Chapter 109

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1405 d

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1405 d.C, Villaggio del Fiore Bianco

<< E quindi come è andata a finire la storia? >> domandò l'uomo alzando il boccale di birra, mentre ancora una fitta schiuma ne avvolgeva la superficie.

Gli altri signori si strinsero tra di loro, guardando il giovane con aria curiosa. Quasi non fiatarono, per paura che il loro respiro potesse interrompere o persino sovrastare le parole di quel racconto.

Il ragazzo bevette il fondo rimasto della sua birra dal color paglierino e infine, leccandosi le labbra, continuò il discorso.

<< Le tenebre calarono sul Castello dell'Esilo. Non era più giorno, semplicemente notte. Il protettore venne alzato da terra, preso da una presenza oscura, maligna. Non riusciva a muoversi, solamente a parlare e a guardare la piazza da un'altezza diversa. Intimò alla mia regina di cercarlo, di cercare il Diavolo. Era proprio lì, davanti ai nostri, occhi, ma noi non potevamo vederlo. Forse si era camuffato, aveva preso altre sembianze, forse si stava solo nascondendo, forse aleggiava sopra di noi come una presenza invisibile. Eppure lui era lì, lo sentivamo sulla nostra pelle, come un brivido gelido >>

Gli uomini, che stavano sentendo quella storia per la prima volta nella loro vita, perché da poco arrivati al Villaggio del Fiore Bianco, sgranarono gli occhi, mentre il loro cuore palpitava per l'agitazione.

<< E il diavolo dove si stava nascondendo? >> chiese uno di questi, ritornandosene poi muto.

Il ragazzo di fronte a loro li guardò con la coda dell'occhio, prestando attenzione a tutti i loro volti, poi si immerse nuovamente in quei ricordi.

<< Uno dei miei compagni prese subito il suo arco, iniziò a puntare ovunque, se solo lo avesse visto sono sicuro che gli avrebbe scoccato una freccia dritto in petto, ma ancora non sapevamo se questo sarebbe bastato per fermarlo.
La mia regina invece, impugnando la sua spada, roteava lentamente su se stessa osservando tutto il Castello.
Il protettore stringeva i denti. Non gridò, nonostante il suo dolore era percepibile da tutti i presenti.
Io ero lì e assistii a quella scena.
Il vento smise, nonostante le nuvole avessero imprigionato il cielo. Sembrava calma piatta, questo fino a quando la terra non si frantumò sotto ai miei piedi e lì crebbe, il suo corpo crebbe, ricolmo di fuoco, pregno di malvagità.
Il protettore intimò la Regina di sbrigarsi, che la forza risiedeva dentro di lei e che era la sola a poter compiere quel gesto. Lo aveva visto scritto nel destino, vissuto in quel sogno onirico avvenuto alla Custode dell'Anima, dove ogni equilibrio si frantumò.
Lei era la sola a poterci liberare.
Il Re di Invideo provò inutilmente a colpire il diavolo con le sue frecce ma queste si conficcarono solo superficialmente.
La regina guardò il protettore, mentre i suoi occhi apparirono lucidi e iniziò ad avanzare. Lui rimase ad osservarla, inerme, fino a quando non chinò la testa e una lacrima, per la prima volta, non sfiorò la sua gota, cadendo giù tanto da adagiarsi sulla lama della sua amata.
Ci rivedremo, io lo so. Disse, a denti stretti, sorridendole.
Poi la spada gli trapassò il corpo ed egli cadde.
Io urlai, il mio compagno dell'armeria urlò, tutti urlammo.
E dopo il nulla, un'esplosione di polvere ci colpì, così forte da sembrare un tornado. I nostri corpi vennero avvolti da essa, ma non volammo via, rimanemmo ancorati alla terra.
Un forte rumore ci stordì, facendoci cadere a terra e così ci tappammo le orecchie, per sopravvivere.
Il cancello invalicabile e sempre chiuso si aprì, per la prima volta nella storia della penisola.
E quando il vento cessò e la polvere salì nel cielo, riuscimmo a vedere nuovamente il nostro regno. Il suo corpo lì, raggomitolato su se stesso, nudo, pieno di detriti, poco vicino quello della mia regina, anch'essa sdraiata a terra >>

Exile | Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora