Chapter 82

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Il corpo di Althea era perfettamente adagiato sul letto dell'infermeria, situata in una stanza accanto alla mensa, ricavata da ella stessa poco dopo la sua incoronazione come unica imperatrice del Castello

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Il corpo di Althea era perfettamente adagiato sul letto dell'infermeria, situata in una stanza accanto alla mensa, ricavata da ella stessa poco dopo la sua incoronazione come unica imperatrice del Castello.

Le sue braccia, lungo il suo busto, erano deboli. Con i polpastrelli accarezzava le lenzuola bianche e immacolate, simili al colorito della sua pelle spenta e pallida.

I suoi occhi erano rossi, ma aperti e bagnati da un leggero strato di lacrime. Tutta la sua energia era scivolata via dal suo corpo. Doveva lottare, per rimettersi in sesto, eppure non era più così certa di voler vivere.

Il dolore le aveva mangiato l'animo, ogni barlume di serenità sembrava essere scomparso dalla faccia della terra.

Doyoung, seduto sulla poltrona affianco a lei, non l'aveva ancora lasciata sola un secondo. I suoi abiti erano ancora gli stessi, quelli dell'armeria, che portava orgogliosamente.

Avrebbe voluto dirle che il coraggio risiedeva unicamente nelle profondità del suo cuore e che solamente lì avrebbe potuto trovarlo. Ma proferendo queste parole, si sarebbe contraddetto, in quanto egli stesso per più volte durante il corso della sua vita, lì dopo la morte confinato su quell'isola, si era rassegnato alla fine.

Doyoung aveva smesso di lottare a Galeo, eppure ritrovò la forza per lasciare quel luogo mettendosi alla ricerca della libertà e della verità. Aveva smesso di lottare alle montagne del dolore, in quel labirinto fatto di sentimenti umani atroci, eppure era riuscito a tornare a valle. Si era rassegnato anche al Bosco della Notte, eppure il re Ten lo aveva soccorso. E ora, lì di fronte a lei, ad Althea, lui avrebbe fatto lo stesso. Le avrebbe teso una mano, per farle toccare nuovamente il suolo, per rimediare agli errori commessi.

Althea lo guardò, senza alcuna espressione in volto, fino a quando una lacrima non le solcò la gota.

Doyoung si avvicinò subito e le asciugò il pianto. Non le disse niente, perché i sentimenti e gli sguardi valgono ben più che una singola parola.

Le prese il viso con le mani, cercando di riscaldare la sua pelle, spostandole i capelli. Althea, ormai al limite del suo tormento, sperò con tutta se stessa che il ragazzo appoggiasse le labbra sulle sue. Finalmente, come tanto aveva sperato precedentemente nei suoi sogni. Eppure non accadde. Doyoung pensò ancora, su cosa fosse giusto fare. Si era avvicinato così tanto a lei, che approfittarsi di quel momento di vulnerabilità avrebbe solamente rovinato le cose. Le voleva provare il suo amore, questo era certo, ma ancora non aveva trovato un modo.

La paura gli soffocò il respiro, interrompendo qualsiasi funzione cognitiva. Rimase fermo, con il viso a poca distanza dal suo, immerso nei suoi occhi e in ciò che Althea nascondeva con tanta sicurezza.

E infine Jungwoo entrò nella stanza, correndo velocemente lungo tutto il corridoio, cercando di non inciampare sulla sua veste lunga, mentre il batticuore e il terrore di perdere la sua più fidata amica, aveva preso il comando del suo corpo.

Exile | Kim DoyoungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora