Chapter 29

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Dieci giorni erano passati da quando Ten, imperatore di Invideo, spedì la lettera di risposta a Sicheng

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Dieci giorni erano passati da quando Ten, imperatore di Invideo, spedì la lettera di risposta a Sicheng. Dieci giorni in cui il Castello dell'Esilio passò dalla quiete alla tempesta, dopo il fallimento di catturare il regnante del Fiore Bianco e dopo l'attacco da parte del popolo del cielo.

Più Sicheng avanzava verso la terra ignota del bosco della notte, più la selva si infittiva. Grandi alberi secolari, con foglie verdeggianti grandi quanto il busto di un uomo, solcavano l'intero perimetro del regno di Invideo.

Sembrava un territorio infinito, espanso e senza una meta. Sicheng pensò per un attimo di essere in un vortice, di camminare verso l'abisso. La mappa che stringeva tra le mani, leggermente umida per il clima che governava in quelle lande, parlava chiaro, non doveva essere molto lontano dal centro dell'impero.

Non appena continuò, a grandi falcate, immergendo sempre più in profondità le sue gambe nel fango, vide le prime architetture in pietra e alcuni focolai agli apici.

La selva iniziò a sparire e in poco tempo Sicheng arrivò di fronte a un portone in legno, all'apparenza vecchio di molti secoli. Un vento gelido gli colpì il volto caldo, rinfrescando così le sue gote arrossate.

Due occhi si mossero al di là dell'unica fessura rettangolare sulla porta. Un uomo, dall'altra parte, molto probabilmente il guardiano di Invideo lo stava aspettando da tutta la mattina, dato l'avvertimento di Ten.

Una squadra di soldati era appostata lungo le mura, l'imperatore avrebbe fatto di tutto per proteggere il suo regno. Ancora non poteva fidarsi di Sicheng, eppure leggendo la sua lettera riuscì a scorgere un velo di bontà. Possibile che nelle terre a nord gli abitanti possedessero questa virtù?

Ten si affacciò dalla sua reggia, con un velo nero attorno al suo capo, tale da proteggere i suoi capelli biondi dal vento. I suoi occhi, leggermente assotigliati, si accorsero immediatamente della presenza del giovane. Così rientrò, pronto per aspettarlo nella biblioteca, davanti alla pozione ricavata e ad alcuni libri dedicati alla magia che di lì a poco si sarebbe compiuta.

Sicheng venne scortato da tre ragazzi poco più giovani di lui, i quali lo tennero sott'occhio per tutto il tragitto, fino a quando non raggiunsero la soglia della biblioteca, al primo piano nella sala ovest della reggia. I tre avevano lo stesso identico completo, nero con il colletto bianco e alcuni bottoni rossi lungo il petto. I pantaloni, dritti e ben piegati, cadevano giù lungo le loro gambe, quasi fino a toccare le loro scarpe lucide.

Questo stile era del tutto estraneo alla moda del villaggio del Fiore Bianco, fermo a tessuti più sgargianti e leggeri rispetto a quelli del regno di Invideo.

Sicheng, a pochi passi da Ten, si chiese se qualcuno di loro avesse mai visto il mare. La risposta si annullò nella sua mente, perché consapevole di quanto fosse fortunato a vivere in corrispondenza del Golfo dell'Amore.

Alcune candele costellavano i vari tavoli antichi, di un legno scuro e intagliati con alcune decorazioni floreali. Alle pareti varie fiaccole illuminavano lo spazio, rendendolo meno tetro e buio, data la sua lontana corrispondenza nei confronti del sole.

Exile | Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora