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I sotterranei di questa casa erano l'inferno umano

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I sotterranei di questa casa erano l'inferno umano. Lì sotto ci finivano solo i veri bastardi per intendere "Boss" venni chiamata da una delle mie guardie "Boss Gray è di sopra ora" avvisò mentre io aspettavo seduta su una comoda poltrona aspettando che il cornuto si svegliasse dal suo ultimo sonnellino senza incubi "va bene, rimani tu qui, vado da lui" gli ordinai alzandomi con calma, aprì la porta di ferro e uscì da lì facendo cambio con lui "se mai cercasse di ucciderti sii più intelligente, ormai conosciamo ogni sua mossa, e potrai ucciderlo ogni volta che vorrai, quell'aggeggio lo riporterà sempre in vita" lo informai anche se ero certa che già lo sapesse, lui annuì e si chiuse dentro.

Iniziai a camminare salendo verso la luce pensando anche al fatto che tra qualche giorno sarei dovuta ritornare in America per quel cavolo di incontro di lavoro, e giuravo sulla mia vita che se anche quell'altro Boss avrebbe cercato di vendermi dei bambini lo avrei ucciso lì davanti a tutti i fututi presenti "Ilaria" mi chiamò Adrian non appena uscì dalla porta dei sotterranei, non potei non notare quei occhi così verdi che mi stavano fissando, per non parlare anche di tutti quei nuovi tatuaggi, gli facevano da un secondo strato di pelle magnifico "Adrian" lo chiamai anche io ma la voce mi tradì, per quanto avessi cercato di dirlo in modo serio finì per diventare una parola dolce e amorevole "siamo riusciti a trovare tutte le famiglie di quei bambini, sono salvi ora" mi aggiornò con quelle che paragonavo a delle ottime novità che ti facevano appagare al lavoro che stavi svolgendo, senza pensarci due volte feci quei due passi in avanti che ci distanziavano e gli avvolsi le braccia intorno al collo, i tacchi per fortuna me lo permettevano per quanto fossero alti e in poche parole lo abbracciai.

Ero Boss white? O ero Ilaria white? Ero entrambe in questo momento "grazie" gli dissi stringendolo ancora di più al suo corpo così caldo e massiccio per quanto grosso e maturo fosse diventato, mi ero addirittura dimenticato di quanto fosse bello poterlo rifare senza mezzi problemi, stare così con lui era la sensazione iù bella sulla faccia della terra. Ma nonostante questo rimasi anche un pò delusa, lui non stava ricambiando il mio gesto, era rimasto immobile come un palo di ferro sotto il sole cuocente, ma l'unica cosa buona era il battito veloce del suo cuore, stava urlando di riconoscermi al posto della sua bocca, almeno lui si era ricordato di me, ora mancava solo la sua memoria, ma essa mi stava sussurrando 'aspetta che ora faccio ancora il mio solito lavoro, ma il signor cervello è un'idiota che non vuole credermi!' confermavo ma sorrisi mentalmente, volevo davvero colpirgli la testa magari così si sarebbe ricordato ma era meglio di no, forse avrei anche potuto peggiorare la situazione e dopo un sospiro mi allontanai facendo un solo passo all'indietro facendo si che le punte dei miei tacchi fossero ancora attaccate a quelle delle sue scarpe e gli sorrisi genuina "per davvero" continuai spronfondendo nei suoi bellissimi occhi, e lì per lo menò mi ricambiò il sorriso "è il nostro lavoro dopo tutto no?" Chiese e io annuì "l'unica parte bella direi" dissi incrociando le braccia sotto il seno. Anche se la loro gioventù è stata segnata per lo meno ho potuto fargli cambiare il loro futuro, anche se sarebbero cresciuti traumatizzati, quello era pur sempre un dettaglio per niente piccolo e anche Adrian parve accorgersi di cosa stessi pensando "probabilmente potrebbero anche dimenticarselo se i genitori li cresceranno da Dio d'oggi in avanti" disse facendo spallucce ma io negai subito "no, cresceranno con l'immagine di quel verme sopra di loro, solo Dio sa cosa è successo con loro, è un pò come per me in quei giorni all'orfanotrofio" gli dissi "orfanotrofio?" Mi chiese, giusto... non se lo ricordava "si da piccola dopo un'incidente d'auto in Sicilia mentre si pensava che tutto il resto della mia famiglia fosse morta mi avevano portato lì fino a che i miei unici zii mi avevano recuperato" spiegai ricordandomi non del momento come facevo anni fa ma di quando glielo avevo raccontato a lui, in casa sua, che teoricamente ora era mia...

SPAZIO AUTRICE:
VI LASCIO COSÌ PERCHÈ SONO MOLTO STRONZA HAHAHA
A SETTIMANA PROSSIMA CON L'ALTRA PARTE ESSENDO CHE HO SPEZZATO QUESTO CAPITOLO!
CIAO DARLINGS E SCUSATE PER GLI EVENTUALI ERRORI!!! <3

The bad boy is backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora