4. L'odore della paura

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Sono passati un bel po' di giorni... Non saprei dire quanti, da quando vivo qui ogni giornata è uguale alle altre. Sto molto meglio i lividi stanno guarendo, zoppico ancora un po' per la botta sul ginocchio ma sempre meno.
Mi annoio molto non ho un telefono né un pc... Niente tv... Niente di niente... Non mi passa più.
Jk poi non è di molta compagnia, inoltre in questi giorni sta sistemando il fienile, quindi passa diverse ore fuori casa. Io sono seduto qui davanti alla finestra, perso davanti a questi fiocchi di neve che inesorabili scendono senza fermarsi.
Sono le 15 ma già sta scendendo la sera fuori la luce sta calando. Il mio sguardo scorre in questo piccolo ambiente. Dalla porta d'ingresso... al tavolone centrale, alla stufa scalda vivande... alla dispensa con annesso un bancone e un lavello di quelli vecchi in pietra pesante ... Al grande caminetto con vicino quello che dovrebbe essere un divano e adesso è il mio letto.... Poi il bagno... E ancora la camera da letto di Jk la cui porta resta sempre chiusa. Come si fa a vivere qui... Dispersi in mezzo al nulla? Io non potrei farlo, ho molti amici, la mia famiglia... presenze costanti che mi rassicurano. Vivere qui da soli significa avere una gran fiducia in sé stessi, avere una mente equilibrata. Io qui impazzirei, scopro che adoro andare in università, o al cinema, in ristorante... I negozi... Qui è sempre tutto uguale... I minuti non passano mai. Guardo fuori...ogni tanto Jk esce vedo che ripara qualche asse delle pareti del fienile anche da fuori, immagino che ci voglia una manutenzione costante considerate le intemperie che ci sono qui. Forse lavorerà ancora un'ora e allora quella porta chiusa mi attira... Non resisto e vado curiosare nella sua stanza.
Apro la porta ed entro... Sentendomi subito fuori posto.
È spartana con uno scaffale pieno di libri... La foto di un vecchio... Chissà chi è forse suo nonno? Un grande letto troneggia in mezzo alla stanza con calde coperte e diversi cuscini, apro il suo armadio... i suoi vestiti sono ordinati, sul ripiano in alto c'è una scatola grigia in metallo è abbastanza grande perciò attira la mia attenzione, la prendo e senza pensarci troppo mi siedo sul letto per controllare il contenuto.
Mi spavento subito perché oltre a documenti cartacei, c'è una pistola con la custodia e un caricatore pieno di pallottole. Una bustina di plastica blu contenente un passaporto con la foto di Jk.... Ma il nome sotto la foto è un altro...Sento un rumore provenire da fuori la chiudo velocemente e la ripongo nell'armadio richiudendolo.
Sto per uscire dalla stanza quando ormai sento che Jk è entrato nella baita. Mi chiama...
-Jimin...
Con fare noncurante sebbene io abbia il cuore che batte all'impazzata rispondo...
-sono qui...
Lui si ferma sull'entrata la sua espressione è indecifrabile.
-cosa ci fai nella mia stanza? Domanda infastidito
-scusa ... Ma non rientravi mai... Ho visto che c'erano dei libri ho pensato di prenderne qualcuno per passare il tempo.
-avresti dovuto chiedermelo... Ora esci per favore.
-si... si... Scusa ancora... Questi posso tenerli?
Chiedo mostrandogli tre romanzi.
-ok.
Mi siedo di nuovo sulla panca vicino alla finestra. Guardo fuori...cercando di calmarmi...avrebbe potuto entrare e trovarmi con in mano la scatola. Non ho mai visto una pistola... Solo nei film... E quel passaporto con la sua foto e un altro nome... Albert Kossol... Vado in crisi... Vorrei poter tornare a casa mia, quest'uomo mi ha salvato ma non nascondo che mi fa paura. Resto seduto lì ancora per poco perché sono ormai le 16 e la notte qui scende veloce. Lo sento uscire e poi mi chiude letteralmente in faccia gli scuri delle finestre il suo sguardo è freddo illeggibile.
Rientra poi impassibile e inizia ad imbastire la cena.
-prepara il tavolo
mi ordina brusco.
Mi alzo ed eseguo.
-stasera i piatti li laverai tu.
Annuisco sorpreso da quella che non è una richiesta ma un ordine.
-ancora non puoi uscire e darmi una mano nell'accudire le bestie e il resto, quindi impara almeno a fare qualcosa qui dentro.
È arrabbiato lo percepisco.
-va bene...
Credo che dopo quello che ho visto nella scatola sia meglio non contraddirlo.
Mangiamo la solita zuppa con del pane, formaggio e carne salata.
È molto silenzioso durante il pasto, si è infastidito parecchio per avermi trovato nella sua stanza.
-hai rifatto di nuovo quel sogno? mi chiede improvvisamente.
-no...
Dico mentre lo guardo tagliare il pane, ha mani così forti e grandi che potrebbe spezzarmi il collo in un nanosecondo.
Mi chiedo perché mi ha richiesto del sogno. Lui crede che lo sia davvero... Un sogno intendo... Ma io la ricordo quella mano... Poco prima eravamo tutti in gruppo, io ero uno degli ultimi mi sono attardato ad ammirare il paesaggio, Isobel mi ha detto che aveva fatto delle foto bellissime da uno spuntone sulla roccia, non ho pensato fosse pericoloso fino a quando ho scattato la prima foto e un'aria gelida ha sferzato il mio viso.
Ho continuato a farle perché era un momento bellissimo il tempo stava cambiando c'erano diverse gradazioni di luce, le nuvole si rincorrevano alternando a sprazzi di cielo grigio... Ed alcune erano così basse che sembravano toccare la montagna... Ero così preso da tutta quella meraviglia che è stato un secondo... Quando ho sentito una mano in mezzo alle mie scapole. Una spinta netta ed io impotente e cosciente di cadere... Guardo quel vuoto davanti a me... La macchina fotografica mi sfugge dalle mani... Il gelo sul mio viso è il tonfo del mio corpo sulla roccia... Un dolore immenso e poi più niente.
Non ho immaginato quella mano l'ho sentita... Qualcuno ha cercato di uccidermi.
Poi un pensiero si insinua torbido nella mia mente...forse morirò comunque ... ha una pistola, chi è Jk e perché vive qui da solo?
Se mi avesse spinto lui?
No... No...e ancora no... Perché salvarmi poi... No non è stato lui.
Ma i miei pensieri vengono interrotti bruscamente.
-mangiala la carne! Qui non esiste che si lasci niente nel piatto.
Mi rimbrotta vedendo che non ho intenzione di mangiarla.
-è troppo salata per me... Posso mangiarne solo la metà? Per favore? L'altra la finirò domani a colazione.
Mi guarda sorpreso...per "quel per favore" sto chiedendo una concessione... Un brivido scende lungo la mia schiena... Ho la sensazione che Jk senta l'odore della mia paura... E per la prima volta lo vedo per quello che è... Un uomo pericoloso.

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