Chapter 80

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Le sue mani erano nascoste all'interno delle maniche del mantello

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Le sue mani erano nascoste all'interno delle maniche del mantello. Le dita continuavano a sfregare il dorso, rendendo la sua pelle più calda e levigata. Il cappuccio copriva la sua testa, oscurandole la vista e impedendo che qualcuno potesse osservare i suoi occhi persi nei pensieri.

Nessuno l'aveva notata tra le strade del Castello, forse perché era da poco sorto il sole, l'alba ancora regnava nel cielo. Il freddo era tale che la maggior parte dei condottieri erano ancora nei loro letti, dormienti, sotto vari strati di coperte.

Althea aprì la porta del dormitorio ovest, insinuandosi per la prima volta al suo interno, come se quella fosse una zona inaccessibile per lei.

Nessuno era nei paraggi e questo per lo meno la confortò.

L'ambiente era ancora parzialmente oscuro, buio, mentre nell'aria c'era un lieve odore di legno bruciato. Le fiaccole erano ormai spente, perché si erano esaurite nel corso della notte, lasciando solo il profumo della loro presenza.

Così la ragazza imboccò le scale in pietra, cercando di stare attenta a non fare rumore con i suoi passi. Scalino dopo scalino, cautamente, arrivò al primo piano. Di fronte a lei almeno dieci porte, tutte chiuse. Solo una finestra illuminava il corridoio quasi spettrale, generando fasci luminosi e chiari sulla pavimentazione lignea.

Lo scopo di Althea, quella mattina, era trovare proprio Yuta, ma ancora non poteva sapere in quale camera il ragazzo alloggiasse.

Per questo continuò, imperterrita, alzandosi nuovamente la veste e riprendendo la via delle scale, giungendo all'ultimo piano.

Deglutì a fatica, stringendosi le mani sotto al mantello per non farsi prendere dall'ansia. Tutti si sarebbero stupiti dopotutto davanti alla sua presenza, lì ai dormitori ovest, tale da innescare dei chiacchiericci di sottofondo circa il perché si trovasse lì. Ma più si tormentava con questi pensieri, più perdeva di vista il suo scopo, ossia incontrare Yuta.

Camminò lungo tutto il corridoio, ritrovandosi le porte rustiche chiuse davanti al suo volto, fino a quando una luce non catturò la sua attenzione.

Oltre un varco in muratura, ad arcata in pietra, trovò finalmente uno spiraglio aperto. Così si avvicinò, continuando silenziosamente con i suoi passi, fino a quando non fu davanti alla porta in questione.

Althea si chinò su se stessa e infine parte del suo volto venne colpito dalla luce calda. Il sole stava sorgendo sempre più maestoso, tutta la stanza sembrava circondata dai suoi raggi solari.

E lì lo vide, con il corpo immerso nella vasca, sommerso da acqua calda e fumante. Le sue braccia correvano lungo tutta la parete in ceramica, mentre la sua testa era adagiata sul bordo.

Il ciuffo corvino di Doyoung, ancora bagnato, gli ricadeva sulla fronte, mentre varie goccioline iniziarono a scendere dalle sue tempie e dal suo collo.

Althea cercò di non fiatare, rimanendo ferma immobile, davanti a quella visione eterea. Le mancò il respiro, persino la sua saliva si raggruppò nella sua bocca, facendole provare una sensazione di cedimento.

Exile | Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora