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Mi sedetti ad un tavolo e ordinai un calice di vino rosso

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Mi sedetti ad un tavolo e ordinai un calice di vino rosso. Anche se eravamo stati bloccati nel traffico eravamo comunque riusciti ad arrivare in anticipo, mi guardavo intorno sperando in un certo senso di poterlo incontrare come per magia anche prima dell'ora prestabilita "Bambolina ci sei?" Sentì chiedermi da un mini auricolare che avevo dentro l'orecchio destro "si" sussurrai cercando di non farmi sentire "sta arrivando, lo sto vedendo scendere dall'auto" continuò mentre era fuori a fumare, perché a quanto pareva non aveva mai smesso di farlo e in un certo senso ora era anche utile come scusa per poter spiare altre persone "preparati, entro tra poco" avvisò di nuovo e dopo aver annuito vocalmente mi rilassai sulla sedia rimanendo sempre eretta e feci finta di controllare il vino nel calice.

Quando sentì una dannata mano stringermi la spalla mi venne voglia di mozzarla, quando girai lentamente la testa riconobbi subito il proprietario di quella mano.

Burke, quello era la stessa persona che mi aveva aiutato quando ero una semplice ragazzina ancora ignara del mondo mafioso nella quale era finita "perchè mi sembra familiare?" Sentì chiedermi dall'orecchio "da quanto tempo Ilaria" mi irrigidì "d'ora in avanti chiamami White, non per nome grazie" dissi crociando le gambe sotto il tavolo "okay, come fa a conscerti" continuò Adrian dall'auricolare "alla fine come stanno i sui figli dall'ultima volta che ero a lavorare da lei?" Chiesi cercando di far capire anche ad Adrian "dammi del tu almeno" commentò Burke "e stanno meravigliosamente" rispose anche alla domanda.

Con la coda dell'occhio notai Adrian prendere posto un tavolo dietro a Burke dandogli la schiena, una cameriera lo raggiunse e facendogli gli occhi dolci gli porse un menù facendo anche attenzione al farsi toccare cosa che lui fortunatamente non fece succedere così ritornai a guardare la persona con la quale avrei dovuto trascorrere la prossima ora "come mai hai voluto così tanto incontrarmi?" Chiesi sperando in una cazzata che non c'entrasse con il traffico di bambini "proprio per i miei figli" lo guardai male e Adrian sì poggiò allo schienale per mettersi ad origliare "ovvero?" Alzai un sopracciglio "sai eri introvabile, ho dovuto contattare diversi altri Boss per trovarti e ora eccoti finalmente ancora qui" annuì "in persona" lo presi in giro ma lui parve non capirlo "ordiniamo qualcosa prima?" Sbuffai mentalmente ma con uno dei miei soliti sorrisi falsi gli annuì acconsentendo la sua richiesta e dopo mezz'ora dalla nostra ordinazione il cibo arrivò sui nostri tavoli e anche su quello di Adrian.

Feci un piccolo boconcino della mia solita insalata verde con sta volta dei pezzi di petto di pollo e ritornai a guardarlo "devo subirmi un'altra mezz'ora muta o vui sputare il rospo Burke?" Chiesi non badando alla gentilezza e lui pulendosi le labbra con un fazzoletto di tessuto rosso scuro ridacchiò "hai ragione" commentò poggiandolo poi sul tavolo e cercò qualcosa nel taschino interno del suo smoking "un secondo solo" avvisò per poi tirare fuori il sup telefono di penultima generazione iniziando a smanettarci sopra.

Che diamine stava facendo? Voleva registrare la nostra conversazione? "Ecco" disse subito dopo girando lo schermo in mia direzione mettendo in riproduzione un video di due bambini che saltellavano mentre urlavano che mi volevano incontrare di nuovo, li riconossi subito ma c'era un lato che non mi convinceva in quella felicità, sembrava quasi forzata... Scrutai di nascosto l'espressione del viso di Burke e mi parve completamente rilassato, quando il video si fermò lui fece per ritirare il telefono ma glielo strappai dalle mani e proprip lì iniziò ad allarmarsi "vorrei riguardare il video se non ti dispiace" tirai fuori l'ennesimo sorriso del cavolo rimettendolo in riproduzione ma senza voce e lo stoppai su un punto, in un corridioio potevo trovare tre macchioline di sangue, quasi sembravano dita, indice, medio e anulare e aggrottai le sopracciglia per poi restituirgli il telefono "se sono loro a chiederlo allora verrò ad incontrarli" dissi con l'idea che questo tale stava sicuramente mantenendo più di uno scheletro nell'armadio e decisi proprio ora che mi sarei messa ad indagare con i miei amici su di lui "quando preferisci vieni, vivo nello stesso posto di quanti anni fa?" Chiese e io feci un boccone di pollo misto a dell'insalata verde e molle "sei anni fa" risposi dopo aver mandato giù "interessante bambolina, ora dobbiamo parlare" sussurrò Adrian con una calma disarmante mentre si alzò e camminò verso la zona toilet "devo andare un attimo in bagno, ritorno subito" gli dissi alzandomi per poi camminare con la mia roba in direzione del bagno ma prima di esso c'era una porta con scritto staff nella quale venni trascinata dentro, con uno strattone mi liberai e aprì lo spacco dell'abito dove tenevo la pistola e la alzai contro la testa di un uomo che accese subito la luce "cazzo mica volevi che mi ricordassi di me?" Chiese il mio ragazzo, potevo chiamarlo ancora così? "Tu mi fai mandare tutto il sangue nel cervello, cavolo, ti stavo per uccidere!" Lui sorrise e mi abbassò la mano ancora alzata che impugnava la pistola, boccheggiando la rimisi nella tasca segreta del vestito e lo guardai "perchè volevi parlarmi?" Chiesi e lui si avvicinò alla porta per assicurarsi che nessuno stesse origliando "ha del sangue sul collo"

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SPAZIO AUTRICE:
HEHEHE CI VEDIAMO SETTIMANA PROSSIMA! NON ODIATEMI PERÒ

The bad boy is backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora