Chapter 76

30 9 64
                                    

In un'antica leggenda, udita da Doyoung durante la sua permanenza ad Eco, le streghe del villaggio dicevano che la presenza di un corvo preannunciava una morte

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


In un'antica leggenda, udita da Doyoung durante la sua permanenza ad Eco, le streghe del villaggio dicevano che la presenza di un corvo preannunciava una morte.

E quella notte, Althea li vide, due corvi appollaiati sul torrione ceduto su se stesso, dei dormitori ovest. Se ne stavano fermi, sopra a una balaustra, ad osservare i presenti. Eppure lei non poteva sapere tale diceria, ma capì che ben presto qualcosa sarebbe accaduto.

Nell'aria, un odore simile alla pioggia appena caduta e depositata sulle lande paludose, si insinuò in ogni angolo del Castello, passando attraverso le fessure delle mura maestose.

I presenti erano per lo più semi addormentati, sotto alcune tende ricavate grazie al materiale ritrovato. I loro corpi erano circondati da spesse coperte, per resistere al freddo gelo. Eppure molti di loro erano ancora in piedi, oppure seduti attorno al focolare, appiccato sempre al centro del villaggio.

Althea fu la prima ad udire quei passi. Sembravano numerose persone, non due, non dieci, forse venti o addirittura trenta. Non riusciva a dirlo con esattezza. Erano passi, scanditi sul ciottolato, come se qualcuno stesse camminando piano, come i predatori in cerca delle prede.

Alcune torce, ossia bastoni infuocati, illuminavano lo spazio oscuro e tenebroso e proprio grazie a queste, Althea cercò di capire chi fossero quelle persone. Non poteva di certo essere un'allucinazione, nonostante la ragazza fosse stanca e in preda a molteplici pensieri.

E uno ad uno vennero allo scoperto, mostrandosi alla luce, comparendo dietro alla reggia centrale e a ciò che era rimasto.

Il suo viso comparì una, due, tre e poi dieci, venti volte. Il suo peggior incubo si era appena realizzato. Lì di fronte a lei cercano innumerevoli Sicheng, delle stesse fattezze e dimensioni. Con gli stessi capelli disordinati sulla fronte, gli abiti imperiali, con ancora attaccate le spille militari.

I loro sguardi erano minacciosi, i più crudeli che avesse visto sulla Terra. Così si alzò in piedi, pensando fossero venuti per lei, per ucciderla.

Johnny, osservando la sua reazione, si alzò all'improvviso, per capire cosa stesse succedendo. E lì li vide anche lui. Si portò una mano alla bocca, perché era consapevole che l'inferno era sceso nuovamente in terra.

<< Sono riuscito ad evadere Althea, lo sai? >> e la sua voce comparì, come se si stesse manifestando nelle loro menti. Nessuno dei presenti stava difatti parlando. Erano tutti con la bocca chiusa e il volto iracondo.

Le pupille della ragazza si mossero velocemente, per capire chi fosse il vero Sicheng tra quei corpi, ma purtroppo non riuscì a capirlo.

<< Forza allora Sicheng >> lo intimò urlando, sguainando la sua spada, pronta a difendersi e ad attaccare.

Ma nessuno si fece avanti. Tutti restarono impassibili.

I soldati di Sir Eluard iniziarono ben presto a udire quanto stesse accadendo e così si precipitarono verso Althea, insieme a Johnny e a Ten. Quest'ultimo, dato il senso di colpa e di rimorso, si fece largo tra la squadra, cercando di mettersi in prima linea, per affrontare direttamente Sicheng e provare a fermarlo.

Exile | Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora