Chapter 45 : past

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Anno 1042 d

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Anno 1042 d.C, Regno di Galeo

Le lucciole illuminavano l'esterno delle tende, nelle quali ormai quasi tutti gli uomini stavano trovando riposo. Erano come puntini nell'aria, spinti dal vento e dal battito delle ali. Uno sciame che ben presto avvolse la notte, rischiarendola della sua oscurità.

Doyoung, semisdraiato sopra la sua coperta, con gli abiti fin troppo leggeri per sopportare l'imminente gelo, osservava i puntini luminosi, di un giallo caldo, quasi offuscati per via del tessuto della tenda. Sungchan, affianco a lui, ad un metro di distanza, non riusciva a prendere sonno.

Quella notte li accomunò il tormento scaturito dai loro pensieri. Dopo aver udito le coppie decise per lo scontro, che si sarebbe dovuto tenere l'indomani, nessuno dei due riuscì a guardare l'altro compagno con serenità.

Peggio del destino c'è solamente la decisione di un tiranno, che per sfamare la sua sete di malvagità decide di sfidare la sana amicizia di due ragazzi.

Doyoung era l'unico amico per Sungchan, lì all'accampamento nel regno di Galeo. Non solo perché condividevano una tenda per dormire alla notte, ma soprattutto perché nei momenti di cedimento aveva una spalla su cui appoggiarsi. Era l'unico con cui poteva parlare dei tormenti interiori, della sua umanità, fin troppo cancellata in quella porzione di mondo, e questo valeva anche per Doyoung.

L'indomani si sarebbero scontrati sul campo di battaglia, nel duello finale, che avrebbe decretato il passo successivo del loro allenamento. L'unica regola, per vincere, era uccidere il proprio avversario. Nulla di più crudele al mondo, se consideriamo che uno dei due tra Doyoung e Sungchan avrebbe perso la vita.

<< La notte è sempre carica di riflessività. Solo alla notte ci fermiamo a pensare >> disse il più giovane, sistemandosi le mani dietro la sua testa, continuando a guardare in sù.

Ma l'altro, come suo solito, non riuscì a continuare, perché sapeva che il silenzio significava molto più di mille parole.

<< Doyoung, domani non farti scrupoli, uccidimi >> continuò, dopo aver sospirato profondamente << Sei molto più bravo di me nel combattimento. Non farti sopraffare dal sentimentalismo >>

E lui si girò, aggrottando le sopracciglia, chiedendosi se quelle parole fossero uscite davvero dalla sua bocca o se se le fosse inventate il suo subconscio.

<< Non puoi dire una cosa simile >> la sua voce uscì piena di rabbia, come il suo spirito.

<< Promettimi che mi ucciderai domani >>

<< Non posso prometterti una cosa simile >> entrambi si guardarono, con gli occhi scossi e un leggero strato di lacrime su essi. Tutti e due sapevano come si sarebbe svolto il duello, non c'era possibilità di scampo per Sungchan, a meno che Doyoung non decidesse all'improvviso di arrendersi alla morte, come segno di amicizia.

Exile | Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora