Chapter 65

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Un lampo attraversò la mente di Sicheng

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Un lampo attraversò la mente di Sicheng. Le sue mani, stritolando il ghiaccio, immerse nella terra, iniziarono ad affondare sempre di più. La sua testa sembrava stesse scoppiando. La sua mascella era così tanto in tensione, che i denti stavano stridendo tra di loro.

Un respiro, un solo respiro e il suo corpo si duplicò, triplicò.

Da quando era caduto sulle sue ginocchia, davanti ai presenti, questi si erano fermati immobili per capire cosa stesse succedendo. Era la prima volta che lo vedevano in quel modo, in trasformazione. Yuta finalmente si rese conto di quanto Sicheng si fosse trasformato in un mostro e di come fosse riuscito quella notte a strappare la vita a Taeyong e alla grande signora matriarca.

I mostri alati e il grande verme sentirono le urla atroci del ragazzo, urla provenienti dalla lotta tra mente e cuore che stava avvenendo nel suo corpo.

Gli occhi gli diventarono rossi per lo sforzo, le lacrime gli solcarono il viso. Un attimo dopo, ormai allo stremo delle sue forze, senza un minimo di controllo, Sicheng si sdoppiò in cinque corpi. Cinque corpi del medesimo peso, delle medesime fattezze, tutti e cinque con la stessa materialità, di carne e ossa.

La sua voce venne percepita da ogni essere vivente nelle circostanze. Althea finì per tapparsi le orecchie, chiudendo gli occhi per evitare quella visione.

Vari episodi avevano preannunciato la sua totale perdita di controllo, eppure Ten, durante la sua permanenza al Castello, non riuscì ad aiutarlo. Le sue competenze sulla stregoneria non erano abbastanza, inoltre, il carattere iracondo e sospettoso di Sicheng, non aiutò a malleare la sua personalità. Quello scontro interiore doveva accadere proprio lì, nella tana dai mostri alati, per qualche assurdo motivo.

<< Che sta facendo? >> chiese la creatura strisciante, mentre le antenne gelatinose che presentava nella parte apicale del suo cranio iniziarono a muoversi per captare piccoli dettagli.

<< Io non lo so >> rispose Johnny incredulo.

Sicheng si sollevò da terra. Le sue ginocchia, che da prima toccavano il suolo freddo e melmoso, si staccarono, lasciando che le sue gambe prendessero tutto il peso del suo corpo.

Le sue mani, strette in due pugni a lato del suo bacino, erano ben strette, pronte a sfogare la sua ira.

Non era più lui. Nessuno dei Sicheng presenti era più Sicheng.

<< Riportateci a casa, ora >> disse a denti stretti, con sguardo infuocato e un'espressione malvagia in viso << SUBITO! >> urlò.

Il suo corpo non sembrava più percepire il freddo. Era composto, rigido, pronto a sferrare un attacco.

<< Non ve ne andrete di qui >> rispose il mostro, con un ghigno sulla bocca  grande, piena di escrescenze e ruvida come la sua pelle rocciosa << Non così facilmente >>

Exile | Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora