Chapter 15

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Il fieno paglierino iniziò a volare in aria, finendo sui capelli di Althea

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Il fieno paglierino iniziò a volare in aria, finendo sui capelli di Althea. L'asina che tenevano nel recinto lo scalciò perché ansiosa del pasto tanto atteso. Così, gli animali poco distanti, all'interno della stalla, seguirono i suoi versi, creando una sinfonia quasi armoniosa.

Althea stava distribuendo l'insalata fresca e varie erbe raccolte esclusivamente per le mucche, mentre Johnny con il rastrello in mano stava spargendo il fieno all'interno dei recinti.

<< Althea aspetta >> le disse in modo gentile, lasciando andare l'attrezzo e appoggiandolo alla staccionata di legno vicina. Si incamminò verso di lei, nonostante non li stessero separando più di cinque metri.

Lei si girò, facendo lentamente aderire al suolo i secchi contenenti il cibo. Poco dopo le dita dell'altro le tolsero la paglia dalla testa, riordinandole alcune ciocche di capelli.

<< Così va meglio >> e le sorrise allegramente, sperando che anche Althea mostrasse lo stesso. Ma lei era svogliata, sbuffava in continuazione e di certo non riusciva di guardare i lati positivi di quel lavoro.

Dopo le lunghe conversazioni tenute con Jungwoo, sul suo completo rinnego da parte di tutti i lavori che il Castello dell'Esilio proponeva, era giunta a conclusione che quello che più le gradiva era appunto lavorare a stretto contatto con gli animali, lì, insieme a Johnny. Jungwoo si arrabbiò molto con lei, nonostante non fosse di indole irascibile. La liquidò con alcune parole non ragionate come: non pensavo fossi viziata, dovresti rimboccarti le maniche e darti da fare, non farmi fare brutta figura nei confronti della grande signora matriarca.

Althea era determinata, non di certo viziata. Il suo unico scopo era entrare all'interno dell'armeria, non si sarebbe lasciata scoraggiare da tutti quegli sbruffoni e soprattutto da Sir Eluard, fin troppo egocentrico per saper rispondere in modo cortese a una donna. Lei li avrebbe stupiti, ma ancora non sapeva come. Doveva lavorare sodo, certo, per riuscire ad impugnare una spada con solidità, ma purtroppo le mancava la materia prima e per di più ora si ritrova in mezzo a quella stalla, tra letame, animali pazzoidi e un Johnny logorroico.

I pensieri di Althea vennero ben presto interrotti dall'arrivo scoppiettante di Aestus, il cane da guardia della stalla. Abbaiò svariate volte, come per anticipare l'arrivo di qualcuno. Si comportava in quel modo verso tutti gli abitanti che attraversavano il perimetro, certe volte persino verso Johnny stesso, quando lo vedeva arrivare all'alba.

Jungwoo le racconterò la breve storia di quel cane tanto loquace quanto aggressivo, durante una delle sere passate davanti a una zuppa calda alla mensa. Le disse che arrivò dal villaggio del Fiore Bianco, parecchi anni prima, come tutti gli altri animali per giunta. Possibile che anche i cani, una volta passati a miglior vita, si tramutassero in altri cani? Come mai nessuno di questi piombava al castello dell'Esilio come lei? Possibile che gli animali non potessero soffrire quanto un uomo? Althea si fece troppe domande, a cui non riuscì a dare una risposta. Jungwoo non fu da meno. Le rivelò inoltre che inizialmente Aestus non ne voleva sapere di ogni singola persona umana, se ti avvicinavi mordeva, più lo lasciavi stare più ti amava. E ora era diventato il beneamato della stalla.

Exile | Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora