28. Fottiti Io Resto

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Entro nella sua stanza... Sicuro di trovarlo ma invece niente, dev'essere uscito per la solita passeggiata, meglio non avrò telecamere.
Esco nel parco e incrocio uno dei giardinieri... Chiedo se ha visto un ragazzo asiatico, me lo conferma e mi indica la strada che porta alla depandance.
Idiota perché ci torna me lo chiedo... mentre lo vedo in lontananza che cammina in quella direzione.
Accellero il passo raggiungendolo... Prendendolo per un braccio malamente e trascinandolo dentro l'edificio fatiscente.
-eih che modi... Lasciami il braccio.
-cammina idiota.
Lo strattono volutamente per poi spingerlo dentro.
-ti avevo detto di andartene, cosa non ti è chiaro del mio avvertimento?
-non sei più nessuno per ordinarmelo.
Mi risponde sfrontatamente.
Alla fine di queste due settimane avrò guadagnato bene... Mi mantengo con il mio lavoro...non ho intenzione di andarmene prima.
-tu non ci arrivi alla fine di queste due settimane.
Ti fanno fuori prima.
-Jk mi stai minacciando?
-no ti sto dicendo cosa rischi!
Rispondo secco.
-perché ti preoccupi? Quando mi hai lasciato anni fa non mi sembra che tu l'abbia fatto!
Mi urla addosso tutto il suo rancore.
-Jimin lo sapevi che non sarebbe finita bene... Sin dall'inizio... L'hai visto come vivevo...
-quindi non sono stato importante per te neanche un secondo?
-no.
Mento spudoratamente.
-e allora fottiti io resto.
Mi risponde caparbio.
-tu farai quello che dico io.
Mi avvicino minaccioso e lui è veloce e quella manina pesante che ricordo mi arriva sul viso percuotendomi.
-Jimin l'hai vista la cicatrice che ho su viso... Me l'hanno fatta torturando a Casablanca...il tuo schiaffetto mi ha fatto il solletico.
-ti...ti hanno torturato davvero?
Dice subito cambiando il tono della voce dispiaciuto.
-no mi hanno colpito di striscio.
Rispondo ridendo e prendendolo in giro.
-sei proprio uno stronzo!Un bugiardo... Un delinquente...
-tu domani te ne vai... Ti porto io in aeroporto.
-neanche per sogno.
-te l'ho già detto tu fai quello che dico io.
-Jk tu non conti nulla per me tu non puoi darmi ordini.
-ah non conto più nulla? Non provi più niente per me Jiminshi?
-non chiamarmi così... Non ne hai il diritto.
-ce l'ho ce l'ho eccome... Perché io ti piaccio ancora.
-non cercare di coinvolgermi... Per poi costringermi ad andare via... Ormai ti conosco.
-no non sai di cosa sono capace.
Lo spingo al muro tenendogli in alto le braccia cercando la sua bocca.
Appena la tocco con la mia sono io invece che non capisco più niente...gli lascio le braccia tirandomelo su sui fianchi mentre lui battaglia cercando di respingermi puntando i le spalle con le mani.
Un bacio violento che finisce con lui che gira bruscamente il volto rifiutandosi.
-io... io non voglio questo... Non soddisfero' le tue voglie... Ho dei sentimenti qui...
Lo dice incandomi il cuore.
-io non sono niente per te. Se hai voglia di scopare mi sembra che la moglie di Herr Schmidt sia ben che disponibile con te.
-sei maledettamente geloso Jiminshi.
Gli rispondo sorridendo.
-no... Basta lasciami andare
Si  divincola e lo faccio scivolare a terra.
-io sono qui solo per lavorare. Quando avrò finito andrò via e sarà l'ultima volta che mi vedrai.
Lo lascio dire...e andare. Lo so che in qualche modo lo farò partire...

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