Chapter 88 : Il Villaggio del Fiore Bianco

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Gli zoccoli dei cavalli, piantandosi nel terreno, iniziarono a sollevare alcune zolle, imprimendo la loro sagoma sul paesaggio circostante

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Gli zoccoli dei cavalli, piantandosi nel terreno, iniziarono a sollevare alcune zolle, imprimendo la loro sagoma sul paesaggio circostante.

Doyoung, ogni tanto, quando si rianimava dai suoi pensieri, scalciava i fianchi dell'animale con i tacchi, così da aumentare il passo.

Althea, che da due ore buone era dietro di lui, in silenzio immersa in quella nuova sensazione di libertà, decise finalmente di affiancarlo.

Erano i soli nella zona circostante. Nessuna anima viva, compresi uccelli, lucertole o altre presenze, si palesarono ai loro occhi. Sembrava che quel territorio, tra il Castello dell'Esilio e il Villaggio del Fiore Bianco, fosse puro deserto.

<< Finalmente si riesce a scorgere la rocca >> disse la ragazza, strizzando gli occhi e focalizzando la sua visuale, osservando i contorni precisi delle mura, che spiccavano oltre l'orizzonte azzurro.

<< Tra due ore circa arriveremo, se velocizziamo forse anche solo un'ora >> rispose a bassa voce Doyoung, senza spostare lo sguardo dal cammino davanti a lui.

<< Non ho nessuna fretta >> continuò Althea, cercando di frenare la lieve ansia.

E annodandosi la corda attorno alle dita, continuò a perdersi nei suoi pensieri.

<< Meglio se ci fermiamo un attimo allora, là in quel boschetto, così da far riposare un attimo i cavalli e dare loro da bere >> e mordendosi la lingua, continuò la frase << Ormai è passato molto tempo da quando siamo partiti, non sono abituati a percorrere così tanti chilometri >>

E Althea annuì. Il sole era ancora alto nel cielo, il tramonto sarebbe stato di lì a qualche ora, avevano tutto il tempo per riposare.

Così deviarono verso quella vegetazione incolta e non appena ne furono in prossimità, Doyoung balzò giù, atterrando sul terreno arido, legando la corda del suo cavallo al ramo dell'albero vicino. E Althea fece lo stesso.

L'ansia e il fremore circondarono ben presto i loro corpi. L'imbarazzo, l'unico sentimento percettibile solo con la pelle, mentre i loro cuori battevano all'impazzata.

Doyoung tirò fuori una scodella dal sacco sinistro e poco dopo anche la bottiglia che si era portato dietro. La prostrò al cavallo, che avidamente bevette tutta l'acqua.

<< Hai avvisato l'imperatore Shotaro della nostra imminente presenza nel suo regno? >> chiese il ragazzo, fingendo di non guardarla, nonostante stesse tenendo sotto controllo i suoi movimenti con la coda dell'occhio.

<< No, non penso ce ne sarà il bisogno >>

<< Perché dici? >> continuò aggrottando le sopracciglia.

<< Ho paura si possa montare la testa. Penso sia uno di quei tipi di uomini, che pensano che una qualsiasi azione da parte di una donna sia fatta proprio per attirare la loro attenzione. Ho paura che se gli avessi scritto, molto probabilmente si sarebbe illuso >>

Exile | Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora