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"Ma mandate ai poliziotti i video, magari loro riusciranno a tracciare più velocemente quella donna" consigliò James non appena tutti noi andammo a cena da loro, perché ormai il nostro appuntamento era ormai cancellato e rimandato a quando saremmo...

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"Ma mandate ai poliziotti i video, magari loro riusciranno a tracciare più velocemente quella donna" consigliò James non appena tutti noi andammo a cena da loro, perché ormai il nostro appuntamento era ormai cancellato e rimandato a quando saremmo stati più liberi "non c'è bisogno della polizia se abbiamo due casate di mafia a collaborare" lui annuì "se la metti così ha senso" continuò puntandomi in modo amichevole "ma cazzo, proprio a voi due non va bene niente" feci spallucce "la bellezza di far parte della mafia" rispose Adrian sta volta "spero che non la proverai mai" gli augurai e mi ringraziò "felice di avervi come amici ma per noi le attività mafiose di alto livello sono un gran no" ridacchiai mangiando del petto di pollo, se prima non mangiavo quasi niente ora ero ancora cambiata, mangiavo equilibratamente si ma mangiavo come tutti loro volevano e per questo avevo anche preso pochissimi chili.

La serata fu normale e non appena misi piede in casa ansimai dalla stanchezza, lasciai la borsetta sul tavolino e mi sdraiai sul divano esausta.

Dopo svariati minuti mi alzai decidendo di fare una doccia così mi incamminai verso le scale finché non trovai un pezzo di foglio piegato su uno dei gradini "non ci credo" dissi accovacciandomi per terra lo aprì e lessi ancora:

"K la lettera iniziale della parola karma, di certo la figlia di White l'avrebbe pagata al posto del vecchio, o mi sbaglio?"

Strinsi i denti e per poco non stappai quel dannato pezzo di carta, ritornai al tavolo e presi il telefono dalla borsetta, chiamai tutti quanti in una chiamata unica e iniziai a camminare per casa controllando come anche questa volta avessero fatto ad entrare.

"Che succede bambolina?" Chiese Adrian entrando per primo nella chiamata "un'altra. Fottuta. Lettera." Spiegai con tono duro "cosa c'è scritto?" Chiese e in quel momento entrarono anche tutti gli altri "che succede tesoro?" Chiese Ozge "ha un'altra lettera" spiegò il mio ragazzo a posto mio.
Mi sedetti sul divano non appena vidi che tutto qui dentro era apposto "qualche finestra rotta o socchiusa?" Chiese Kevin ma negai con la testa "tutto perfetto, nemmeno una posata fuori posto, chiunque esso sia ha le chiavi di casa" dedussi guardando quella porta che avevo davanti "cambia luchetto domani mattina" consigliò Alex e io annuì "ovvio che devo farlo, qua la situazione sta degenerando, é un qualcosa indirizzato proprio contro di me, la figlia di White" spiegai e loro mi incitarono a leggere cosa ci fosse scritto.

Dopo averci riflettuto sospirai "cos'aveva fatto mio padre contro questa persona?!" Esclamai "se solo non l'avessi ucciso Dio mio!" Continuai subito dopo "lo scopriremo, Ila calmati" tentò di intervenire Melissa "ho la sensazione che sia quella donna ad entrare in casa mia, un uomo andrebbe troppo nell'occhio" anche Adrian annuì "hai ragione, lo penso pure io" se la fortuna esisteva in questo momento mi aveva letteralmente girato le spalle, perché ora stava diventando tutto un intruglio di veleni letali.

Mi arrivò un'altra chiamata proveniente da New York "mi stanno chiamando aspettate" spensi e accettai la chiamata in arrivo "é Boss White?" Chiese una voce maschile dall'altro campo "chi è?" Chiesi "polizia di New York, ci aveva detto di mantenerla avvisata sul delitto dei ragazzini, bene abbiamo delle prove" sorrisi, che buffo il mondo, tutto oggi doveva capitare vero?" "Dove devo venire" dissi spontaneamente "alcuni miei colleghi stanno passando per la via di casa sua, esca e li segua non appena lo vedrà" spensi la chiamata e uscì di casa con telefono e chiavi dell'auto, la serratura poteva aspettare.

"Quindi?" Chiesi freddamente agli agenti che avevo incontrato l'ultima volta in quel cimitero "una donna, abbiamo trovato del DNA femminile su uno di loro, Penelope Burke" mi porse un documento e riconobbi immediatamente i lineamenti del suo petto, cucì la bocca e strinsi la lingua contro il palato, ecco chi era quella donna che entrava in casa mia "voglio una fotocopia di tutto ciò, ora" ordinai e loro si misero subito a lavorare come delle formiche "ho bisogno di privacy assoluta, mi puoi condurre in una stanza vuota grazie" l'agente con cui avevo parlato fin dall'inizio mi accompagnò in un officio "spensi le telecamere e la lascio" avvisò smanettando sul computer mentre lo tenevo d'occhio "dieci minuti e puoi rientrare" lo avvisai, annuì con la testa e uscì dall'ufficio.

Chiamai Jerry per poterlo avvisare ma lui mi precedette "scusi ma devo interromperla, la donna dei video é chiamata Penelope Burke, sorella di Boss Burke" annuì "l'ho appena scoperto dalla polizia, domani mattina chiama qualcuno per farmi cambiare la serratura di casa e scrivi a Burke di incontrarci domani sera" lui annuì e mi chiese se avessi bisogno d'altro "ti darò dei documenti sempre domani mattina, vieni e esamina ogni loro reato o ciò della quale dovrebbero preoccuparsi" "sarà fatto Boss" spensi la chiamata dopo averlo salutato e camminai verso il computer dell'uomo, lo aveva lasciato sbloccato così entrai nello stesso sito delle telecamere e notai che le aveva bloccate tutte di questo ufficio, con tanto di vocale, perfetto, nessuno sarebbe morto a quanto pareva.

Uscì di lì e un'altro agente mi diede le fotocopie "ha finito?" Chiese e annuì "riattivate pure le telecamere la dentro" e senza dire altro camminai via sempre su quei tacchi a cui avrei sparato.

The bad boy is backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora