Chapter 41

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La piazza del Castello dell'Esilio era stata adornata come mai prima d'ora

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La piazza del Castello dell'Esilio era stata adornata come mai prima d'ora. Davanti alla reggia centrale, una moltitudine di fiori, vasi in terracotta realizzati dagli artigiani e tanti tessuti importati dal vicino Villaggio del Fiore Bianco, componevano l'area rendendo le mura meno lugubri di quello che erano in verità.

Il grande giorno era arrivato, l'evento più importante che una persona potesse mai desiderare. Mai alcun matrimonio era stato celebrato lì al castello, per questo motivo gli abitanti erano euforici, nonostante non vedessero di buon occhio quella nuova relazione. Molte dicerie su Althea iniziarono a crearsi a sua insaputa. Gli abitanti parlavano di lei come colei che aveva reso quell'alleanza possibile, un legame che d'ora in poi avrebbe faticato a svanire. Precisarono la sua brama di potere, tale e quale a quella di Sicheng e ai suoi malefici piani per governare il castello. Tutte dicerie infondate, che Jungwoo e Johnny a stento riuscivano a zittire.

Althea, la sera prima del suo matrimonio, svelò a Jungwoo ciò che aveva in mente. Ossia il prendersi gioco di Sicheng, per capire i suoi punti deboli e per spodestarlo un giorno, donando nuovamente il castello ai suoi abitanti. E dal canto suo il ragazzo le promise di non dire niente a nessuno.

Erano passati ormai alcuni giorni dalla partenza di Doyoung. Nessuno andò a salutarlo, nessuno lo accompagnò alla breccia tra le mura, per dirgli addio un'ultima volta e per ringraziarlo della sua protezione. Persino Althea, con le lacrime agli occhi, nascosta nella sua stanza, lo vide andare via accompagnato solamente dalla sua più fidata compagna, la sua spada argentea. Decise di non salutarlo un'ultima volta, perché ancor più doloroso, dopo il suo totale rifiuto. Eppure Althea se ne pentì, perché non sapeva se l'avrebbe mai più rivisto.

Era poco più di metà pomeriggio, il sole stava scendo sempre di più dal cielo, raggiungendo la linea d'orizzonte.

Il vestito bianco candido, stretto in vita e con alcune balze in tulle che toccavano terra, calzava alla perfezione nel corpo della ragazza. I suoi capelli, seppur corti, erano raccolti lungo il suo collo, con alcuni fiori incastonati. Teneva tra le mani un bouquet ben composto, troppo perfetto per quella messa in scena, eppure lei lo teneva stretto a sé, camminando lungo tutto il ciottolato per poi arrivare di fronte al suo nuovo consorte.

Non appena vide Sicheng, anche lui vestito di bianco, con le mani unite dietro la sua schiena e con i capelli scuri ben pettinati che a malapena toccavano le sue orecchie, Althea cercò di sorridergli.

Se solo non fosse stato mangiato dalla crudeltà e dal maligno, la ragazza avrebbe accettato con grande onore quell'unione, perché in fin dei conti Sicheng era di fatti uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto.

La cerimonia durò meno del previsto, forse per l'imminente tramonto. Jungwoo, in prima linea, vestito solamente con la sua solita tunica, osservò la sua più fidata amica, augurandole il meglio per i suoi intenti, mentre Johnny a pochi metri di distanza, con le mani incrociate al petto e gli occhi sbarrati, stava diffidando dell'imperatore. Se mai avesse fatto del male ad Althea molto probabilmente lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani.

Exile | Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora