Chapter 93

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Caro Doyoung,Obbligherò Dejun a donarti questa lettera, perché sono consapevole che la mia vita finirà a breve, lo vedo dalle striature delle nuvole quando interrogo il cielo

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Caro Doyoung,
Obbligherò Dejun a donarti questa lettera, perché sono consapevole che la mia vita finirà a breve, lo vedo dalle striature delle nuvole quando interrogo il cielo.
Mi sono sempre chiesto se avrei vissuto per l'eternità, forse ad Invideo, ma solo ora ho accettato il destino. Morirò qui al Castello dell'Esilio, forse tra non molto, forse tra alcuni anni per chissà quale motivo.
O forse lo so, ma non voglio ammetterlo.
Ciò che posso fare ora è scrivere questa lettera, segnando le mie ultime parole, per sopravvivere dopo la morte nella tua memoria, nella memoria della popolazione di Invideo e forse anche in quella di Kun.
Ho commesso errori imperdonabili e ne voglio pagare le conseguenze, come redenzione, come liberazione dal male.
Forse, se quel giorno non avessi attuato quell'incantesimo su Sicheng, forse se non lo avessi accolto nel mio regno, niente di tutto questo sarebbe successo. Eppure tutto è stato scritto dal destino, ne sono certo e consapevole.
So che tornerai da Althea, al castello. Spero lo farai presto. Ma so altrettanto che leggerai questa lettera solo dopo la mia morte, quando comparirò in sogno a Dejun e lui verrà a cercarti. O forse tu sarai proprio lì, con lui, probabilmente ad Invideo. Perché dovresti tornare ad Invideo? Me lo sto domandando ma varie risposte senza alcuna certezza vagano nella mia mente. Possibile che tu sia con Althea? Forse me lo dirai in sogno.
Non essere triste per me, non essere rancoroso per i miei sbagli. Doveva accadere, purtroppo.
L'unica cosa che posso dirti è di badare a te stesso, prenderti cura di te. Prenditi cura del tuo cuore ed esso si prenderà cura di te. Non vagare più nell'oscurità, non scegliere il sangue al posto della felicità. Perché tu non sei un mostro Doyoung, non lo sei mai stato, anche se a Galeo te lo hanno fatto credere.
Avrei tanto voluto vederti, nel giorno del tuo matrimonio con Althea, spero arrivi presto, come mi hanno suggerito i fondi del mio tè. Eppure ora sorrido, nonostante sia a conoscenza della mia repentina morte, perché so per certo che sceglierai l'amore all'odio e che ti darai una seconda possibilità.
Dì ad Althea che è la persona più volenterosa e piena di coraggio che abbia mai incontrato nella mia vita e per questo sarà un'ottima regina.
Amala Doyoung, promettimelo.
Ti ringrazio per tutto ciò che mi hai insegnato,
L'imperatore di Invideo, nonché tuo caro amico
Ten



<< Sei ancora più silenzioso qui ad Invideo >> Althea, con la voce lieve e cristallina, schiarì i suoi pensieri. I loro passi scandirono il passare del tempo, segnando il terreno sterrato dei viali alberati del regno.

Tutti sembravano essere scomparsi, forse era semplicemente il primo pomeriggio e gli abitanti erano rintanati nelle loro stanze.

I suoi occhi si alzarono verso il cielo azzurro, senza nuvole, risplendendo della luce naturale del sole. Le sue iridi si rischiarirono, come il suo cuore. Un piccolo sorriso comparì sul suo volto, fino a quando non sospirò, nascondendo ad Althea i suoi pensieri.

<< Mi sto solo godendo le giornate >> dopotutto quella era la verità. Tornare ad Invideo generò una serie di momenti e ricordi appartenenti al passato, di quando viveva lì con Ten e i suoi assistenti.

<< Lo sto facendo anche io >> rispose Althea con un piccolo sorriso, senza incrociare il suo sguardo.

<< Invideo è cambiata molto da quando Ten non è più l'imperatore >> disse aggrottando momentaneamente le sopracciglia, forse per la malinconia, per poi stringersi le mani dietro la schiena.

Gli alberi non erano più in fiore. Stavano morendo lentamente e le foglie non erano più le stesse di un tempo. Non erano più brillanti, di un verde smeraldo. I frutti ancora acerbi cadevano a terra, schiantandosi al suolo.

<< Però Dejun sta facendo il possibile per tenere unito il regno, no? >> e Althea cercò di investigare.

<< Certo, solamente, Invideo non è la stessa di duecento anni fa >>

<< Perché non sei rimasto qui? Sembra letteralmente un paradiso sceso in terra. Non avresti avuto alcuna preoccupazione >> provò a dire ingenuamente la ragazza, fermandosi di colpo dalla loro passeggiata tranquilla.

Le sue braccia finirono a lato del suo corpo e il suo sguardo, quasi interdetto ma curioso, fissò l'espressione tormentata di Doyoung.

<< Lo so, ma non è così semplice >> e poi chinò il volto, strisciando una suola delle scarpe sul vialetto sabbioso e pieno di sassolini << Dovevo rimettermi in viaggio, perché il mio compito non era finito >>

<< Pensi sia finito ora? >>

<< Non lo so Althea >>

<< Non sei destinato ad uccidere Doyoung, non più, non ora che hai me >>

I muscoli di Doyoung si irrigidirono improvvisamente e alzò di scatto il viso, quasi per risponderle a tono, ma cercò di resistere e reprimere la sua natura insensibile. Così ragionò e non si lasciò pervadere dal vento gelido interiore.

<< Tu non sai cosa è successo ad Eco. Tu non hai la minima idea di quello che può accadere >>

E Althea si avvicinò a lui, guardandolo dritto negli occhi, fino a quando un leggero strato di lacrime si formò vicino alle sue ciglia. Allentò le braccia e posò le mani sulle sue spalle, provando ad alleggerire il suo peso interiore.

Le sue dita scivolarono lungo il suo collo e poi su ancora sulle sue guance. La sua pelle era stata riscaldata dai raggi violenti del sole. Non era più così pallido, finalmente sembrava vivere per davvero.

Le loro pupille tremarono e Althea, avvicinandosi lentamente, posò le labbra sulle sue sentendo nuovamente il suo sapore.

Le sue mani circondarono i suoi capelli neri, tirandone quasi le punte, mentre Doyoung si rassegnò all'amore, stringendo debolmente il corpo di Althea.

Era la seconda volta che si baciavano, non sarebbero riusciti a resistersi ancora per molto. E così, sotto gli alberi secolari, in una profonda quiete e immersi nella natura, si abbandonarono nelle braccia l'uno dell'altro.

Il sole era ancora alto, le farfalle iniziarono a circolare, disperse nella vegetazione e poi nel cielo monocromo, dipingendo il giardino di altri colori.

Doyoung avrebbe voluto piangere, per la felicità, eppure tenne gli occhi chiusi, per paura di rovinare quel momento. Continuò a baciare Althea delicatamente, stringendo la sua vita, imprimendo le dita nella sua schiena, nonostante la camicia leggera non gli lasciava spazio per sentire la sua pelle.

E Dejun, affacciato alla finestra della sua camera, all'interno della reggia centrale, finì per osservarli, sorridendo debolmente. Pensò a quanto fosse fortunato Doyoung e a quanto, allo stesso tempo, anche Althea fosse fortunata ad averlo. Il loro amore era stato scritto dal destino, Dejun ne era sicuro, nonostante avrebbe tanto voluto ritrovarsi al posto del protettore e provare, almeno una volta nella vita, il vero sapore dell'amore.

 Il loro amore era stato scritto dal destino, Dejun ne era sicuro, nonostante avrebbe tanto voluto ritrovarsi al posto del protettore e provare, almeno una volta nella vita, il vero sapore dell'amore

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