Chapter 100 : Inferno

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Un vento caldo, così potete da bruciare anche le ossa

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Un vento caldo, così potete da bruciare anche le ossa. Il fuoco era maestoso, intorno a tutto lo spazio quasi indefinito e oscuro, eppure grazie ad esso i corpi venivano illuminati di un arancione saturo.

Corpi che si accatastavano tra loro, in una camminata infinita, che non portava a niente.

Corpi senza corpo, ma con pelle e membrana solida, non viscidi, solo ruvidi. Corpi schiavi, senza forma, senza colore, persi nell'oblio dell'inferno.

Doyoung si risvegliò di soprassalto, come se gli mancasse l'aria. Si toccò subito l'addome, dove l'avevano colpito precedentemente, ma non vi era più alcuna ferita. Niente più sangue, niente più dolore, solo un vago ricordo.

Era adagiato su un cumulo di cenere, molto alto e quasi più pesante di un masso roccioso. Si mise a sedere e quasi come se stesse rivivendo un deja vu, osservò il luogo circostante.

Urlò, ripetendosi nella mente che nulla poteva essere vero, che quello doveva essere solo un incubo o uno scherzo di cattivo gusto. Ma sembrava che fosse tornato all'inferno a tutti gli effetti.

Poteva sentire l'agonia di ogni essere umano imprigionato lì. Poteva sentire le loro urla soffocate, silenziose, che rimbombavano nella sua mente. Si portò le mani alle orecchie, cercando di tappare tale rumore assillante, ma nulla si placò.

Così, allo stremo della sua sopportazione, decise di alzarsi in piedi e di scendere lungo tutto il pendio vorticoso e ripido di quella montagna, finendo per franare su di essa, cedendo sulle sue gambe.

Cadde e il suo corpo, quasi raggomitolato su se stesso, continuò a scendere velocemente con delle capriole che gli fecero perdere momentaneamente il senso dell'orientamento. Ma una volta al suolo, dopo aver sbattuto la schiena ed essersi ritrovato a pancia in sù, vide due occhi vispi osservarlo, davanti a lui, sopra la sua faccia.

Cercò allora di ristabilire la vista e non appena fu nitida, vide una creatura orripilante ferma immobile, in piedi, accanto alla sua testa. Doyoung si mosse velocemente, per rimettersi forse in piedi, scappando da essa, ma una voce lo fermò.

<< Kim Dongyoung >> il suo vero nome, ripetuto così all'improvviso, gli fece venire un capogiro. E lì, iniziò a provare repulsione, come gli era già successo secoli prima, sempre nello stesso girone dell'inferno.

<< Kim Dongyoung, fatto alquanto strano ritrovarti qui >> solo allora, con le ginocchia appoggiate ancora al terreno sabbioso e putrido, Doyoung strizzò gli occhi per visualizzarlo meglio. Dopotutto la sua voce l'aveva già sentita, non poteva essere altro che Arthur, colui che l'aveva accompagnato al cospetto del Diavolo in persona, la prima volta dopo la sua morte.

<< Arthur? >> per caso Doyoung era destinato a rivivere quel momento? Ma questa volta la sua memoria non era stata cancellata, no, quella era semplicemente la sua seconda morte.

<< Sì sono proprio io! Vedo che non ti sei dimenticato la mia faccia! >> disse in modo fiero e strafottente, come poteva essere unicamente la sua personalità << Su forza, il Diavolo vuole incontrarti. Non so cosa tu abbia fatto, ma vuole parlarti >>

Exile | Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora