Chapter 11

6K 244 9
                                    

Cercai di non prenderla sul personale e di autoconvicermi che Justin non volesse far intendere niente con il suo comportamento di poco fa.

Mi aveva incontrata appena il giorno prima, era stato gentile ma, a mala pena conosceva il mio nome, non credevo potessi neanche minimamente interessargli. Era tutto solo nella mia testa, e possibilmente doveva anche uscirne.

Chiusi gli occhi e mi godei il caldo sole californiano. Scaldava per bene ed ero consapevole che non sarei riuscita a resistere più di una mezz'oretta.

Dopo un tempo che mi sembrò sufficientemente lungo mi alzai, rilegandomi il costume nella sua parte posteriore, e mi sedetti a bordo piscina immergendovi i piedi fin sopra alle ginocchia. Kathe mi si avvicinò è facendo attenzione che nessuno la stesse sentendo mi disse: "Mi piace quell'Alfredo, è un tipo socievole!" Guardai la mia amica con una faccia scettica e dissi, altrettanto con cautela: "Sarà socievole, ma non mentirmi dicendomi che non hai notato il suo fisico da urlo!" La mia coinquilina scoppiò in una piccola risatina da liceale e mi diede ragione, riallontanandosi da me per tornare dal suo Adone.

Ad un certo punto Chaz parlò: "Ho voglia di gelato. Chi altro ha voglia di gelato?" Se non avessi saputo le loro età li avrei presi per dei bambini: tutti quanti urlavano ed esultavano nei confronti del gelato.

Notando che erano tutti in piscina e che io ero l'unica fuori ed asciutta, ognuno si girò nella mia direzione. "E dai, no ragazzi! Non lasciatemi andare da sola in gelateria!" mi lamentai, capendo le intenzioni che avevano.

Un coro di 'ti prego' e 'per favore' fece breccia nel mio cuore; mi alzai dal bordo piscina, rimisi canottiera e pantaloncini, infilai le infradito e presi la borsa con le chiavi della macchina: "Che gusti volete?" chiesi.

I quattro ragazzi davanti a me e Kathe esultarono, urlando tutti il gusto che volevano. Conclusione: non ne avevo capito nessuno.

"Okay, okay, calmatevi! Ryan, che gusti?" chiesi.

Il biondo dagli occhi blu rispose: "Cocco e cioccolato."

Nel frattempo Justin uscì dalla piscina ed entrò in casa, ma ci diedi poco conto.

"Chaz, tu cosa preferisci?" chiesi. Il moretto, con un sorriso genuino e gli occhi sognanti, rispose: "Fragola e cioccolato anche per me." Mi rivolsi alla mia amica traditrice e senza che aprissi bocca mi disse: "Frutti di bosco e cioccolato bianco" con un sorrisetto sulle labbra: quelli erano i suoi gusti preferiti, come anche i miei. Le rimandai il sorriso e rivolsi la mia attenzione ad Alfredo: "Fredo?" "Per me solo tanto cioccolato, bambolina." Rispose esuberante. Sorrisi al nomignolo addossatomi dall'ultimo ragazzo che avevo interpellato e girando i tacchi rientrai in casa in cerca di Justin. Lo trovai in cucina con pantaloncini e canottiera asciutti e solo i capelli leggermente umidi, mentre beveva un bicchiere d'acqua. "E tu, che gusti preferisci?" Chiesi senza malizia. Si avvicinò a me sinuosamente e lentamente e, penetrandomi con il suo sguardo magnetico, rispose: "Non lo so, ti accompagno e scelgo là" aggiungendo un urlo per i ragazzi in piscina avvertendoli che sarebbe venuto con me.

Uscimmo di casa e chiesi di prendere la mia auto, dato che era già fuori e meno...appariscente. Oltretutto non volevo che guidasse lui: non potevo permettere che mi beccasse un'altra volta a fissarlo imbambolata.

Aprii la portiera del lato del conducente e salii al posto del guidatore, seguita da Justin alla mia destra. Slegai i miei capelli e massaggiai leggermente il cuoio capelluto, per poi districarli con le dita prima di mettere in moto l'auto e partire.

"Ti stai divertendo?" Non capivo perché ogni cosa che mi domandasse quel ragazzo dovesse sembrare così..ambigua. Appariva come se tutto avesse un significato nascosto. Lo guardai e risposi: "Sì, i tuoi amici sono davvero fantastici, sei stato davvero gentile ad invitarci per un pomeriggio in vostra compagnia, nonostante non ci conoscessi nemmeno tu. Grazie, lo apprezzo molto." Un sorriso radioso apparve sul mio volto mentre il mio sguardo tornò sulla strada davanti a me.

"Devi smetterla di ringraziarmi, per me è un piacere, e poi mi sto divertendo anche io." Rispose con un po' di malizia nel tono di voce. Mi girai a guardarlo per un altro istante, ma lui stava già guardando me ed il fatto che io l'avessi 'colto in flagrante' non fu un grosso problema, dato che continuò a fissarmi imperterrito.
Fui costretta a riguardare avanti, non solo perché stavo guidando, ma perché non ero stata in grado di reggere il suo sguardo ancora per una volta. Mi resi immediatamente conto che poco più in là, sullo stradone dei negozi, ci fosse una gelateria.

Ci fermammo lì davanti e scesi dall'auto, seguita a mia sorpresa da Justin.

Non credevo scendesse sul serio. C'era relativamente poca gente, ma ogni ragazzina che lo vide si mise a piangere e ad urlare. Fu gentile con tutte: mentre io ordinai lui parlò un po' con loro e alla fine chiese di poter andare perché voleva mangiare il gelato come tutti ed un 'aw' in sottofondo si fece sentire. Si affaccio al bancone e disse: "Per me pistacchio e stracciatella." Feci mettere tutti i gusti dentro l'apposita scatola unica, stetti per pagare, ma Justin mi anticipò ricevendo uno sguardo truce da parte mia. Risalimmo in macchina e dissi che avrebbe anche potuto farmi comprare il gelato, dato che era stato così gentile da invitarci, ma lui mi zittì e ridacchiò. Tornammo a casa, avvertimmo gli altri del nostro arrivo, in modo che uscissero dalla piscina. Io e Justin andammo in cucina a preparare le coppe di gelato per i singoli. Una volta finito mi diressi alla porta finestra che dava sul giardino e mentre stetti ferma sotto la soglia ad aspettare gli altri, il biondino tutto pepe mi abbraccio da dietro, avvolgendo i miei fianchi con i suoi avambracci e incrociando tra loro le dita delle sue mani davanti a me, appoggiando il suo mento sulla mia spalla. Per due secondi mi irrigidì, ma non volevo che vedesse che aveva tutto questo potere sul mio corpo, così espirai e mi rilassai. Avvertì, più che vedere, il suo sorriso, ci spostammo su un lato della porta e facemmo entrare i piccoli adolescenti affamati che si fiondarono sul gelato, seguendoli con calma.

IndependentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora