3. La Mano

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Non sta ancora bene è bianco come un cencio.
Credo oltre a non avere condizioni ottimali, sia anche scioccato dal pensiero di restare qui per dei mesi.
Ho notato la sua reazione quando non ho riconosciuto il suo nome...temo sia il classico ragazzino viziato...se è così sarà dura per lui abituarsi a vivere qui è come tornare indietro cento anni.
Orion è incuriosito gli gironzola intorno e lo guarda pensieroso quando dorme.
Si perché ho notato che si addormenta spesso dev'essere lo stress subito.
Lavo i suoi vestiti ora ha addosso un mio vecchio pigiama che gli sta grande e li metto ad asciugare nel capanno degli attrezzi qui a fianco alla casa. Poi rientro e cerco fra le mie cose... Devo trovare qualche indumento che possa andargli bene.
Al risveglio cambiamo la medicazione che ha in testa, quella sul gomito e le ginocchia.
Mi chiede uno specchio... non vorrei darglielo... Ha infatti la reazione che mi aspettavo. Tocca con le dita il livido sullo zigomo ormai blu...
-passerà
Commento io.
E poi sui graffi del viso...
-di questi resterà il segno?
-non credo... Forse di quello vicino all'orecchio si è un po' più profondo.
Sospira disperato è evidente che per lui la bellezza conta.
Io ho smesso di guardarmi allo specchio... Da una vita ormai. Lo faccio solo per farmi la barba.
Mangia la zuppa che ho preparato con una fetta di pane.
-non mi dire che questa è fatta con roba che hai coltivato tu?
-perché fa schifo come il latte?
-no anzi... È buona...
-in parte si... Ma non coltivo tutto qui, ci sono dei legumi e le patate per esempio che compro all'emporio. Il pane l'ho fatto io.
-ah ecco...
-ecco cosa?
-è strano... Diverso come il latte... Non cattivo eh
-da dove vieni?
-Seul. Mio padre è il proprietario della International Magnetic Spa forse ne hai sentito parlare.
-no... Io qui non ho la televisione... Telefono e internet non vanno... Te l'ho detto devo scendere 8 km più sotto per telefonare.
-perché vivi qui?
-credo che ancora non ci conosciamo bene per queste confidenze. Tu piuttosto come ti è successo?
-non lo so... Stavo facendo delle fotografie..
-lo immaginavo, c'era questa vicino a te.
Gli porgo la sua macchina fotografica. La maneggia un po'.
Incredibilmente funziona ancora.
Mi fa una foto...ma poi io come lui resto scioccato dalla mia reazione.
Gliela tolgo di mano bruscamente.
-non amo essere fotografato.
-scusa.
Si limita a dire...mentre io la prendo e la poggio sul tavolo.
-riprenditi approfitta di riposare ... Perché poi dato che starai qui per molto tempo anche tu dovrai fare la tua parte, la vita qui in montagna è difficile.
-cosa intendi?
-intendo che dovrai ricambiare la mia ospitalità perciò rimettiti in forze.
Rispondo... mettendo il suo piatto nel lavello.
-ti ripagherò.
Dice prontamente.
-per me i soldi non hanno alcun valore.
Commento alzando le spalle.
Sconsolato per la mia risposta si ributta sul letto...
Poco dopo quando rientro dopo aver dato da mangiare alle bestie lo trovo addormentato e per un momento non posso negare di essere rimasto a guardarlo, anche Orion lo osserva è strano che ci sia qualcuno in casa oltre noi... Davvero strano.

Durante la notte vengo svegliato da un urlo agghiacciante di nuovo... Mi sbrigo a raggiungerlo sta avendo un incubo.
Il suo viso e stravolto dal terrore lo scuoto leggermente perché si svegli. Ed è un attimo mi si attacca addosso e non posso non stringerlo cercando di rassicurarlo.
-la mano l'ho sentita...e poi il vuoto... Cadevo giù... Oddio... Il vuoto...
Singhiozza disperato.
-calmati... È stato un sogno... È normale rivivere un evento traumatico come il tuo.
-ho sentito la mano sulla mia schiena...
Continua non ascoltandomi.
-cosa vuoi dire?
-qualcuno mi ha spinto Jk... Mentre facevo la foto qualcuno mi ha spinto...
Singhiozza ancora...
-Jimin... La nostra mente ci fa trovare delle giustificazioni anche alla nostra incoscienza... Forse non vuole accettare che ti sei esposto pericolosamente per fare una stupida foto.
-no... Sono stato spinto... Ora lo so.
-chi ti farebbe del male del gruppo dei turisti con cui sei venuto quassù ?
Chiedo incredulo.
-non lo so... Ma sono certo di aver sentito quella mano sulla mia schiena spingermi giù.
Lo allontano leggermente , non sono abituato al contatto umano, sono passati anni da che qualcuno mi ha abbracciato... Mi disturba.
Se ne accorge.
-scusa non volevo importunarti...
Non lo farò più.
Dice chinando il capo ancora sconvolto dal suo incubo.
-non è colpa tua... Tu agisci d'istinto hai avuto paura e hai cercato conforto... Sono io quello anomalo... Io non vivo con qualcuno ormai da sette anni. Anche il contatto umano è strano per me.
-perché vivi quassù da solo Jk?
La sua domanda resta sospesa perché non ho intenzione di rispondere... I miei ricordi incombono infastidendomi.
Mi alzo dal suo letto sistemandogli le coltri e gettando un paio di ceppi nel caminetto per ravvivare il fuoco
- Dormi ora... domani sarà un giorno lungo.

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