. 
Si sedette vicino al bordo della piscina, trascinandomi sulle sue ginocchia ed abbracciandomi la vita mentre si continuava a parlare di nulla di particolare. 

"Prima, le ragazze ed io, ci domandavamo se sareste disposti a fare un altro giro in città sabato, in modo che potessimo fare i turisti anche noi pigri presi dai postumi della sbornia" dissi studiando l'espressione dei ragazzi. 
"Ancora mami?" disse Fredo guardando Kathe, in un lamento. 
"No, sul serio Kel, per una volta anche io sono con lui. Volete sottoporci un'altra giornata come quella di oggi?" chiese Ry, cercando di essere il più pacato possibile, anche se si vedeva che non ne aveva per niente voglia. 
"Dai ragazzi, almeno anche gli altri visiterebbero un po' di Honolulu" disse Kelsey, in modo platonico. 
"Va beh baby, decidete voi.." disse il biondo, lasciando agli altri la responsabilità di decidere. 
"Tutto sommato, mi sembra una buona idea: stare per una settimana rinchiusi su quest'isola diventerebbe davvero noioso" disse Justin, stringendo un po' la presa sulla mia vita e sorridendomi dolcemente, appoggiando la mia richiesta. 

"Dici così perché oggi sei rimasto a casa" si lamentò di nuovo Fredo, guardando fuori dalle vetrate.
"Dai amico, sono sicuro che ci divertiremo" disse ancora Justin, tirandogli una pacca sulla spalla.

Passarono un paio d'ore prima che decidessimo di salire nelle nostre stanze per la notte. 
"Non ho fatto nulla oggi, eppure mi sento uno straccio" dissi, non appena arrivammo in camera.
"Colpa della sbronza di ieri sera" disse Justin, cominciando a togliersi il costume bagnato. Era davvero a suo agio con la nudità, era assurdo.
"Vieni in doccia con me, bimba?" mi chiese avvicinandosi a me, dopo essere rientrato dal balcone e dirigendosi verso il bagno. 
La proposta era piuttosto allettante, ma ero riuscita a non bagnarmi i capelli per tutto il giorno e non avevo proprio voglia di lavarli, ed entrando in doccia con lui non ci sarebbe stata speranza di salvarli, dato che chiunque avrebbe indovinato come sarebbero andate le cose.
"No piccolo, vai tranquillo. Appena esci entro io, ci impiego un minuto" dissi, cercando di fargli capire che non volevo offenderlo in alcun modo. 
"Sicura?" mi chiese baciandomi castamente all'angolo della mandibola e poi sul lato del collo. 
Gemetti in apprezzamento, come ogni volta che mi sfiorava il collo, il mio punto più debole. 

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