Chapter 53

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Il caseggiato dell'armeria era affollato di persone, in gran parte dai soldati che ne facevano parte, dall'imperatore stesso e dai suoi fedeli assistenti

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Il caseggiato dell'armeria era affollato di persone, in gran parte dai soldati che ne facevano parte, dall'imperatore stesso e dai suoi fedeli assistenti.

Alcune fiaccole erano accese, riposte ai lati delle pareti. La loro luce illuminava di un arancione caldo la zona circostante, riflettendo le fiamme serpeggianti sui volti dei presenti.

Althea era stretta nel suo mantello, con le mani inserite sotto, al riparo, in cerca del suo stesso calore corporeo. Altri invece le riscaldavano con il proprio alito, sfregandole velocemente a poca distanza dalla loro bocca.

Di fronte a lei c'era Yuta, con gli occhi sbarrati e i capelli lunghi corvini sul suo volto. Ricercò il suo sguardo, eppure egli, completamente assorbito dai suoi pensieri e dalle immagini di ricordi fatiscenti, la ignorò, perdendosi nella sua solitudine.

Sicheng iniziò a parlare, alzandosi dalla sua sedia, a netta distanza da sua moglie Althea, avvicinandosi al tavolo centrale, in cui tutti i presenti avevano preso posto. Al di sopra, una moltitudine di cartografie erano sparse, accatastate le une sulle altre, con numerosi segni e scritture incise.

Si erano ritrovati per un'assemblea, per parlare di quanto accaduto qualche giorno prima, in merito all'ultimo attacco da parte del popolo del cielo. Questo incontro l'aveva indetto Sicheng, per numerosi motivi che ora vi appariranno sotto gli occhi e mi riferisco a voi miei cari lettori.

Nonostante il dissenso di Sir Eluard, seduto a debita distanza dal nuovo regnante, l'incontro si fece comunque, perché l'ordine del giorno era fin troppo importante per non poterne parlare.

Quella era la prima assemblea di Althea, come guerriera del gruppo dell'armeria. Era agitata, la sua pancia continuava a brontolare per l'ansia. I suoi occhi erano lucidi e spesso, sbattendo velocemente le palpebre per reprimere i pensieri interiori, guardava punti isolati della camera, per cercare di calmarsi.

Sicheng iniziò il discorso esplicando i suoi pensieri sui grandi mostri alati, dopo averli visti per la prima volta.

<< Sono grandi esseri, con grandi artigli, grandi ali, una potenza di volo mai vista prima >> poi continuò, deglutendo a fatica << La loro vista è acuta, si accorgono di tutto e inoltre sono estremamente agili, con i riflessi attivi, delle vere e proprie creature fameliche >>

Queste erano tutte parole che ormai i soldati dell'armeria sapevano bene. Per questo non parlarono e non dibatterono il suo discorso.

<< L'unico modo per abbatterli è sfidarli in aria, non al suolo, a meno che loro non si avvicineranno a noi. Ma loro sono troppo furbi, non lo faranno mai, perché sanno che siamo armati e per questo si precipiteranno solo dai più deboli >>

E nessuno parlò, ancora. Così Sicheng strinse i pugni sulla superficie in legno del tavolo, cercando di mantenere la calma. Tutti i presenti lo disprezzavano, non c'era altro da fare. Perché lui aveva conquistato una terra che non era sua, solamente per intraprendere una guerra nei confronti del popolo del cielo, per uno dei suoi scopi ancora ignoti alla restante popolazione.

<< Avete delle tecniche di combattimento in aria? Le avete mai sperimentate? O avete sempre combattuto a terra? >> chiese nuovamente, guardando fisso negli occhi gli uomini di fronte a lui.

E così Sir Eluard, aggrappandosi alla sua seduta, si tirò in piedi a fatica, facendo leva sulle sue gambe ormai fragili.

<< L'unico ad aver adottato questa pratica è stato il protettore, colui che ci proteggeva fino ad un anno fa >> poi continuò, sistemandosi i baffi e pettinandoli con le dita verso l'alto << Noi abbiamo sempre combattuto al massimo sui tetti degli edifici, lui invece spesso riusciva a salire su di loro, uccidendoli in questo modo >> e infine si recise simbolicamente il collo con il suo pollice, non approfondendo il discorso macabro.

Althea perse il respiro. I suoi battiti iniziarono a velocizzarsi sempre di più, facendole esplodere il petto. Si morse la lingua, non appena sentì il suo nome, abbassando lo sguardo cosicché nessuno potesse intravedere il suo stato d'animo. Inutile dire che le mancasse, più passava il tempo più il suo ricordo diventava più tagliente e doloroso nella superficie del suo cuore.

<< Il protettore è colui che ha lasciato il castello dell'Esilio pochi giorni dopo l'inizio della mia carica vero? >> chiese aggrottando le sopracciglia. Si ricordava bene di lui eppure voleva una conferma da Sir Eluard in persona. E lui rispose con un cenno di capo.

<< Faceva parte del popolo? >>

<< No >>

<< In che senso? >> era la prima volta che Sicheng chiedeva tali informazioni su quel personaggio tanto misterioso quanto indecifrabile, che non aveva mai conosciuto davvero, se non quella sera, quando si impossessò del Castello. Era la prima volta che il pensiero gli tornò alla mente, generando ulteriori domande e perplessità sul suo conto. Non si era mai chiesto come mai avesse deciso di abbandonare quella landa e così, dopo una moltitudine di connessioni all'interno della sua mente, si ricordò di quel fatto, accaduto pochi giorni dopo il suo matrimonio. Si ricordò di quel bandito che aveva seminato il caos all'interno di uno dei locali del Villaggio del Fiore Bianco. Quel bandito che non erano mai riusciti ad acciuffare. Forse era proprio lui, il protettore, questo si disse Sicheng tra sé e sé.

<< Lui aveva un contratto con la nostra grande signora matriarca. Un contratto stipulato sulla salvaguardia della popolazione. Lui aveva l'unico compito di proteggerci dai mostri alati. Io so solo questo, il resto delle informazioni sono morte con la nostra regina >> e infine sospirò tornando a sedere al suo posto.

Sicheng aggrottò nuovamente le sopracciglia, eppure non approfondì l'argomento. Forse perché avrebbe voluto investigare autonomamente su questo protettore.

E nessuno dei presenti si rese conto dello strato caldo di lacrime sugli occhi di Althea, se non Yuta, che di fronte a lei, con lo sguardo assotigliato e gelido, si fermò ad osservarla.

Quell'incontro inoltre, avvenuto lì in tarda serata all'interno dell'armeria, doveva sancire una decisione presa di istinto da parte del nuovo regnante.

Infatti, poco dopo un silenzio tombale, dove solamente il rumore del legno arso continuò a regolare il tempo in cui erano immersi i presenti, Sicheng tornò a parlare, schiarendosi la voce.

<< Vi volevo inoltre informare della mia scelta, presa del tutto liberatamente, che coinvolge Johnny, il ragazzo che attualmente lavora all'interno della stalla >> tutti gli uomini e Althea compresa lo conoscevano bene, per questo rimasero in ascolto con l'udito attento, cercando di preannunciare le sue parole.

<< Nessuno potrà opporsi a questa scelta >> e poi Sicheng continuò, tornando dritto con la schiena << Johnny ha salvato la vita della mia amata moglie, pochi giorni fa >> disse guardando Althea con un leggero sorriso sulle labbra << Per questo, grazie al suo coraggio e alla lealtà dimostrata, lo decreto nuovo guerriero dell'armeria >>

<< Nessuno potrà opporsi a questa scelta >> e poi Sicheng continuò, tornando dritto con la schiena << Johnny ha salvato la vita della mia amata moglie, pochi giorni fa >> disse guardando Althea con un leggero sorriso sulle labbra << Per questo, gr...

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